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Il primo elicottero su Marte si prepara per il decollo con un portafortuna “segreto”

Il primo elicottero su Marte si prepara per il decollo con un portafortuna “segreto”

Caricate le batterie (solari) il primo elicottero mai atterrato su Marte è pronto ad alzarsi nel cielo del pianeta rosso grazie anche ad un pezzo di stoffa dal valore storico inestimabile


Un minuscolo pezzo di tela appartenuto nientemeno che al Flyer dei fratelli Wright volerà nel cielo di Marte tra pochi giorni, almeno se tutto andrà secondo i piani della Nasa, che prevedono di aver accumulato abbastanza energia nelle batterie di Ingenuity (ingegnosità, così si chiama), entro l’8 aprile prossimo. Nel piccolo drone-elicottero mandato sul pianeta rosso insieme al rover Perseverance il 18 febbraio scorso, precisamente sotto uno dei pannelli solari che lo alimentano, è stato infilato anche il prezioso reperto come portafortuna, un pezzetto grande quanto un francobollo scelto tra i minuscoli frammenti di tessuto originale che non potevano più essere restaurati e riposizionati sull’ala del Flyier 1903, ovvero l’aeroplano che tutto il mondo considera essere stato il primo mezzo a motore “più pesante dell’aria” ad inaugurare la storia dell’aviazione il 17 dicembre di quell’anno.



Il primo elicottero su Marte si prepara per il decollo con un portafortuna “segreto”


“Wilbur e Orville Wright hanno inaugurato la mobilità aerea come una dimensione per poter viaggiare qui sulla Terra”, ha detto durante una conferenza stampa Bob Balaram, ingegnere capo di Ingenuity al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, nel sud della California, “allo stesso modo speriamo che Ingenuity ci permetta anche di espandere e aprire la mobilità aerea su Marte. Così abbiamo pensato di posizionare sotto un pannello solare del drone questa vera reliquia”.

Il drone pesa 1,8kg, è posizionato al di sotto del rover e secondo il programma della Nasa dovrebbe effettuare almeno cinque brevi voli non più lunghi di un minuto e mezzo nell’arco di un mese terrestre, a partire da quando – batterie a parte – il rover avrà calcolato che le condizioni del vento marziano lo permetteranno.

La procedura per il dispiegamento sarà lunga e complessa, le missioni vedranno il drone rimanere tra i tre e i sei metri di altezza e rimanere nei dintorni del rover, a non più di cinquanta metri. Ma se i voli avranno successo l’esplorazione aerea del pianeta potrebbe essere una caratteristica delle missioni previste nei prossimi anni. Per questo la configurazione scelta dagli ingegneri del Jpl è stata quella di dotarlo di due rotori contro rotanti (eliche che girano in senso opposto l’una dall’altra), dotate di controllo dell’inclinazione delle pale, ovvero di un sistema del tutto simile a quello presente su taluni elicotteri. La soluzione permette di consumare meno energia per sviluppare più spinta e di non superare i 120 centimetri di diametro dei rotori montati su un corpo centrale a forma di parallelepipedo (13.6×19.5×16.3 cm) al quale sono montate le gambe lunghe circa 40cm. Sopra le eliche trovano posto il pannello solare e l’antenna che consente ad Ingenuity di collegarsi sia a Perseverance, sia al Mars Orbiter, il satellite che funziona da ripetitore di segnali verso la Terra. Droni aerei più grandi di Ingenuity, che possiede soltanto due videocamere ma nessuno strumento scientifico, potrebbero esplorare il terreno in avanscoperta e facilitare il lavoro dei rover, nonché raccogliere dati e piccoli campioni di materiale in modo autonomo, specialmente in luoghi difficili da raggiungere. Con questa idea la Nasa sta progettando altri velivoli automatizzati destinati anche a missioni non marziane, come il grande Dragonfly (libellula) che nel 2027 partirà per la sua missione di esplorazione su Titano, dove atterrerà nel 2036.

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