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La forza rigenerante della inverno-terapia

La forza rigenerante 
della 
inverno-terapia

Gli americani chiamano «wintering» la ricerca del freddo, del buio e del silenzio per ricaricarsi di nuove energie. Per farlo occorre staccare la spina, rifugiarsi in una «cabin» di design e dedicarsi al «forest bathing», ossia passeggiate nei boschi per avvertire le vibrazioni positive degli alberi.

Piace a pochi perché le giornate sono brevi, si sta reclusi in casa e si dilapida la tredicesima in riscaldamento. Inoltre, aleggia tutt’intorno quell’atmosfera opaca di disarmo che rende la rentrée del dopo feste ancora più gravosa. Eppure, preso per il verso giusto, l’inverno sarebbe la fase dell’anno più indicata per ripulirsi dalle tossine fisiche e mentali degli ultimi 12 mesi e prepararsi alla non lontana primavera.

L’invito a sperimentare un percorso di wintering o, in versione autarchica, di «inverno-terapia», arriva dagli Stati Uniti e, in particolare, dalla recente edizione italiana del bestseller di Katherine May, D’inverno. Il potere del riposo e del ritiro nei momenti difficili (Tea): un memoir dove l’autrice spiega, facendo leva sull’esperienza personale, come tutte le situazioni complesse ed emotivamente impegnative – di cui la stagione del gelo è l’emblema universale – siano di fatto un’opportunità per «affidarsi alla forza rigenerante del freddo, del buio e del silenzio e ricaricarsi di nuove energie, reimparando ad affrontare la vita come un percorso non lineare, ma ciclico». In cui, prima o poi, tutto ritorna.

Accogliere lo spirito dell’inverno significa «avventurarsi in una parte profonda della storia umana: le grandi glaciazioni, la lotta per la sopravvivenza, le epidemie, le estenuanti ritirate militari, le lunghe veglie davanti al fuoco ma anche l’idea di rinascita connessa ai miti e alle feste più antiche» come osserva Alessandro Vanoli in Inverno. La stagione dell’attesa (Il Mulino). Momento della sospensione, tanto dei lavori agricoli quanto (almeno un tempo) della guerra, l’inverno affina i sensi e rende introspettivi e resilienti; lo sapevano già gli antichi medici cinesi, per i quali il lasso temporale che va da adesso fino all’equinozio di marzo è il periodo associato ai reni e all’elemento Acqua, che corrisponde al regno femminile, oscuro e creativo dello Yin. Per mettersi in sintonia con questa dimensione amniotica, si raccomandano brevi soggiorni a sfondo acquatico, che si tratti di sorgenti calde open air (come quelle a 37,5 °C, a ingresso libero, delle Cascatelle di Saturnia in Maremma) o di laghetti alpini, poco importa.

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Bootshaus è un cottage sul lago Schiller(tra Amburgo e Berlino) che funziona a energia solare. (Airbnb)
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Kåre & Truls in Norvegia (Airbnb)
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The Forest House a Corfù (Airbnb)
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Treehouse South si trova nei boschi di Vàrena in Lituania. (Airbnb)

Non c’è tempo per volare in Scozia o in Finlandia, dove l’immersione sotto zero è una specialità di highlander e vichinghi per rinnovare corpo e spirito? Si può sempre riservare un weekend in una spa dotata di fontana di ghiaccio (da provare per esempio all’Hotel Caesius Terme & SPA di Bardolino, sul Lago di Garda, o al Grand Hotel Paradiso sul Passo del Tonale a Ponte di Legno): dopo la sauna o l’hammam, si passa in un ambiente tiepido dove si friziona su tutto il corpo una sorta di granatina, ricevendone in cambio un gagliardo choc termico che riattiva la circolazione, tonifica i muscoli e rinfresca le idee.

Gennaio è anche il periodo ideale per praticare il «forest bathing» in mezzo alle selve imbiancate dalla galaverna, soprattutto se la passeggiata si svolge in un bosco bioenergetico: uno dei più vasti d’Italia circonda la Tenuta de l’Annunziata a Uggiate Trevano, vicino a Como, e si estende su oltre 130 mila mq dove l’ecodesigner e bioricercatore Marco Nieri ha identificato 40 alberi speciali, capaci di ridurre lo stress psicofisico e di potenziare le funzioni di organi e tessuti. Se poi è appena nevicato, tanto meglio, perché secondo le ultime ricerche il freddo – oltre a far bruciare più calorie e a rassodare la pelle – garantirebbe pure un aumento dell’autostima: lo rivela uno studio condotto da Viren Swami della Anglia Ruskin University in collaborazione con i colleghi della University of Silesia in Polonia, nel corso del quale è stato chiesto a 87 giovani donne di camminare per 40 minuti in mezzo alla neve nel parco polacco di Cyganski Las; a fine trekking, tutte si sentivano più motivate ma anche più belle e più soddisfatte della propria immagine fisica.

Per entrare nell’atmosfera wintering, gli appassionati di sport invernali non si faranno mancare una vacanza che abbina ciaspole, yoga e meditazione (la organizza dal 28 gennaio al 4 febbraio l’Hotel Alpenhof St. Walburg in Val d’Ultimo, Trentino-Alto Adige) o un trattamento beauty ispirato alle piante depurative e antiossidanti del grande freddo: come le stelle alpine protagoniste del programma Edelweiss all’Ovaverva Spa di St. Moritz, comprensivo di peeling, massaggi e tisane a base di fiori provenienti dalle coltivazioni biologiche delle alture sopra Savognin e del monte Corviglia, oppure il calicanto, la cui essenza si utilizza sul viso per prevenire i danni delle basse temperature o, applicata sulle tempie, per allontanare i pensieri cupi e riaccendere l’ottimismo.

Prendendo esempio dagli animali che in questa stagione si appartano per «ricaricare le pile», non si può dimenticare che l’inverno è anche sinonimo di silenzio e isolamento, a maggior ragione dopo le forzose riunioni familiari di dicembre e a fronte della sbornia di relazioni social che affollano la quotidianità. L’eremita contemporaneo troverà sollievo affittando una «cabin»: uno di quei rifugi nascosti nei boschi, di solito in montagna e in luoghi appartati (nell’immenso catalogo di Airbnb c’è l’imbarazzo della scelta), che ricalcano il modello delle «capanne» illustrate nel volume Cabin Fever. Enchanting Cabins, Shacks and Hideaways (Gestalten) e sono autentici gioielli di architettura, lusso e comfort, in legno e materiali sostenibili.

Tendenza nata e poi diffusa negli Stati Uniti e in Canada sull’onda dei diari di Henri David Thoreau e John Muir (testi sacri da rileggere nelle rinnovate traduzioni di Piano B), l’odierna cabin-mania racconta di un desiderio di tornare all’essenziale che non riguarda tanto l’arte di accendere da soli il fuoco o sghiacciare la neve per cucinare, quanto la necessità di raccogliersi in sé stessi e concentrarsi sui ritmi della natura e sui gesti minimi, come interrare in un piccolo vaso un bulbo di narciso o tulipano e farci sopra un pensiero. In India il buon proposito d’inizio anno si chiama «Sankalpa» ed è un’intenzione che si lega al seme: passato l’inverno, con un po’ di cure e di pazienza, di sicuro germoglierà.

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