Band Aid 30, ecco il video di "Do They Know It's Christmas?"

Inizia con 18 secondi di toccante silenzio, in sottofondo solo il sibilo di un respiro tra le maschere, nelle immagini un corpo magrissimo, riverso su un materasso senza rete, portato via con struggente lentezza. Continua altrove, lontano, a Londra: con i flash dei fotografi davanti a una sfilata di star. One Direction, Bono, Chris Martin, Ed Sheeran. «È Natale, non c’è bisogno di aver paura» intonano i protagonisti del singolo benefico i cui ricavati saranno destinati per intero a supportare le nazioni dell’Africa Occidentale nella lotta contro il virus Ebola. Tutti noi possiamo dare un contributo acquistando il singolo su iTunes, oppure effettuando una donazione diretta.   

Il copione è quello abbastanza classico, stereotipato finanche, con tutti i dettagli e gli stacchi tipici dei video realizzati in sala d’incisione. In questa nuova versione di «Do they know it’s Christmas?» (l’originale firmata da Bob Geldof e Midge Ure, datata 1984, fu dedicata a combattere la carenza di cibo in Etiopia), prevale soprattutto una forte dose di intimismo, un’atmosfera delicata ma non dimessa. Apre la boyband superstar, gli One Direction al gran completo, segno della legge dei tempi e del mercato – ma se alimenterà il boom dei download, ben venga – segue Ed Sheeran, occhi serrati e trasporto totale, Bono sorveglia poi entra con la sua strofa, Chris Martin brilla, Sinead O’ Connor forse esagera con i virtuosismi vocali e i movimenti sincopati della testa, Sam Smith ed Ellie Goulding sono ineccepibili.

Ciascuno degli artisti è fedele a se stesso, al suo timbro vocale, restituisce al brano un’impronta così unica e allo stesso tempo così tipica. Sparuti gruppetti per i cori, ancora qualche assolo, fino all'urlo finale, alla parata dei talenti, tra le foto di rito e gli abbracci. Tutto già visto, eppure nuovo. Da vedere, anzi leggere, i titoli di coda, che spiegano le finalità del progetto, svelano i tempi di lavorazione (36 ore in tutto), ovviamente sottolineano che tutti hanno dato il loro contributo in modo gratuito, «per essere parte della storia», con una chiosa un po’ enfatica. O forse no. Lo diranno i numeri. La musica c’è, il video anche. Adesso tocca a noi.

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