«Nella mia scuola ogni spazio diventerà un'aula. Anche la Chiesa. Così niente didattica a distanza».

Panorama ha deciso di chiedere ai presidi delle scuole d'Italia come stanno «reinventando» i propri istituti nel caos generale, con linee guida confuse. Una missione in cui i dirigenti scolastici rischiano in prima persona e sono lasciati soli. Cominciamo questa settimana una scuola paritaria cattolica di Milano: l'Istituto San Giuseppe La Salle di Milano - Preside: Massimo Guerreschi

Mancano poche settimane alla riapertura delle scuole. I dirigenti scolastici sono in affanno per garantire la sicurezza sanitaria richiesta dal ministero dell'Istruzione per studenti e personale. Ma nel caos generale, con linee guida confuse, scarsità di risorse e responsabilità in capo ai singoli presidi, c'è chi deve fare i salti mortali e affrontare difficoltà ancora maggiori. Sono le scuole paritarie, che spesso non possono contare sull'aiuto di comuni e province per reperire spazi alternativi e, per ora, non hanno beneficiato di aiuti economici diretti o indiretti.

Massimo Guerreschi è preside all'Istituto San Giuseppe - La Salle di Milano, 450 studenti e 45 tra docenti e collaboratori.


Massimo Guerreschi


Professore, cosa distingue le scuole paritarie da quelle "pubbliche"?

Dal punto di vista formale non c'è alcuna differenza, da vent'anni ormai ci sono le scuole pubbliche statali e le scuole pubbliche paritarie. Quindi noi siamo scuole pubbliche a tutti gli effetti, con gli stessi obblighi e le stesse indicazioni del ministero da seguire. Le scuole paritarie che prevedono una retta al di sotto dei 6500 euro sono considerate senza scopo di lucro e ricevono un finanziamento ordianrio di qualche centinaio di euro da parte dello Stato. Ben poca cosa se si considera che la Fondazione Agnelli ha stimato in 8000 euro il costo per uno studente della scuola statale.

Le scuole statali hanno ricevuto finanziamenti dal Governo, stanziati appositamente per fronteggiare l'emergenza covid, dai fondi per la didattica a distanza a quelli per l'adeguamento alle linee guida sul distanziamento tra studenti. Anche voi avete avuto un sostegno economico pubblico?

Ad oggi non abbiamo ricevuto alcun aiuto economico da parte dello Stato per adeguarci alle prescrizioni del comitato di consulenti del Ministero. E così per gli altri istituti. Dei trecento milioni previsti dal Decreto rilancio non abbiamo visto ancora un euro. Per questo molte scuole paritarie sono in grande difficoltà e sempre di più sono costrette a chiudere, magari dopo decenni di attività apprezzata e meritoria.

Voi al San Giuseppe come vi state organizzando?

Siamo da sempre abituati a rimboccarci le maniche senza aspettare aiuti dall'alto. Per fortuna possiamo contare su aule ampie e luminose e non abbiamo necessità di dividere le classi per distanziare gli studenti. Abbiamo anche approfittato della nostra cappella interna, l'abbiamo riadattata per dare spazio alle necessità degli alunni. Per quanto riguarda gli ingressi scaglionati abbiamo aperto le uscite di emergenza, portando a tre gli ingressi separati dell'istituto. Non modificheremo gli orari delle lezioni se non per minimi aspetti per gestire al meglio i momenti di pausa e la mensa. E non faremo ricorso alla didattica a distanza, salvo che non ci sia un nuovo lockdown.

Per la mensa come vi siete organizzati?

È già stato approvato un piano di turnazione e di modalità di igienizzazione per garantire la somministrazione dei pasti a tutti gli studenti, dai più piccoli ai più grandi, sempre osservando le indicazioni sul distanziamento.

Siete pronti alla prima campanella dunque?

Si, ma mancano ancora alcune indicazioni precise su dettagli apparentemente insignificanti ma invece di grande importanza. Per esempio per la scuola dell'infanzia. Come in tutte le scuole abbiamo sempre previsto che i genitori possano accompagnare i bambini fin davanti all'aula, per spogliarli e togliergli le scarpe. Fino a dove potranno arrivare ora all'interno dell'edificio? Questo determina quanto personale aggiuntivo reperire per accompagnare i bambini nelle sezioni. Ancora non ci sono indicazioni, ma in ogni caso siamo pronti a provvedere con gli insegnati e i collaboratori scolastici. Come detto non ci faremo trovare impreparati e garantiremo ai nostri studenti la migliore didattica nella massima sicurezza, anche perché facciamo parte di una rete nazionale e internazionale di nostri istituti con cui possiamo confrontarci costantemente.

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