La Camusso e l'addio all'articolo 18

Susanna Camusso apre definitivamente al contratto di lavoro a tutele crescenti, il cosiddetto “contratto unico” che sostituirebbe tutte le altre forme di contratto oggi esistenti. Ma questo ha una conseguenza, la fine dell’articolo 18, già molto depotenziato dopo la riforma del ministro Fornero.

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Parlando a un dibattito insieme al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il segretario della Cgil ha spiegato che "occorre smetterla con una frammentazione (dei contratti, ndr) che è perfino offensiva per il lavoratore". Alla obiezione del moderatore del dibattito, il giornalista del Corriere della Sera Dario Di Vico, che questo tipo di contratto supera praticamente in modo definitivo il problema della difficoltà dei licenziamenti individuali nelle imprese con più di 15 dipendenti, la Camusso ha spiegato che, effettivamente, il contratto unico “risolve il problema dell’articolo 18” aggiungendo, però, che d’altra parte “ricostruisce le tutele del lavoro che oggi sono scomparse”.

Poletti, in un’intervista a La Repubblica, ha poi difeso la legge che porta il suo nome e che ha abolito la causale per i contratti di lavoro a termine per una durata di 36 mesi. “Noi abbiamo fatto in modo che un’impresa anziché assumere 6 ragazzi nell’arco di 36 mesi, ne prenda uno solo per lo stesso periodo. Non abbiamo liberalizzato un bel niente. E’ una semplificazione, non una liberalizzazione”.

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Poi il segretario della Cgil ha rinnovato le sue critiche al sistema delle cooperative e lo ha fatto proprio davanti a Giuliano Poletti, ex presidente della Lega delle cooperative: "Anche per le cooperative c'è un problema di false e vere", ha detto la Camusso, "ma qui la logica dei soci lavoratori è diventata una modalità per non applicare i contratti a quei lavoratori e usare una forma derogatoria dei contratti".

Poletti ha anche spiegato che al ministero del Lavoro si sta lavorando ad una nuova classificazione di lavori in modo da definire quali sono quelli che possono essere svolti con la partita Iva e quelli che non possono essere svolti come libero professionista. "È un tema sul quale stiamo lavorando, è complesso perchè prima di noi non lo ha fatto mai nessuno, ma io sono favorevole a una norma che definisca meglio questa problematica anche a costo di creare delle ingiustizie nei lavori di confine. Ma oggi l'emergenza è stabilire con più nettezza l'area di lavoro autonomo e quella del lavoro dipendente in modo da ridurre l'enorme area di incertezza esistente". A proposito delle partite Iva, la Camusso ha spiegato che "bisogna sancire diritti che valgono per tutti, indipendentemente dal tipo di contratto che si ha, come, ad esempio, il diritto alla maternità".

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