Airlander, l'aereo infinito che vola per settimane e atterra dappertutto
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Airlander, l'aereo infinito che vola per settimane e atterra dappertutto

La forma ricorda un dirigibile, decolla come un elicottero ed è lungo quanto un campo di calcio

È un collezionista di record: è lungo 91 metri, quanto un campo da calcio regolamentare. Undici metri in più di quel bestione dei cieli dell’Airbus A380 che sfiora quota 80. Ma non è solo l’aereo più grande al mondo. È anche il più tenace, visto che con un pieno di carburante riesce a volare per tre settimane di fila. Inoltre, consuma fino all’80 per cento in meno rispetto a un tradizionale aeromobile, dimostrandosi un caro amico dell’ambiente, in grado di fare breccia nel cuore di chiunque abbia una sensibilità green.

Certo, non è proprio una saetta rispetto ai suoi rivali alati, raggiunge la velocità massima di 160 chilometri all’ora. Ma compensa, e ampiamente, con i suoi 21 giorni di quota ininterrotta: a conti fatti, può fare per due volte il giro del mondo senza sfiorare il suolo. Raggiungendo quota seimila metri, dunque alzandosi abbastanza per non dover aggirare troppe colline e montagne, tranne forse qualche colosso dalla chioma ghiacciata sparso qua e là tra i vari continenti. Non è finita: come un grosso aereo riesce a trasportare carichi significativi, passeggeri inclusi, ma nonostante pesi ben 20 tonnellate, ha le doti da libellula di un elicottero.

Per decollare o atterrare, infatti, non ha bisogno di una lunga pista. E nemmeno di una breve. Può alzarsi e abbassarsi in verticale. Sull’asfalto, oppure, grazie ai particolari cuscinetti installati sulla parte inferiore, in mezzo a un deserto, al mare o all’oceano (sì, galleggia pure). In generale, ovunque ci sia abbastanza spazio per accogliere senza patemi la sua poderosa stazza.    

Sì, verissimo, la sua forma ricorda quella di un dirigibile e come carburante utilizza l’elio, ma non è improprio paragonarlo a un aereo: come concetto siamo ben oltre quei molossi sospesi a mezz’aria che attraversavano le nuvole già a inizio Novecento. L’Airlander, infatti, non è un semplice pallone pieno di gas: ha una corazza realizzata in Kevlar, una fibra sintetica flessibile ma resistente abbastanza, assicurano i suoi creatori, da resistere agli spari di una pistola.

La precisazione non è azzardata, né superflua: un mezzo di trasporto del genere è l’ideale per far arrivare viveri, medicinali, generi di prima e anche seconda necessità in zone remote, difficili da raggiungere per aerei ed elicotteri tradizionali, semplicemente perché a un certo punto hanno bisogno di bere litri di carburante e proibitivi per le navi o mezzi su gomma. Zone anche delicate, pericolose, dove lungo il tragitto qualcuno potrebbe aprire improvvisamente il fuoco. Ecco perché Airlander, con il suo misto di leggerezza e resistenza, è un ottimo candidato.

Anche per il trasporto passeggeri può avere un suo potenziale, ma forse più per una crociera a mezza quota che per veri trasbordi da un punto all’altro del globo. Banalmente per il fattore tempo. A meno che godersi la lentezza (relativa) del viaggio, sia l’obiettivo e la promessa di valore di chi lo venderà come pacchetto turistico.

Come ogni progetto futuristico e complesso, che strizza l’occhio e prende in prestito diverse tecnologie esistenti declinandole in modo originale, ha avuto una gestazione lunga e con qualche travaglio. La società inglese che lo ha ideato, la Hybrid Air Vehicles, quattro anni fa aveva ottenuto un finanziamento dall’esercito americano per il suo sviluppo. I tagli di budget hanno però spinto gli Stati Uniti ad abbandonare l’idea e a rivendere il prototipo incompleto ai suoi stessi produttori per 300 mila dollari, meno dell’1 per cento dei costi necessari per costruirlo. Esatto, avete fatto bene i conti, per metterlo in quota servono 30 milioni di dollari, circa 21,5 milioni di euro.

Ma la sua epopea non è tristemente tramontata, anzi: il governo di Sua Maestà ha avuto un moto di sciovinismo e ha finanziato la compagnia con 2,5 milioni di sterline (3 milioni di euro) per continuare a lavorare sulla tecnologia da applicare al prototipo. Che a dicembre affronterà un volo di test. Un altro passo in avanti verso un modello definitivo di Airlander, nuovo gigante che brama il suo posto tra le nuvole.
  

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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