Alessandra Amoroso: "Amore Puro", la recensione
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Alessandra Amoroso: "Amore Puro", la recensione

Dal 24 settembre il quarto album dell'artista nata a "Amici" e cresciuta nel cuore degli italiani

Cosa ti aspetti dal nuovo album di Alessandra Amoroso? Emozioni. Nulla di più, nulla di meno. Vuoi Sandrina, la persona, quella che non devi per forza chiamare per cognome. Quella struccata, quella senza abiti di alta sartoria, quella che ci stringe il cuore se piange fin da quando portava il tutone blu con qualche chilo di troppo.

"Amore Puro" è stato incanalato e promosso come un album di maturità. Tiziano Ferro, 33 anni, un anno fa portava i provini di questo disco a una ragazza che allora ne aveva 26. Si guardano in faccia e cercano di dare vita a quelle emozioni scritte sulla carta e cantate in demo da rifinire. Tiziano scrive parole semplici con significati complicati, lo fa da sempre.

Questa unione, questa produzione, era una missione impossibile.

Nei talent show una delle frasi più ricorrenti dei giudici dopo aver fatto cantare, per dire, "Sere Nere" è: «Interpretare un brano di Tiziano Ferro è difficile, è un atto di coraggio». Perché la connessione tra ciò che scrive il cantautore e come viene portato da lui sul palco è fortissima.

È come se le sue canzoni non si volessero staccare da lui.

Alessandra Amoroso ha fatto la cosa più intelligente che si potesse fare, rispettare quei testi consapevole delle proprie possibilità. Quelle di una ragazza con grandi doti e una responsabilità gigante che le ha fatto un po' paura. È così che canzoni come «Amore Puro» appaiono come abiti cuciti addosso a lei, lo abbiamo scritto, ma altri sono ribelli, le scappano dalle mani.

La cantante dei record in queste 11 tracce ha portato in ogni caso tante novità e consolidato alcune certezze. La prima certezza la sapevamo da tempo: è un'interprete che diventa famosa con le ballad ma che ha un agio naturale verso le canzoni solari. È per questo che «Starò meglio» vibra sul suo corpo in modo speciale (non è un potenziale singolo, ma è un brano bellissimo da ascoltare) così come «Hell or High Water», la scuote da dentro e scuote anche noi.

Ed ecco la seconda cosa che conoscevamo già: non c'è niente da fare, quando canta una canzone di Federica Camba e Daniele Coro, anche se questa è di una pasta molto diversa dal passato di hit famose come «Immobile» e «Senza Nuvole», è proprio in «Non sarà un arrivederci» che sprigiona le sue doti migliori. E si staglia ben sopra il duetto con Biagio Antonacci in «Non devi perdermi». Girala come vuoi, ma il matrimonio Amoroso/Camba/Coro è speciale.

La novità è invece che Alessandra appena canta due parole di una canzone scritta da lei, ti stende in un sol colpo. Lei, all'Amore Puro Day è in lacrime. «Da casa mia», quella canzone che lei ha detto di amare più di altre è proprio Sandrina, quella che puoi anche chiamare senza cognome e che ti racconta quanto è legata alla sua terra e ai suoi amici che non la lasceranno mai e infatti sono lì, davanti a lei mentre canta per la prima volta in pubblico quelle canzoni e loro le conoscono già a memoria. Lo capisci, lo senti, non hai dubbi. Alessandra è viscerale.

Non si dica che Alessandra Amoroso è ancora quella cantante che urla e che non ha niente da dire, anche perché nell'album «Amore Puro» fa un'esplorazione e uno studio sulla sua voce eccellente, fa un salto di qualità pazzesco in un brano stupendo come «Fuoco D'Artificio», il pezzo scritto da Emeli Sandé in inglese e adattato da Tiziano Ferro in italiano. È da lì che senti c'è una scintilla che continua a bruciare, una miccia che non è ancora esplosa del tutto.

«Amore Puro» è un album patrimonio. Lo sentiremo ai concerti di novembre, lo sentiremo in televisione nei prossimi mesi, lo sentiremo dal vivo tra qualche anno. Siamo sicuri che Alessandra sui testi di quell'album si spaccherà ancora la testa come quando devi risolvere un Sudoku di alto livello e siamo certi che sarà sempre più in grado di portare sul palco (e su quelle tracce) il suo vissuto, il suo dolore, le sue esperienze di vita. Anche in parole non scritte da lei.

La missione impossibile, la grande sfida di Alessandra Amoroso, è nel punto in cui il protagonista fa un salto altissimo da un palazzo in fiamme, il tempo si ferma, tu la vedi da ogni angolo lucidamente ma ancora non la vedi atterrare sana e salva, con uno sguardo lucido e consapevole in primo piano, pronta per spiccare un nuovo volo. Riguardi di nuovo la scena, la riguardi di nuovo, la riguardi di nuovo, ti viene il groppo al cuore ma il finale è ancora da scrivere.

Per ora brava Alessandra, c'è ancora molto lavoro che ci aspetta.

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Alessandro Alicandri