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Economia

Agenzia per l'Italia digitale: rush finale per la nomina del direttore generale

Chi sarà il nostro superzar digitale? C’è già chi chiama così il direttore generale della neonata Agenzia per l’Italia digitale prevista dal decreto Crescitalia, che lo vorrebbe nominato entro venerdi 27. Ma l’identikit è ancora incerto. Il governo ha chiesto a una società di executive search, l’italiana Keytopeople una lista di candidati. La giostra dei nomi è già affollata. In ambienti confindustriali si fa il tifo per Stefano Parisi, presidente di Confindustria digitale, che si schermisce con una battuta: "Io ho da pensare a Chili, la web tv che ho appeno lanciato".

In corsa anche Salvo Mizzi, responsabile Internet di Telecom, e Luciano Martucci, numero uno di Ibm fino al 2009 e ora presidente della società di consulenza The Innovation Group. "Non è una nomina soggetta a trattiva politica, perché è di competenza del governo", spiega l’onorevole Paolo Gentiloni del Pd. Quindi potrebbe essere fatta prima della conversione del decreto. Non è escluso che si peschi all’interno del management pubblico.

In questo caso si fanno i nomi di Roberto Sambuco, capo dipartimento comunicazioni del ministero dello Sviluppo Economico, Alessandro Fusacchia, coordinatore della task force sulle Start Up voluta dal ministro Passera, e Mario Calderini, consigliere per l’Innovazione del ministro dell’Università Profumo. Circolano anche ipotesi improbabili come quella di Paolo Ainio, leader del gruppo digitale Banzai che difficilmente lascerebbe, o Paolo Barberis, fondatore di Dada e componente della task force Start Up.

La scelta probabilmente slitterà a settembre, se il governo deciderà di aspettare che vengano definite le regole di funzionamento dell’Agenzia, in discussione in questi giorni alla Camera. Il profilo richiesto,infatti, potrebbe cambiare. "Questa è una grande occasione", dice Antonio Palmieri, responsabile Internet del Pdl. "Ma molto dipenderà dalla figura scelta".  Aspettando che arrivi Digitalia, il decreto promesso da Passera, che ci ha messo la faccia (come lui stesso ama spesso ripetere), e la cui attuazione dovrebbe essere il principale compito dell’Agenzia.

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