Juventus ko, il Barcellona vince la sua quinta Champions League

Sulla ruota di Berlino esce il numero 5 ed è un numero che fa male alla Juventus. Cinque come le Coppe che il Barcellona alza nel cielo sopra l'Olympiastadion, lasciando in bocca ai bianconeri il gusto amaro di una sconfitta meritata per quanto mostrato in campo, ma anche piena d'orgoglio e di rimpianto. Vince il Barcellona perché per almeno 60 minuti dipinge calcio, a tratti quasi scherza con la Juve, controlla e dispone a volontà del centrocampo. Se non fosse per le manone salde di Buffon, i catalani la chiuderebbero anche dopo aver trovato il vantaggio immediato di Rakitic. Invece Gigi si ricorda cosa significa essere il numero uno e almeno due volte tiene a galla i suoi: miracolo su Dani Alves quando sul cronometro ci sono appena 13 minuti e bis su Suarez all'alba della ripresa.

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Il Barcellona solleva la sua quinta Champions

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Il 2-1 firmato da Suarez

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Tutta la gioia di Neymar, autore della terza rete

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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La pioggia di coriandoli argentati per i vincitori

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Berlino, 6 giugno 2015: il Barcellona rende onore alla Juventus sconfitta nella finale di Champions League

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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L'abbraccio finale tra Buffon e il "collega" Ter Stegen

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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La delusione di Pogba e Pirlo

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Messi semina i difensori della Juventus

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Luis Enrique festeggia con tutta la panchina del Barcellona

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Ivan Rakitic supera Buffon: 1-0 per il Barcellona

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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La gioia di Morata dopo la rete dell'1-1

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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L'esultanza di Buffon al goal dell'1-1

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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10°) LUIS SUAREZ (Barcellona) Guadagni annuali: 19,9 milioni di dollari Salario e bonus: 15,4 milioni di dollari Altri guadagni: 4,5 milioni di dollari - Maggior sponsor: Adidas.

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Sesto posto per Alex Del Piero con 4,4 milioni di fan.

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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La replica gigante della Champions League esposta all'Olympiastadion

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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La curva del Barcellona

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Una suggestiva immagine dello stadio al tramonto

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Entusiasmo a mille per i tifosi bianconeri

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Dopo i rumors sulla cessione la società nerazzurra ha immediatamente diffuso un comunicato stampa per smentire le voci. "Il club nega categoricamente che il presidente e azionista di maggioranza Erick Thohir stia prendendo in considerazione l'ipotesi di cedere il suo 70% di quote del club o parte di esso. Come parte della strategia a medio-lungo termine, il club ha chiesto a Goldman Sachs di vagliare la possibilità di identificare potenziali futuri partner commerciali in Asia".

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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La Coppa dei Campioni esposta in campo prima del match

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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In tribuna anche Adriano Galliani, che di Champions se ne intende...

I protagonisti della finale (in campo e sugli spalti)

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Selfie per una tifosa juventina

Lo svantaggio con cui i bianconeri tornano negli spogliatoi, insomma, è il danno minimo possibile, anche se gli indicatori sono tutti negativi: possesso palla dominante del Barcellona (66%), errori in serie nella fase di costruzione, zero apporto da Pirlo che viene guardato a vista tutte le volte che la Juventus prova a ripartire. Soprattutto un solo misero tiro verso Ter Stegen (minuto 44) a conferma di una generale impotenza bianconera. Il calcio, però, è materia liquida e così alla ripresa delle ostilità arriva anche il momento della Juventus.

Succede su una delle poche verticalizzazione riuscite, con Morata a castigare Ter Stegen e a dare inizio all'altra partita, quella in cui Luis Enrique deve alzarsi dalla panchina per cercare di scuotere con forza i suoi, smarriti e tremebondi tutte le volte che il pallone finisce nella metà campo catalana. Dura un quarto d'ora esatto. Poi Messi accende la luce, Buffon fa quello che può è Suarez sentenzia. Game over. Non perché la Juve non ci provi fino alla fine, ma per la sensazione immediata che l'attimo fuggente sia svanito, bruciato troppo in fretta, soffocato quasi sul nascere.

Il gol annullato a Neymar (scorretto nelle proteste), i tentativi di Allegri con Pereyra, Coman e Llorente dentro al posto di Vidal, Evra e Morata, insieme all'antico vizio del Barcellona di non uccidere avversario e partita, spostano la sentenza fino al goal conclusivo di Neymar per il 3-1 che precede di un soffio il triplice fischio del turco Cakir. Finisce con la festa catalana sul prato dell'Olympiastadion e con le lacrime bianconere. Ancora una volta, per la sesta in otto finali. Una maledizione, ma questa Juve è tosta, lascia Berlino a testa alta, sta programmando il futuro e un giorno tornerà a giocarsi la vittoria in Champions.

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