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ATEEZ. La nuova boy band dei record Made in Corea

ATEEZ. La nuova boy band dei record Made in Corea

Ha milioni di fan e scala le classifiche di tutto il mondo. Ecco chi è il gruppo di giovanissimi che non si rivolge solo alla Gen Z, ma parla a chiunque, con la faccia pulita, cantando, ballando e lanciando message positivi.

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Il ministero della Cultura e del Turismo coreano li ha nominati «Leader della quarta generazione del K-pop» ossia la musica Pop made in Corea del Sud. Il fenomeno musicale, che ha conquistato anche milioni di fan in Italia, si chiama ATEEZ. Un gruppo nato nel 2018 e composto da otto membri: Hongjoong. Seonghwa, Yunho, Yeosang, San, Mingi, Wooyoung e Jongho. In un mondo come quello musicale di oggi, fatto di voci modificate artificialmente al computer loro spiccano perché hanno un dettaglio ormai sottovalutato: il talento. Ballano come le «crew» del migliori musical e cantano (tutti) come navigati professionisti.

Per capirli meglio, bisogna partire dal loro nome. Decifrarlo serve a definire la loro mission. ATEEZ significa, infatti, «A TEE nager Z» ma qualcuno lo traduce anche come «A to Z». Come dire: parliamo a tutti, Gen Z e Boomer e a tutti quelli che stanno in mezzo. «Se dovessi spiegare chi sono gli ATEEZ oggi direi che non c’è nessuno come gli ATEEZ» racconta a Panorama Hongjoong, classe 1998, leader – o meglio – capitano del gruppo. Siamo a Parigi, la band si sta per esibire sul palco di M Countdown, uno dei più grandi show K-pop al suo debutto in Europa. Hongjoong sembra non avere alcun dubbio. Nella sua giacca nera di Balmain che gli calza a pennello e con importanti occhiali da vista che ha scelto di indossare «per darmi un’aria un po’ intelligente» ribadisce: «Siamo unici».

Scontato? Per nulla. In un universo come quello dell’intrattenimento in cui l’omologazione è diventata un problema e in cui le boyband hanno vissuto un declino inesorabile dopo il boom degli anni Novanta/inizi Duemila, quello che il K-pop ha riportato in auge è un modello che punta alla perfezione musicale, stilistica, personale dei suoi artisti. Performer che diventano amici di chi li ascolta, famiglia non solo tra di loro ma anche con i supporti, in un gioco di ruoli in cui i fan sono parte integrante della band stessa. Per questo gli ATINY (il nome con cui si contraddistingue il popolo dei seguaci degli ATEEZ, ndr) sono l’ingranaggio più importante nel motore del K-pop, fondamentali in ogni attività del gruppo, membri stessi, sotto un certo punto di vista, del sistema ATEEZ.

Nella chiacchierata con la band, avvenuta in una stanzetta dietro le quinte de La Défense, l’arena più grande d’Europa, in una Parigi blindatissima per l’allerta terrorismo, Seongwha – in completo nero con una lunga camicia bianca dice: «Ogni volta che veniamo in Europa è un’emozione unica. L’accoglienza ci fa sentire a casa e siamo grati ai fan che ci aspettano».

Dopotutto gli ATEEZ sono pressoché una garanzia. In un mondo, quello dei concerti K-pop, in cui l’Europa viene spesso «dimenticata» dalle altre band, gli ATEEZ sono tra i pochissimi che scommettono sempre sugli ATINY del Vecchio continente. Nel 2019 fu il turno del loro Expedition tour che toccò anche l’Italia. Il 2023 è stata la volta di un’altra missione sul suolo europeo. Con The Fellowship: Break The Wall hanno attraversato sette stati. Ovunque tutto esaurito.

Ma perché piacciono così tanto? Uno dei loro segreti è far partecipare il pubblico. «Quando gli ATINY cantano con noi, prendono parte allo show» spiega San «è un momento speciale. Sentiamo di essere una cosa sola con loro ed è emozionante». Certo, non mancano le difficoltà. «Sono momenti molto intensi e ci mettono a dura prova vocalmente e fisicamente» spiega Yunho «ma il senso di soddisfazione è indubbio».

All esterno del Arena parigina, mentre parliamo con gli ATEEZ migliaia di fan si stanno radunando pronti ad assistere allo show. Per riconoscerli basta seguire le lightiny, ovvero le bacchette luminose del gruppo e i cartelloni che richiamano i nomi dei membri. A girare intorno a La Défense, intanto, c’è un camioncino particolare: su un led la scritta «Follow Your Will» (Seguite la vostra volontà, fate quello che volete fare, ndr.). La percezione che si ha nell’incontrarli, in un mondo di musica trap che esalta sesso, violenza e stile di vita gangster, è che questi otto ragazzi dalla faccia pulita fanno breccia tra i giovani perché lanciano messaggi positivi. Con il loro modo di cantare e ballare è un po’ come se dicessero alla generazione Z e a tutte le precedenti: «Siate gli artefici del cambiamento. Il mondo ha bisogno di voi». Questo è il loro vero segreto. Come spiegato dal titolo del prossimo album The World Ep.Fin: Will (Il mondo, episodio finale: la volontà, ndr) che arriverà il 1 dicembre.

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