Carlo Cottarelli, commissario per la spending review
Economia

Chi è Carlo Cottarelli, commissario per la spending review

Dice pressapoco Yoram Gutgeld, lo “spin doctor” dell’economia di Matteo Renzi: “Per tagliare la spesa pubblica occorre che ogni ministro abbia un suo sottosegretario che se ne occupi dalla mattina alla sera, perchè i tagli sono scelte politiche”. Sante parole: si vedrà se seguite dai fatti, ammesso e non concesso che i renziani vadano mai al governo. Per Carlo Cottarelli, invece, detto Mr. Forbici, l’ennesimo “mago della pioggia” evocato dal governicchio delle larghe intese per tagliare la spesa pubblica - ricominciando da dove era arrivato Enrico Bondi, cioè da zero - il nuovo manuale del rigore lo scriveranno venticinque commissioni. Che è di per sé un ossimoro: duecento persone per decidere cosa tagliare?

Eppure è così. Calma, gesso e consulenti. Le prime mosse di “Mr Forbici” non incoraggiano, non autorizzano all’ottimismo. È vero che il ministro dell’economia Saccomanni ha promesso 32 miliardi di tagli alla spesa in tre anni, triplicando peraltro in un mese la previsione infilata nella Legge di stabilità (aveva ragione a fine ottobre o ha ragione a fine novembre?). Ma il modo nel quale Cottarelli ha annunciato di voler procedere sorprende.

Eppure è un errore sorprendersi. Non è il curriculum di Cottarelli ad essere impari alla bisogna, anzi: sulla carta è l’uomo giusto, ha piena competenza dei processi e vasta esperienza internazionale. Ma non sa niente di pubblica amministrazione: né delle teorie né, soprattutto, delle pratiche. E, come neocommissario, si è subito preoccupato di darsi una commissione, di undici persone, caldeggiatagli da Chiara Goretti, già assistente di De Ioanna al ministero, e sua ascoltatissima consigliera. La quale commissione individuerà i 25 tavoli di lavoro sui singoli comparti di spesa. Come una millefoglie, si spera che all’ultimo strato arrivi la crema.

La prima stesura del piano operativo, che prospetta le priorità per ciascun ministero, ha fatto storcere il naso a più di un osservatore: perchè sembra essere stato redatto non da Cottarelli – e come avrebbe potuto fare, essendo stato paracadutato in Italia da un mese o poco più? – ma da funzionari con idee confuse e chiara volontà di non sbilanciarsi. “La revisione della spesa”, ha peraltro candidamente specificato lui, il loro capo “non la faccio io ma tutta la Pubblica amministrazione, seguendo l'esempio della maggior parte degli altri Paesi”: e qui casca l’asino, visto che gli altri Paesi hanno storie, realtà, metodi, regole e mentalità sideralmente distanti dalle nostre. E poi Cottarelli ha aggiunto: “Terremo un rapporto molto stretto con chi si è già occupato in passato di spesa, in particolare la Ragioneria generale dello Stato". Come dire che i pompieri terranno un rapporto molto stretto con i piromani.

Al di là di fiducie e scetticismi, quel che ha distinto il primo approccio di Cottarelli è stata la conferma del metodo analitico-statistico di chi, dalle vette del Fondo monetario internazionale, non deve prendere decisioni ma solo tracciare descrizioni. E il primo documento, presentato due giorni fa al Comitato interministeriale per la revisione della spesa che si è riunito per la prima volta, lo lascia vedere chiaramente in trasparenza. Come pure alcuni enunciati davvero singolari: nel presentare la “ratio” che lo ha indotto a prevedere i venticinque tavoli di lavoro, Cottarelli ha detto che intende lavorare “a stretto contatto con le parti sociali", un passo "importante per creare consenso attorno alle misure": dimenticando, con l’ottimismo un po’ trullero di certi modi di fare all’americana, che difficilmente i capponi possono essere convinti della festosità del Natale, dove sanno che li aspetta il pentolone. Quindi è chiaro che negoziare con le parti sociali sui tagli si deve, ma è compito del governo, non di venticinque tavoli consultivi e tecnici su come tagliare, dove e perchè.

Per non dire che alcune macro-lacune e micro-contraddizioni già si rilevano, nell’operato di Mr. Forbici. Una lacuna è, ad esempio, la scelta di non comprendere direttamente nell’area tagliabile i 136 miliardi di acquisti di beni e servizi nella sanità, il 50% del totale, che andranno setacciati a livello regionale: capirai. O la leggerezza con la quale dapprima si è elogiata la riforma del welfare oggi in vigore, e poi si è aperto il capitolo, più populista che sostanziale, dei tagli alle pensioni più ricche… Infine i tempi: da dicembre a febbraio il team di Cottarelli individuerà “le cose che si possono fare in tempi rapidi, come input a un momento decisionale politico che ci sarà tra marzo e aprile. La seconda fase di lavoro tecnico sarà tra la tarda primavera e l'inizio dell'estate 2014. Cioè dopo le elezioni europee. Come dire: chi vivrà, vedrà.

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