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Tra Francia e Fincantieri avanza solo l’accordo militare. E per volere di Macron.

Tra Francia e Fincantieri avanza solo l’accordo militare. E per volere di Macron.

La joint venture tra il gruppo guidato da Giuseppe Bono e Naval group ottiene le certificazioni Nato e si prepara per le prime commesse. Mentre a fine mese scade la proroga sulle decisione relative all’acquisizione dei cantieri Stx. Che invece non fanno comodo a Parigi.


Un grande potenziale industriale ma con il rischio di riuscire soltanto nella metà degli intenti, questo caratterizza la cantieristica navale italo-francese. Perché a fine mese (31 gennaio), scadrà la quinta proroga dell’acquisizione di Stx (Naval Group) da parte di Fincantieri, una operazione in corso dal 2017 sulla quale il presidente francese Macron non sta decidendo, mentre nella giornata del 25 gennaio la joint venture Naviris formata nel giugno 2009 dall’italiana Fincantieri e dalla francese Naval Group/Naviris France ha ricevuto le certificazioni Apaq 2110 e Iso 9001:2015 dal Lloyd’s Register sia in Italia sia in Francia, ovvero ciò che il regolamento Nato prevede per poter costruire e fornire unità navali alla Difesa. Se da un lato si tratta di un risultato necessario e scontato, dall’altro questi sono i documenti senza i quali sarebbe impossibile gestire programmi di cooperazione così importanti come la costruzione di navi militari, nonché progetti innovativi di ricerca e sviluppo. Così anche se la notizia della certificazione è di quelle positive, le azioni Fincantieri alla borsa di Milano hanno segnato -2,82%, prezzandosi a 0,516 euro.

Il modello di gestione dell’organizzazione e della qualità dei cantieri secondo queste norme è già attivo su due contratti deliberati dall’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (Occar, dal francese Organisation Conjointe de Coopération en matière d’Armement), l’organizzazione europea che gestisce programmi di cooperazione nel campo degli armamenti fondata il 12 novembre 1996. Si tratta di uno scenario che racchiude cinque progetti richiesti da Francia e Italia nel giugno 2020 ed anche lo studio di fattibilità richiesto nel luglio scorso per l’ammodernamento di mezza vita di quattro cacciatorpediniere classe Horizon. Con la certificazione Nato ora anche Naviris potrà contribuire a nuovi progetti europei, a cominciare dalla partecipazione al programma Epc-European Patrol Corvette, che prevede la nascita di navi di nuova generazione da costruire nei prossimi decenni.

Bisogna infatti ricordare che nel novembre 2019 il Consiglio degli Affari Esteri dell’Unione Europea aveva approvato 47 progetti tra i quali proprio il programma Epc coordinato dall’Italia ma con una partecipazione e un ruolo rilevante della Francia, per lo sviluppo di un prototipo di nuova classe di piattaforma militare navale da svilupparsi su requisiti comuni ma adattabile alle esigenze delle singole forze nazionali, potendo essere realizzate con differenti configurazioni. Il progetto aveva ricevuto il supporto della Commissione europea attraverso il Fondo europeo per la Difesa. In pratica le navi, che potrebbero essere una dozzina per l’Italia e una trentina in tutto, avranno la possibilità di adottare diversi sistemi d’arma, un differente carico utile ma sarebbero basate sullo stesso tipo di scafo, dal dislocamento massimo di circa 3.000 tonnellate, una lunghezza prossima a 100 metri e un pescaggio massimo di 5,5 metri per poter operare da qualsiasi porto, anche quelli definiti “minori”.

L’armamento potrebbe prevedere un lanciatore per otto missili Mbda Aster 15, un cannone sovraponte Leonardo 76/62, il radar Aesa Grand Naval, missili antinave Marte Er o Teseo Evolved, un sonar per la ricerca di obiettivi e la piazzola per un elicottero medio-pesante con capacità di hangaraggio a bordo. Risulta quindi evidente che quella delle Epc rappresenta una grande occasione per l’industria dei due Paesi per avanzare nella capacità di produrre sia per le Marine militari nazionali, sia per ampliare il mercato con contratti di esportazione a cominciare dall’interno della UE, ponendosi in concorrenza con britannici e tedeschi.

Ma soltanto se l’acquisizione di Stx non rimarrà incompiuta. La Francia continua comunque a puntare molto sull’esportazione unilaterale di armi: nella giornata di ieri, pochi minuti dopo che il neo presidente americano Joe Biden aveva annunciato di voler ampliare e rinnovare il rapporto di cooperazione Usa-Nato-Europa in fatto di Difesa, Parigi ha confermato la vendita di 18 nuovi caccia Dassault Rafale all’aviazione greca, suo cliente storico, con consegne razzo a partire già dal prossimo luglio.

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