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Marco Morello
Tecnologia

AirPods 2 di Apple, la nostra recensione. Comprarli oppure no?

Non rivoluzione, ma evoluzione avvertibile. Per chi ha senso acquistarli e per chi è meglio lasciar perdere

L’approccio ai nuovi AirPods (in tanti li battezzano al femminile, ma sono auricolari) è il solito atto di tracotanza da parte di Apple. Mentre per gli altri modelli della concorrenza bisogna tuffarsi in una giostra di protesi, supporti e gommini custoditi in bustine di plastica lillipuziane sigillate con il mastice, questo è subito pronto all’uso. A livello statistico – non ne abbiamo evidenza numerica, ma sarebbe da schizofrenici da parte di Cupertino insistere su questa linea se valesse il contrario – si saldano nell’orecchio: è ciò che accade nella maggior parte dei casi. Anche in palestra. Anche quando si corre. Ecco il primo discrimine: se per voi non vale questo plebiscito morfologico, se oscillano, basculano o danno la sensazione di volersi separarsi dal vostro corpo a ogni singola falcata, lasciate perdere. Li maledirete ogni giorno, anzi ogni minuto.

Tempo di unboxing

Via la scatola, con dentro l’essenziale. La manualistica ossuta che nessuno comunque legge mai, il solito cavo con connettore lightning (Usb-C, dove sei?), la scatoletta che fa tanto contenitore per le pillole. È la solita, ma perché cambiarla. Piace sempre in quanto ha tanto senso: è piccola, tascabilissima, potente, funzionale. Ha guadagnato la ricarica wireless, per i patiti di questa tecnologia. Ma francamente il nuovo attributo è un vezzo, un orpello. Rinvigorisce in pieno e da zero gli AirPods per quattro o cinque volte, vi troverete a buttarci corrente sì e no tre volte a settimana, anche se siete dei cuffiainomani. Diciamo che l’opzione non cambia la vita. Come non cambia l’aspetto esteriore degli auricolari. Però le differenze tecniche si avvertono non appena si comincia a utilizzarli.

Accoppiamento fulmineo

Intanto, si abbinano al telefono o a qualsiasi altro dispositivo dotato di Bluetooth in un baleno. Mentre con molti altri prodotti state ancora cercando di capire come costruire il ponte invisibile, con il modello di Apple state già canticchiando la vostra canzone preferita, la prima che lancerete, che conoscete a memoria e volete sentire come suona. Anche il passaggio da un device e l’altro è un gioco da ragazzi: una volta fatto il primo abbinamento, basta andare nella schermata del Bluetooth su Mac, Apple Tv, pc, iPad, tablet, iPhone o smartphone Android, cliccare su AirPods e quelle si spostano subito, migrano verso il segnale che le reclama. Un ottimo bonus. Nuovo discrimine da appuntare: se usate le cuffie per vari gadget, queste cuffie molto versatili vi semplificano sul serio la vita. Specie se tale gincana tra device è parte della vostra routine lavorativa e dunque se ogni cosa non fila a dovere quando serve, si aggiunge inutile stress ad alto stress.

Apple-dentroIl contenuto della confezione dei nuovi AirPods di AppleMarco Morello

Resa audio e autonomia

Bene, ora basta tentennamenti. Prendiamo il toro per le corna. Come suonano? Noi rispondiamo leggermente meglio della prima generazione di AirPods. Ma, detto con brutale onestà, perché le abbiamo da tempo e può essere che tra sporcizia e usura possano avere perso qualche colpo, pur rimanendo perfettamente funzionali. Però, sulla carta, la resa audio dovrebbe essere la medesima. Comunque, al solito, ottima: giusta calibrazione tra bassi e alti, senza che i primi prevalgano sui secondi pregiudicando la nitidezza di un brano. Come va la batteria? Meglio. Se siete dei ciarlieri, se li usate soprattutto per le conversazioni, parecchio meglio. Comunque siamo su varie ore (dipende da vari fattori d’uso quotidiano, stiamo intorno alle quattro). E se le alternate, magari ricaricandone una per un po’ prima che vada del tutto a secco e poi facendo lo stesso con l’altra, ci trascorrete una giornata intera senza intoppi, salvo qualche intervallo di audio mono. Se è per le chiamate, il disagio è ininfluente. Se le adoperate da bulimici per piacere, beati voi. Ma non crediamo davvero che vogliate stare per mezza giornata consecutiva isolati dal mondo, quindi è un finto problema. Insomma, per farla breve: prova superata sia lato audio che lato autonomia. Siamo ai migliori livelli sul mercato. Se non avete gli AirPods di prima generazione, l’acquisto ha più che senso. Anzi, sbilanciamoci: è assolutamente consigliabile. Sono un oggetto trendy (l’effetto mezzo spazzolino nelle orecchie è stato sdoganato e perdonato), che funziona a dovere. Si paga, sì. Ma non si strapaga per quello che offre.

Dalla prima alla seconda generazione

Cosa fare se invece siete già in possesso del vecchio modello? Considerato che a livello estetico sono identici, dunque nessuno si accorgerà della differenza (va bene, il portapillole ha la luce fuori anziché dentro, ma lo noterà al massimo il compagno di banco o di scrivania), il passaggio assume senso se siete utenti assidui di casa Apple. Perché l’integrazione con Siri, la possibilità di attivare l’assistente a voce, senza toccare il telefono, dà dipendenza. Ha una sua utilità funzionale e logica. Impartendo comandi stringati si alza e si abbassa il volume, si effettuano telefonate, mentre l’iPhone rimane nella tasca. Tuto fila liscio. Gli AirPods diventano un dispositivo veramente a sé stante, dotato di una sua intangibile intelligenza oltre la valenza estetica e l’efficacia sonora. Se invece volete usarli con un pc o con uno smartphone/tablet Android e il primo modello non è malandato o talmente usurato da scaricarsi in fretta, non ne vale la pena. Anche perché se siete fanatici della ricarica wireless (il perché, per chi scrive, rientra nei confini dell’inspiegabile, ma ciascuno coltivi le sue legittime perversioni), potete sostituire solo lo scatolotto. Costa tanto, 89 euro. Comunque meno di tutto il pacchetto.

Il riepilogone

Caso A

Non ho gli AirPods, ho constatato da un amico non schifiltoso che stanno bene nel mio orecchio. Li voglio, che diamine! Crepi l’avarizia.

Comprare.

Caso B

Ho gli AirPods di prima generazione e uno smartphone Android. Anzi, sai che c’è: funzionano ancora bene/discretamente.

Non comprare. Al massimo dargli una bella ripulita.

Caso C

Ho gli AirPods di prima generazione, però ho iPhone, iPad, Mac, Apple Tv. E con Siri ho una certa confidenza.

Comprare. E usarle, più di tutto, per tenere gli occhi alla larga dallo schermo.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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