In quel serbatoio di psicopatologie normali, racconti di fiere umiliazioni quotidiane, assurdità idiote e sublimi sacrifici che era la posta del cuore di Natalia Aspesi sul Venerdì (dico “era” perché ormai tutte le lettere si somigliano, appiattite nella paura o nella colpa del tradimento via Facebook) una volta comparve una lettera che recitava più o meno: «se n’è andato senza nemmeno dirmi addio, e adesso io non so nemmeno se ha il raffreddore».
Aspesi era giustamente colpita dalla seconda parte della frase: rispose che a suo avviso la mittente non avrebbe dovuto preoccuparsi dei di lui bacilli, che ci pensasse lui o sua mamma, se l’aveva, ma dei suoi. Un po’ quello che Sophie Call, nella mostra «Prenez soins de vous» (Abbi cura di te, o prendete cura di voi come traduce qualcuno) consigliava, citando una frase della mail d’addio che aveva ricevuto dal suo compagno, a tutte le donne abbandonate.