'Apocalipstick' di Charlotte Marin e Marion Michau. La recensione

Charlotte Malère è una giornalista freelance della rivista Cinérama. Più brillanti degli articoli che scrive sono decisamente le sue evoluzioni sotto le lenzuola con il bell’attore parigino Richard Buovier, il prototipo dell’uomo infedele in continuo procinto di lasciare la moglie.

Di Charlotte intuiamo che è bionda (decolorata), formosa (strizzata per meglio dire in abitini sexy), e circondata dai suoi amici di sempre: Paul, Laure, Maya e la sorella Dolphine. Nessuno di loro è perfetto, figuriamoci se lo può essere Charlotte.

Apocalipstick (Ultra) è una storia leggera (come Bridget Jones dopo la dieta) e la curiosità che mi ha spinta a leggerlo è dettata da una delle sue autrici, Charlotte Marin che insieme a Marion Michau ha scritto una storia leggera. E divertente. Charlotte Marin è un volto notissimo in Francia, ma non solo: attrice, scrittrice e cantante di successo, forse la ricordate per essere stata la dott.ssa Isabel “Izzie” Stevens di Grey’s Anatomy come anche Julia di Mission Impossible 3.

L’omonimo personaggio di Apocalipstick si deve destreggiare tra l’intervista che la porterà alla celebrità e un nuovo affascinate uomo, Martin.
Quando il capo di Charlotte, Gilles, le assegna il pezzo lei già sogna la vittoria (e un incarico permanente al giornale). Peccato che giunga nel momento sbagliato, quello in cui è furiosa con Richard. Perché ovviamente il destino è sempre beffardo e il bell’attore da intervistare è il “suo” Richard, quello che l’ha scaricata.

Martin diventa protagonista inconsapevole del bidone tiratole da Richard, ma come in tutte le belle storie d’amore che si rispettino (non ve l’avevo detto che si trattava di amore?), il dramma prima del lieto fine è dietro l’angolo.
Occhio però ad attraversare la strada…

Apocalipstick
di Charlotte Marin e Marion Michau
Ultra, 2016

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