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Anche i vip incassano i sostegni di stato

Anche i vip incassano i sostegni di stato

Da Massimo D’Alema a Francesco Totti, da Oliviero Toscani a Fedez&Ferragni, dal Clan Celentano a Belén Rodríguez… Tutti hanno approfittato di sostegni riconosciuti dallo Stato durante la pandemia per le loro società, quasi sempre in utile. Gli stessi aiuti che a molti italiani, nonostante le richieste e le necessità, non sono mai arrivati…


Tra finanziamenti garantiti dallo Stato e sostegni, sull’Italia sono piovuti poco meno di 500 miliardi di euro fra 2020 e 2022. Una somma enorme di aiuti a vario titolo, che però si è dispersa in mille rivoli anche piccoli e piccolissimi. Lo scopo era quello di dare una mano a imprese e partite Iva in difficoltà per il lockdown o le limitazioni di apertura degli esercizi, come per la restrizione del loro mercato di riferimento (si pensi al turismo). Ma dopo le molte polemiche sui primi ristori che arrivavano striminziti e in ritardo a chi rischiava davvero di non farcela, gli aiuti alla fine del governo di Giuseppe Conte e all’inizio di quello di Mario Draghi sono scattati con automatismo e con accredito diretto in conto corrente. Bastava fare domanda per vedersela approvare anche nel giro di una settimana. Non c’era però modo di valutare la reale necessità di quelle somme da parte di chi le richiedeva. E infatti quei contributi sono spesso finiti a gonfiare bilanci di società che con i sostegni realizzavano l’intero utile, o a sovvenzionare chi in realtà ne aveva poco bisogno, come vip milionari che con le loro società facevano già profitti a cinque o sei zeri. Hanno così chiesto l’aiuto pubblico sia politici ed ex politici, sia influencer, cantanti, personaggi del mondo della tv e del cinema, ex calciatori che certamente non erano in difficoltà economiche. Una «manina» dallo Stato è arrivata persino alla società di Roberto Burioni, esponente della sola categoria – quella dei virologi tv – che dal Covid ha ricevuto possibilità di business, non certo danni. Ecco alcune storie che vale la pena raccontare.

L’aiutino Massimo

Massimo D’Alema lasciata la politica (si fa per dire) prima ha aperto un’azienda agricola, la Madeleine, che produce vini a Narni in Umbria, poi ne ha lasciato la proprietà a moglie e figli e ha aperto altre società. Una di consulenza e l’altra – insieme all’amico enologo Riccardo Cottarella – per esportare quei vini lungo la Via della seta. La società si chiama proprio per questo Silk Road Wines, ed è una classica srl. Alla voce «ricavi delle vendite e delle prestazioni» nel bilancio 2021 è affiancata una cifra che fa impallidire: zero. Si scorre qualche riga e si arriva al fatturato complessivo. Totale valore della produzione: 72.984 euro, contro gli 83.384 euro dell’anno precedente. Un miracolo, che viene tutto da una sola voce, quella dei «contributi in conto esercizio», che nel 2021 sono stati 72.604 euro rispetto ai 2 mila euro dell’anno precedente. Siccome i costi si sono ridotti all’osso, non incassando nulla dal fatturato tipico, alla fine il vero dato straordinario è quello dell’utile netto della società di D’Alema: 68.683 euro, contro i 31.293 euro dell’anno precedente. Chi è riuscito mai a far raddoppiare l’utile in un anno di crisi? La risposta è contenuta nella nota integrativa: Mario Draghi. Non un regalo personale, certo: da premier però ha firmato i due Decreti Sostegni del 22 marzo e del 25 maggio 2021 (quest’ultimo Sostegni bis). Dentro c’erano aiuti – sostegni appunto – agli imprenditori in crisi che rischiavano di chiudere i battenti. Lo scopo era fornire una «stampella» per limitare i danni. A D’Alema non manca esperienza sulle leggi, dopo una vita in Parlamento, e ha saputo sfruttare le norme in ogni piega. Con due Decreti Sostegni è riuscito a incassare tre contributi per la sua Silk Road Wines. Il primo di 24.168 euro. Il secondo identico: 24.168 euro. A quel punto sembravano finite le possibilità di ristoro. Si legge però nella nota integrativa, «nel corso dell’esercizio in commento la società ha presentato apposita istanza per l’accesso al contributo a fondo perduto previsto dall’articolo 1, commi da 16 a 27» dello stesso Decreto Sostegni bis «calcolato sulla differenza dei risultati economici dei periodi di imposta 2020 e 2019». Tre sostegni per un totale appunto di 72.604 euro incassati, che hanno consentito a D’Alema di raddoppiare l’utile dell’anno precedente a 66.683 euro. Un aiutino va anche alla società di consulenza del Lìder Massimo, la Dl & M advisor: il 15 dicembre 2021 l’Agenzia delle entrate ha concesso uno sconto Irap ad aiuto di 2.642 euro. Ma anche la società lasciata ai figli dall’ex politico, la Madeleine, ne ha approfittato. Il 30 settembre 2021, su richiesta, ha ottenuto la garanzia totale Covid del Mediocredito centrale su un finanziamento da 33.528,12 euro, che si aggiunge a quella di 2.369,23 euro ottenuta nello stesso modo il 4 dicembre 2020.

Festa in casa Conte

La famiglia dell’ideatore di questi decreti Covid, Giuseppe Conte, non si è fatta scappare le occasioni di un ristoro. Nella Agricola Monastero Santo Stefano vecchio, holding posseduta dalla fidanzata del leader M5s, Olivia Paladino, insieme alla sorella Cristiana, è arrivato uno sconto Irap per la pandemia dall’Agenzia delle entrate per 36.209 euro. Aiuto analogo (32.012 euro) ottenuto da Cesare Paladino, «suocero» dell’ex premier, per la sua Unione esercizi alberghi di lusso che gestisce l’hotel a cinque stelle Plaza a Roma, nella centralissima via del Corso. Il 15 dicembre 2021 è arrivato un ulteriore sconto dall’Agenzia delle entrate di 4.761 euro per la società proprietaria delle mura dello stesso Plaza, la Immobiliare di Roma Splendido srl.

Fedez in ristrettezze…

Gli utili del cantante Fedez sono stati straordinari nelle due società amministrate dalla madre, Annamaria Berrinzaghi: la Zdf che ha portato a casa 3,3 milioni di euro per i soci quadruplicando il fatturato rispetto all’anno precedente, e la Zedef che ha chiuso l’anno con poco meno di 2,3 milioni di utili, più che raddoppiando anche l’attivo circolante da 2 a 4,7 milioni di euro. Nonostante gli ottimi risultati, entrambe le società in cima alla galassia Fedez hanno scelto di fare domanda all’Agenzia delle entrate nel 2021 per incassare il contributo perequativo previsto dal Decreto Sostegni bis firmato da Draghi, a compensazione del calo del giro di affari (non nel 2021) causato dal Covid. Così con la Zdf sono arrivati in cassa, e hanno contribuito a quel super utile, 270.456 euro con accredito diretto. Stessa cosa è avvenuta sui conti correnti della Zedef, che di fatto è solo una holding di partecipazioni: ha ricevuto un «mini sostegno» di 10.335 euro.

…E Chiara Ferragni non è da meno

Il ristoro causa Covid è arrivato anche alla moglie del cantante, la ricchissima influencer Chiara Ferragni. La sua Sisterhood srl ha avuto il primo dicembre 2021 dall’Agenzia delle Entrate uno sconto Irap sulla base del decreto sostegni piuttosto sostanzioso: 140.047 euro. Un’altra società, la Fenice srl, ha ottenuto sempre sulla stessa base giuridica, due garanzie totali della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito centrale: la prima su un piccolo finanziamento da 24.946,46 euro, e la seconda su un finanziamento da 1,4 milioni di euro. Il 10 dicembre 2021 si è concretizzata la stessa identica garanzia pubblica Covid su due finanziamenti di un’altra società della galassia Ferragni – la Foorban srl – per complessivi 303.336,42 euro.

I contributi di Achille Lauro

Achille Lauro, nome d’arte di Lauro De Marinis. La società è la Milano K3, cui partecipa con altri attraverso la sua De Marinis srl (di questa non è ancora stato pubblicato il bilancio). Ha per oggetto sociale la produzione di filmati, così come di produzione cinematografica e televisiva, e ha chiuso il 2021 con un piccolo utile di bilancio, 6.597 euro. Incassando due contributi Covid al minimo: 2 mila euro con il decreto sostegni di Draghi e altri 2 mila euro con il decreto sostegni bis. Non ha intenzione di approfittare però dei decreti aiuti legati alla guerra in Ucraina. Così almeno promette l’amministratore che in nota integrativa scrive: «In relazione a tale conflitto, si precisa che la società non opera né sul mercato russo né in quello ucraino, non subisce quindi conseguenze dirette dal conflitto se non, come tutti, gli effetti dell’aumento dei costi delle materie prime, tra cui anche l’energia e il gas. La società si è adoperata per mitigarli nel limite del possibile».

Quando la Bertè s’infiamma

Loredana Bertè, cantante tornata alla ribalta delle cronache non per le qualità musicali ma per un video in cui accusava Giorgia Meloni di mantenere la fiamma nel simbolo di Fratelli d’Italia, è sempre stata polemica con la classe politica. Meno quando si trattava di fruire della generosità pubblica per ricevere qualche contributo. Con la sua Bandabebè srl il 16 dicembre 2021 si è vista beneficiare dall’Agenzia delle entrate di uno sconto fiscale Irap da 7.089 euro, che seguiva la garanzia totale Mediocredito ottenuta su richiesta il 10 marzo 2021 per un finanziamento da 30 mila euro.

Se Belén ti chiede una mano

Aiutino di Stato – non ritocchino – anche per Bélen Rodríguez, sogno al femminile di molti italiani. La società di cui è socia al 50 per cento, la Icona production, nel marzo 2021 ha fatto un tentativo con il Mediocredito centrale per la garanzia totale su un finanziamento, ma è andato a vuoto. Il 30 novembre è arrivata però una piccola buona notizia dall’Agenzia delle entrate che scontava a Belén 2.365 euro di Irap, di cui certamente aveva bisogno come il pane: la Icona production nel 2021 ha infatti fatturato 2,8 milioni di euro (contro 1,6 nel 2020), registrando un utile di 142.335 euro.

Il Clan fa il bis

Clan edizioni musicali, casa discografica in partnership fra Adriano Celentano, la moglie Claudia Moroni e la Sugar edizioni, pur avendo chiuso il bilancio 2021 con oltre 300 mila euro di utile, ha avuto 10.878,22 euro di contributi Covid il 19 febbraio 2021, sempre grazie a un Decreto Sostegni di Conte, e ha fatto il bis con altri 10.878,22 euro arrivati dall’Agenzia delle entrate il 10 maggio 2021 in base al decreto sostegni di Draghi. Sempre nella galassia Celentano, alla Ciao Ragazzi sono giunti 23.694 euro il 16 dicembre 2021, sfruttando un provvedimento Conte per la pandemia.

I benefici di Totti

I redditi delle società dell’ex capitano della Roma Francesco Totti, oggi nell’occhio del ciclone per la roboante separazione dalla moglie Ilary Blasi, non sono stati un granché nel 2021: complessivamente non arrivano a 300 mila euro di utile netto. In compenso, lo Stato è stato assai generoso con il calciatore: sono stati chiesti e ottenuti automaticamente, attraverso l’Agenzia delle entrate, contributi Covid per un totale di 105.972 euro. Ne hanno beneficiato quattro diverse società. La It scouting ha ricevuto 4 mila euro, che hanno rappresentato l’unico fatturato della società nel 2021 (talenti evidentemente non ne sono stati trovati…). Stessa cifra – che è il contributo minimo previsto su richiesta del diretto interessato dal Decreto Sostegni di Draghi – è arrivata in cassa alla Ct 10, che però alla fine dell’anno ha fatturato 294 mila euro. Più sostanziosi i contributi Covid ricevuti dalla Immobiliare Acilia (24.127 euro su 65 mila euro circa di fatturato) e soprattutto dalla Immobiliare Dieci: 73.845 euro che anche in questo caso hanno rappresentato gli unici ricavi della società nel 2021.

Anche Crozza è coperto

L’immobiliare del comico Maurizio Crozza, la Castelli srl, ha chiesto e ottenuto in base a un Decreto Covid dal Mediocredito centrale il 16 aprile 2021 una garanzia diretta per un finanziamento di 39.867 euro. L’altra immobiliare di famiglia, la Eli.Ga. s.n.c. di Crozza e della moglie Carla Signoris, ha ricevuto il primo dicembre 2021 dall’Agenzia delle Entrate un piccolissimo sconto fiscale di 108 euro.

Librandi col cappello in mano

È un politico che salta all’occhio in due occasioni, Gianfranco Librandi: quando appare in tv con piglio normalmente aggressivo, e quando lui o la sua società, la Tci comunicazioni srl, appare nell’elenco dei finanziatori dei partiti. Politicamente Librandi è nato in Forza Italia, passato nel Pdl, trasferitosi a Scelta civica con Mario Monti, poi nel Pd dove ha seguito Matteo Renzi nell’avventura di Italia Viva. Però, a queste elezioni, si è fatto candidare da Emma Bonino. Di umore piuttosto cangiante, come la sua Tci che ha finanziato a seconda degli anni quasi l’intero arco parlamentare: da Fratelli di Italia al Pd. Ha dato soldi ai partiti, appunto, ma ne ha presi appena possibile dallo Stato. Per il Covid ha ottenuto su richiesta due volte (lo stesso giorno, il 20 gennaio 2021), la garanzia totale della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale, prima su un finanziamento da 166.906,39 euro e poi su un finanziamento da 10 milioni di euro. La Tci ha ricevuto anche due garanzie Mediocredito su altrettanti finanziamenti che arrivavano applicando il regime de minimis per le piccole e medie imprese. Il valore dei finanziamenti era di 2,4 milioni di euro. Il contributo a fondo perduto contenuto era di 43.440 euro.

Santanchè… con garanzia

A Visibilia, concessionaria della parlamentare Daniela Santanchè, il 4 dicembre 2021 è stata riconosciuta una esenzione Irap dall’Agenzia delle entrate per 12.784 euro. Alla fine dell’anno prima erano arrivate invece le garanzie totali Mediocredito su due finanziamenti per complessivi 753.337,61 euro.

Toscani, soccorsi creativi

Finanziamento di 30 mila euro garantito da Mediocredito anche per Oliviero Toscani, celebre fotografo e creativo della famiglia Benetton, che l’ha ottenuto il 31 dicembre 2020 per il suo Oliviero Toscanistudio srl. Quindici giorni prima aveva avuto la stessa garanzia per un finanziamento da 4.123,35 euro. Ci ha preso gusto e non ha più smesso. Il 12 gennaio 2021 ha chiesto e ottenuto altra garanzia Covid da Mediocredito ma con un elemento di aiuto netto di 48.787,67 euro. Altra richiesta a Mediocredito il 22 giugno 2021, ed ecco arrivare 1.874,25 euro a fondo perduto. Il 6 ottobre 2021 nuova domanda con stessa procedura e il contributo netto è salito a 22.180,17 euro. Ennesima lettera il 14 dicembre 2021, e in sette giorni richiesta esaudita, sempre crescendo come in una sinfonia: aiuto netto questa volta di 222.967,77 euro. Ultima missiva mandata nello stesso giorno, 21 dicembre. Ma stavolta l’importo riconosciuto è stato più basso: 100 mila euro tondi tondi.

Gli interessi di Vacchi

Alla Cofiva holding di Gianluca Vacchi, imprenditore e influencer, è arrivato fresco a febbraio un esonero contributivo di 234,44 euro previsto per le aziende che non avevano fatto cassa integrazione. Nel gennaio scorso, invece, era scattata una ben più cospicua garanzia Covid del Mediocredito su un finanziamento da 304.799,32 euro.

Se il virus mette in crisi anche Burioni

Poteva mancare nell’elenco dei fortunati percettori di ristori Covid un virologo di grido? No, anche se risulta difficile immaginare quali danni possa avere avuto dalla pandemia un esperto di questa materia. In ogni caso il personaggio c’è e si chiama Roberto Burioni. La Medical facts srl, controllata al 75 per cento dalla sua Rbs srl, ha ottenuto l’8 dicembre 2021 uno sconto Irap per Covid dalla Agenzia delle entrate classificato come «aiuto di Stato». Importo: 1.191 euro. No, i benefici – piccoli o grandi – non hanno lasciato indietro nessuno di loro.

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