Economia
December 19 2017
È stato inaugurato il 20 dicembre dalle autorità egiziane Zohr, il giacimento di gas più grande mai scoperto nel Mediterraneo. Scoperto dall'Eni appena due anni fa è stato messo nelle condizioni di produrre in tempi record. Della concessione di sfruttamento l'Eni ha il 60%, dopo aver ceduto il 30 alla russa Rosneft e il 10 alla Bp.
Piazzato a una distanza di un centinaio di chilometri dalle coste egiziane, esteso per 100 chilometri quadrati e profondo quanto il massiccio altoatesino del Sella, il giacimento dovrebbe contenere 850 miliardi di metri cubi di gas. Una quantità di metano che per l'80-90% andrà agli egiziani e che, a regime, consentirà al Paese africano di conquistare l'autonomia energetica il prossimo anno e di diventare un "hub" regionale.
Come ha dichiarato il ministro del Petrolio, Tarek al-Molla, "la posizione che vorremmo raggiungere è quella di hub energetico regionale, non solo per il gas, ma anche per il greggio e per i prodotti petroliferi. L’Egitto gode di una collocazione geografica privilegiata, tra il Mediterraneo e il Mar Rosso. Abbiamo gli oleodotti, grazie ai quali riceviamo già tutto il greggio arabo proveniente dai Paesi del Golfo, e il canale di Suez. Attraverso questi asset potremo raggiungere quell’interazione globale che un hub deve offrire".
Oltre a dare un colpo di acceleratore all’economia, l'Egitto potrà anche aumentare il suo peso geopolitico nell'area. Per quanto riguarda l'Italia, il giacimento dovrebbe consentire un riavvicinamento tra Roma e Il Cairo, i cui rapporti si sono gravemente incrinati per il caso di Giulio Regeni (il giovane ricercatore italiano assassinato in Egitto). L’Eni dal canto suo, può mettere a bilancio riserve ufficiali per circa 300 milioni di barili di petrolio equivalenti ma soprattutto può riportare il Mediterraneo al centro dello scenario energetico internazionale: altre scoperte delle dimensioni di Zohr non sono da escludere.