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Il caso Cancellieri-Ligresti in Aula - La DIRETTA

"A differenza di quanto sostenuto da alcuni organi di informazione, non ho mai sollecitato la magistratura a rilasciare la signora Giulia Ligresti né indotto altri a simile comportamento". Così il ministro della giustizia Cancellieri, in aula Senato alle 16:00, in un dibattito che si annuncia infuocato, con il M5S che ne ha chiesto le dimissioni.

"La scarcerazione non è avvenuta a seguito o per effetto di una mia ingerenza, che non vi è mai stata né è mai stata concepita, ma a seguito di una decisione libera ed autonoma della magistratura torinese", ha aggiunto il ministro della Giustizia. "Non vi è stato mai da parte di nessuno - chiarisce ancora il Guardasigilli- il benché minimo tentativo di influenzare l'esito di tale iniziativa".

 "E' vero, non tutti hanno la possibilità di bussare alla porta del ministro della giustizia, non tutti hanno un diretto contatto. Ma posso garantire che nessuno più di me avverte questa disparità in tutta la sua dolorosa ingiustizia. È difficile essere vicini a tutti i carcerati", ha ammesso Cancellieri.  La quale ha respinto tutte le accuse piovutegli addosso in queste ore. "Corrisponde a una distorta visione dei fatti - spiega - dire che la vicenda di Giulia Ligresti testimoni un trattamento privilegiato e differenziato, diverso da quello che sarebbe spettato a qualsiasi altro detenuto".

"Mio figlio Giorgio Peluso - prosegue - è stato indebitamente trascinato in questa vicenda", mentre "in nessun modo la mia carriera è stata influenzata" dalle amicizie. "Sono e voglio essere considerata una persona libera, che non ha contratto debiti di riconoscenza a cui non potrebbe sottrarsi", precisa Cancellieri parlando del suo rapporto con la famiglia Ligresti. "Sono stata solo amica di Antonino Ligresti, conoscenza maturata durante la mia lunga permanenza a Milano, per ragioni estranee alla mia professione. In nessun modo la mia carriera è stata influenzata da questi e altri rapporti personali", assicura.

Il ministro ha concluso il suo intervento mettendo comunque il suo mandato a disposizione del presidente del Consiglio. "Se dovessi essere d'intralcio a questo governo sono pronta a fare un passo indietro". Dopo il discorso in Senato dove hanno preso la parola i capigruppo,  Cancellieri si è recata alla Camera per riferire anche ai deputati. A Montecitorio Cancellieri ha ricordato l'esatta storia della telefonata con la moglie di Ligresti, ribadendo punto su punto che non ha mai fatto mai pressioni di alcun genere. Ha anche riconosciuto la "dolorosa disparità" tra chi può chiamare direttamente il ministro e chi no. Qui ha anche ribadito la necessità di uno sguardo più attento e più umano alle condizioni carceraria: "Mi sono sempre ispirata  al principio dell'umanizzazione del sistema carcerario, così come ha sollecitato Napolitano. È importante prima di tutto e prima di qualsiasi cosa accertarsi delle condizioni critiche di tutti i detenuti, anche della signora Ligresti".

Ha ricordato anche le parole di Giancarlo Caselli, il magistrato che ha guidato l'indagine Fonsai: "Tutte le risultanze del fascicolo (ormai pubbliche e riscontrabili: documenti, acquisizioni processuali, atti d'indagine e accertamenti peritali) testimoniano in modo univoco e incontrovertibile che la concessione degli arresti domiciliari è avvenuta esclusivamente in base alla convergenza di decisive circostanze obiettive: le condizioni di salute verificate con consulenza medico-legale e l'intervenuta richiesta di 'patteggiamento' da parte dell' imputata, risalente al 2 agosto e perciò di molto antecedente le conversazioni telefoniche oggetto delle notizie".

Cancellieri ha anche ribadito di aver trattato altri 100 casi simili a quello di Giulia Ligresti. "Sono tutti agli atti" ha ricordato.

La diretta della Camera

La diretta del Senato

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