​Scrittura a mano
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Costume

Scrivere a mano fa bene (a tutto)

Studi scientifici evidenziano che scrivere a mano stimoli una serie di articolazioni sia varie aree del cervello. È molto più di un esercizio motorio. È un modo più consapevole di stare nel mondo.


Scrivere a mano fa bene. Io non l’ho mai dubitato e non per motivi letterari, anche per quelli, ma perché, oltre a piacermi molto, mi obbliga a pensare prima di scrivere, a concepire l’appunto, la pagina, la nota, sbagliando il meno possibile. Certo, si può correggere, si può cancellare ma, almeno personalmente, vengo portato, in modo quasi automatico, a comporre la pagina in testa prima di scriverla, come se non si potesse correggere, e questo è un esercizio mentale molto utile: la mano che scorre sul foglio scrivendo è come se vedesse in qualche modo già il pensiero e lo riportasse più che fermarlo sul foglio.

È come la trascrizione di una serie di pensieri collegati tra loro, che sono già messi in relazione prima che vengano scritti. È pur vero che la concatenazione di essi spesso viene facilitata dalla scrittura stessa, comunque, la struttura della pagina è concepita in anticipo rispetto alla stesura di un testo. Mi si dirà che questo può avvenire anche al computer. E non solo: la digitazione può essere più veloce della scrittura manuale a meno che la persona non sia uno stenografo, e anche questo è vero; ma non si potrà negare che la facilità di correggere, modificare, fare il copia e incolla, tagliare e tutto quanto si può fare con il computer, spesso va a detrimento del lavoro di pensiero e composizione della pagina che non è possibile allo stesso modo con la scrittura così come non lo era (e per me non lo è) con la macchina da scrivere.

Si potrebbe osservare che il mio è un passatismo culturale un po’ snob e un po’ polveroso. A parte che andrebbe dimostrato il contrario di quanto ho appena affermato, ma la mia esperienza, come quella di molti altri, dice poi che questo è vero e se lo è in generale secondo me lo è in particolare per la scrittura a mano delle lettere, ormai sostituita dalle e-mail. La lettera personale - non una comunicazione di servizio - è più ricca se viene scritta a mano perché, oltre al contenuto trasmesso, prevede anche l’apporto grafico che con la scrittura manuale certamente arricchisce il testo. E queste sono considerazioni personali certamente non campate in aria, visto che non sono l’unico a pensarlo.

Se non bastasse, ad adiuvandum, la scrittura come il pensiero, il linguaggio e il mondo della cultura, sono fenomeni che hanno un importante fondamento biologico. Come ci informa Paolo Di Stefano, in un articolo sul Corriere della Sera dal significativo titolo L’intelligenza della mano che scrive, l’immunologa e accademica della Crusca Maria Luisa Villa, in un seminario all’Università Cattolica di Milano proprio su «Lingua e scrittura nell’oggi digitale» dove sono intervenuti e interverranno neurologi e psichiatri, ebbene, la professoressa Villa ci ricorda che la scrittura mobilita una trentina di muscoli, una ventina di articolazioni e una dozzina di aree del cervello creando una «memoria motoria».

Come notava il linguista Raffaele Simone sul quotidiano Avvenire: «Solo per una sorta di inerzia lessicale continuiamo a chiamare scrittura un comportamento che non somiglia a ciò che, nel tempo, si è indicato con questo termine». Del resto, fino a poco tempo fa, a scuola si insegnava anche la calligrafia, cioè la bella scrittura, quella ordinata, e la scienza ci dice che, evidentemente, questo ordine nella scrittura era il frutto di una contemporanea messa in funzione di varie parti del corpo, cervello compreso. Se, da varie parti della scienza, oggi ci si riunisce in convegno per ragionare su ciò che viene a mancare in un’educazione senza calligrafia, di certo non si potrà dire che si tratta di un convegno di passatisti perché gli scienziati generalmente guardano avanti e non indietro. Quindi si conferma il pensiero sopra espresso: cioè che sostituire completamente la scrittura con la digitazione comporta l’abbandono di una manualità - almeno questo dovrebbe essere noto a tutti - che risulta essere una componente essenziale nel percorso formativo complessivo della persona, soprattutto in età scolare.

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Paolo Del Debbio