Quanto valgono i Bronzi di Riace

Cinque euro e si aprono le porte di una delle meraviglie del mondo: quelle del Museo Archeologico Nazionale dove sono esposti i Bronzi di Riace. Due statue che "rappresentano la più felice ventura del maltrattato patrimonio artistico italiano", come disse lo storico dell’arte Cesare Brandi. E che sono un po’ la metafora del Mezzogiorno e, forse, dell’Italia intera. Ve li raccontiamo con una rassegna di numeri.

- 205/198 cm.: occhi di avorio, labbra e denti dorati, i due guerrieri greci (o atleti, dipende dall'interpretazione) sono alti rispettivamente 205 centimetri e 198 centimetri. Osservando le mani, pare che in origine una tenesse una lancia e l'altra uno scudo, forse smontati durante il trasporto nella nave che naufragò non lontano dalle coste di quella che un tempo fu la Magna Grecia.

- 42 anni: quest’anno i due guerrieri festeggiano 42 anni dal ritrovamento (fortuito) avvenuto il 16 agosto 1972 grazie a Stefano Mariottini, il quale in vacanza, durante un’immersione, scovò tra le alghe il braccio di una delle due statue, a 8 metri di profondità e a una distanza di circa 200 metri dalla costa. Poi gli archeologi, dimostrando scarsa fantasia, li battezzarono il primo A e il secondo B.

- da 400 a 160 chili: al momento del rinvenimento A e B pesavano circa 400 chili; dopo lo svuotamento del loro interno sono dimagriti fino a pesare circa 160 chili. Lo spessore medio del bronzo di A si aggira sugli 8,5 millimetri, mentre quello di B è di circa 7,5 millimetri.

- 2.400 anni: é il tempo trascorso in fondo al mare prima del ritrovamento da parte di Stefano Mariottini.

- 1.290: sono i giorni di abbandono delle due statue (notato con disappunto dall'Unesco) nella sede del Consiglio regionale calabrese, a causa del protrarsi dei lavori di restauro del Museo della Magna Grecia costati circa 33 milioni di euro.

- 17 mila: secondo i dati della Soprintendenza, è questo il numero dei visitatori del Musero dall’apertura avvenuta pochi giorni prima di Natale. Non sono molti, ma nemmeno pochi, dato che negli ultimi tre anni dalla loro esposizione ufficiale gli ammiratori non hanno superato mai i 70.000 l'anno: appena 62.000 nel 2007, poco più di 50.000 nel 2008, per scendere a meno di 37.000 nel 2009 con un incasso di soli 132.000 euro. Un ventisettesimo, comunque, delle persone che erano accorse a vederli a Firenze, 30 anni prima, dove, al loro arrivo, nel 1980, furono ammirati da oltre 1,3 milioni di visitatori.

- 6 milioni: se si riuscisse a replicare il numero di 1,3 milioni di visitatori, A e B, oltre a essere belli come due dei, sarebbero anche ricchissimi con una dote di oltre 6 milioni di euro l’anno che finirebbe direttamente nelle casse dello Stato.

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