Addio a Ralph Baer, l'inventore della console
Si è spento a 92 anni il pioniere dei videogames. Nel 1966 concepì la prima console per TV, commercializzata 6 anni dopo dalla Magnavox
Ralph Baer nasce l'8 marzo 1922 da una famiglia ebrea della Germania sud-occidentale. Nel 1938 fugge con la sua famiglia negli Stati Uniti attraverso i Paesi Bassi.
Negli Usa si diploma come tecnico radio e tra il 1943 e il 1945 è nell'esercito americano, prima in patria poi in Inghilterra e Francia. Nel dopoguerra si specializza come tecnico della nascente televisione. Quindi dai primi anni '50 si occupa di apparecchiature radar per l'industria della difesa, fino ad approdare alla Sanders, uno dei leader del settore. Si occupa di apparecchiature per il radioascolto tra cui alcuni impianti utilizzati in Germania Ovest durante gli anni del muro di Berlino.
L'idea di una console per videogiochi matura nella mente prolifica di Baer già negli anni '60. Precisamente è il 1966 quando Ralph è in New Hampshire a lavorare per la Sanders. Mentre è alla fermata di un autobus in attesa di un collega, ha una vera e propria "folgorazione". Da anni è alla ricerca di una funzione alternativa della televisione. I giochi sul piccolo schermo sembrano essere la vera soluzione. In pochi minuti appunta 4 pagine manoscritte per la realizzazione di un "game box" economico e interattivo. Il progetto prende piede in poco tempo, mentre Ralph continua a lavorare per la più grande azienda di sistemi di difesa. In un piccolo laboratorio nasce l'anno seguente il prototipo della prima consolle, la "Brown Box", già in grado di offrire una serie di giochi di abilità, sport, quiz. E'dotata anche di un fucile che interagisce con lo schermo televisivo.
Odyssey
Lo sviluppo del primo video game per uso domestico continua durante i due anni successivi. Quando il prototipo fu commercializzabile, Baer e la Sanders si affidarono alla Magnavox, un produttore importante di apparecchi televisivi con rete distributiva in tutto il territorio nordamericano. La consolle fu ribattezzata "Odyssey" e messa in vendita ad un prezzo abbastanza elevato: 100 dollari esclusa la periferica-fucile ottico. Nonostante il prezzo impegnativo, furono oltre 350.000 le Magnavox Odyssey della prima serie vendute tra il 1972 e il 1975. Il carattere innovativo del videogioco a cartucce era notevole per quegli anni. Basti pensare che i più grandi produttori di giochi per intrattenimento pubblico (i cosiddetti "arcade games") erano ancora per la maggior parte giochi elettromeccanici. Nel 1976 la Magnavox intenta e vince una causa contro la neonata Atari, accusata di aver copiato la Odyssey. LA causa è vinta e per la società per cui lavora Baer è un'iniezione di liquidità notevole.
Simon
Nonostante il successo iniziale, la Odyssey perse presto la spinta commerciale dovuta a diversi errori di comunicazione e distribuzione. Era venduta infatti soltanto dai negozi Magnavox e molti erano convinti che fosse compatibile soltanto con i televisori prodotti dalla casa. Verso la fine degli anni '70, poi, si affacciarono sul mercato altri produttori di videogiochi che offrivano prodotti simili ad un prezzo competitivo, tra i quali la stessa Atari e l'astro nascente Nintendo. Ma l'estro creativo di Ralph Baer non si esaurì con l'invenzione della Odyssey. Nel 1978 concepì un gioco che avrebbe spopolato a cavallo tra gli anni 70 e il decennio successivo. Stiamo parlando del gioco di abilità "Simon", il gioco compatto caratterizzato dai quattro pulsanti di diverso colore che, illuminandosi casualmente associati a suoni, impegnavano il giocatore nella riproduzione della sequenza prodotta dal gioco di abilità.
Nel 2006 Baer sarà insignito dall'allora Presidente USA George W. Bush della National Medal of Technology and Innovation, mentre nel 2010 sarà introdotto nella National Inventors Hall of Fame.
Le consolle di Baer e tutti i documenti e i prototipi dalla "Brown Box" alle ultime versioni della Odyssey e del Simon sono conservati presso lo Smithsonian National Museum of American History.
IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA MAGNAVOX ODYSSEY DEL 1972