Amnistia e indulto: il fallimento sul bilancio dello Stato

Amnistia, indulto o tutti e due. Per chi, per cosa e per quanti anni di pena? E soprattutto, perché? Alle prime domande dovrà rispondere la politica, ma sull’ultima possono rispondere i numeri. Il grafico qui sopra indica l’andamento della popolazione carceraria in alcuni dei più importanti Paesi europei tra il 2001 e il 2010 (Fonte: Eurostat). L’andamento della linea rossa mostra chiaramente il beneficio che nel 2006 ebbe sull’affollamento delle carceri l’indulto deciso dal governo Prodi nel 2006 che ridusse il numero di detenuti da 59.523 a 39.005. Ma mostra anche che appena due anni e mezzo dopo, il numero di persone detenute era tornato ad essere uguale a quello del pre-indulto: nel  2008 erano nuovamente 58.127 per passare ai 64.791 del 2009 e ai 67.961 del 2010. Per gli anni successivi, bisogna affidarsi al più aggiornato Istat secondo il quale nel 2011 i detenuti erano 66.897 e, nel 2012 65.701. Questo grafico, cioè, dimostra che senza una riforma della giustizia che depenalizzi molti reati e che riveda l'istituto della carcerazione preventiva, ogni intervento emergenziale, per quanto necessario, verrebbe vanificato dopo appena un paio di anni.

E questo ha un effetto diretto sulla spesa pubblica. Sul bilancio dello Stato le carceri hanno pesato per circa 2 miliardi l'anno in media tra il 2000 e il 2012, ma la spesa ha raggiunto il suo massimo storico nel 2008 con quasi 3 miliardi in bilancio. Significa che quando i detenuti sono tornati allo stesso livello raggiunto nel pre-indulto, i costi pubblici sono aumentati. Ogni detenuto costa, in media, 138 euro al giorno.

C'è anche da tener presente che sulla capienza totale delle carceri italiane il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha recentemente fatto una dichiarazione clamorosa. Il Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) ha sempre sostenuto che i posti disponibili nelle carceri italiane erano 45.615 mentre il ministro li ha smentiti dicendo che erano corretti i dati forniti dall'associazione Antigone secondo i quali i posti "davvero" disponibili sono appena 37mila. Significa che il tasso di sovraffollamento non è 136% come si pensava ma, addirittura, il 175%.

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