Avignonesi, quando il buon vino nasce dall'amore per la terra
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Avignonesi, quando il buon vino nasce dall'amore per la terra

E' "bio" la parola d'ordine di questa azienda diventata eccellenza non solo enologica

In questi giorni ci stiamo rendendo conto quanto sia importante la salute e quanto quest'ultima condizioni la vita di ognuno di noi.

Una delle variabili che incide di più è una corretta e sana alimentazione, ma non esiste qualità alimentare senza rispetto dell'ambiente.

Dobbiamo tornare a dare il giusto valore al cibo apprezzando chi lo produce in armonia con l'ambiente. La sostenibilità passa dal piatto e dal bicchiere perché il sistema alimentare, l'agricoltura e l'allevamento, comportano la produzione di grandi quantità di gas serra e l'utilizzo di una buona parte delle risorse idriche disponibili, comportano inquinamento, non solo per la produzione ma anche per il confezionamento, il trasporto e la vendita dei prodotti finiti. Quindi dobbiamo porre la massima attenzione alla sostenibilità ambientale in ogni fase di questi processi, riducendo al minimo l'impatto su un ambiente già messo a dura prova dall'uomo. La sostenibilità è un concetto molto antico, legato al tempo, ci racconta di "quanto a lungo può durare qualcosa", etimologicamente il termine "sostenibilità" deriva dal verbo latino sustineo (sub-teneo), con il duplice significato di "reggere, tener su, non lasciar cadere, mantenere nella sua posizione, far sì che una certa cosa duri o sussista", ma anche quello di "addossarsi, portare su di sé, farsi carico, assumere su di sé l'impegno" ed ha un chiaro riferimento anche ad uno dei pedali del pianoforte, che in inglese si chiama sustain, quello che serve a mantenere e sostenere il suono nel tempo.



Oggi siamo ad un bivio, dobbiamo scegliere come vogliamo vivere, e che mondo pensiamo di lasciare ai posteri. Non aspettiamo leggi o trattati internazionali, il futuro dipende dai nostri gesti quotidiani, da scelte individuali, fare demagogia e poi cercare di guadagnare tempo e risparmiare denaro non serve a niente e a nessuno. Il tempo impiegato a cercare il proprio cibo di qualità è tempo investito nella propria salute e in quella dell'ambiente. I soldi investiti in qualità vanno considerati risparmiati in altri costi indiretti successivamente.

Questi concetti fanno parte dell'anima di una delle aziende più blasonate della Toscana, che ha fatto la storia dell'enologia: Avignonesi.

Nata nel 1974, prende il nome dai fondatori dell'azienda, dal 2009 viene acquistata da Virginie Saverys avvocato di successo, che, innamorata di questo paradiso terrestre con 180 ettari di vigne, ha puntato su un sistema di agricoltura olistico, sostenibile, rispettando la natura grazie a metodi biologici e biodinamici. Qui in vigna, è rigorosamente bandito l'uso di pesticidi, di fertilizzanti chimici e di erbicidi, mentre vengono largamente usati preparati biodinamici, come anche sistematico è il ricorso alla tecnica del sovescio e delle pecore per brucare l'erba sotto ai filari. Avignonesi coltiva grani antichi, ha un orto sinergico, produce olio extravergine di oliva ed è nella storia dell'enologia mondiale con vini come il "Desiderio", il "50&50", il "Grifi", il "Nobile di Montepulciano Grandi Annate" e con un vin santo occhio di Pernice considerato dagli esperti tra i migliori vini nel mondo.


Virginie Saverys


Signora Virgine lei crede che il rispetto dell'uomo e dell'ambiente vadano di pari passo?

Salvaguardiamo la vita e prima di tutto quella dei nostri lavoratori. Ecco perché "la sicurezza prima di tutto" è un'ossessione per Avignonesi. Questo motto è diventato cultura aziendale. E' comunque per i nostri dipendenti far sì che consulenti o fornitori rispettino le norme di sicurezza quando lavorano con noi. Ma questa preoccupazione per il benessere dei nostri dipendenti si estende anche al nostro habitat. Conserviamo la biodiversità il più possibile, proteggiamo la flora e la fauna dell'aria, sulla terra e nel sottosuolo. Usiamo zolfo e rame con parsimonia e cautela. Il nostro obiettivo è quello di trasmettere alle generazioni successive una terra più ricca e più sana di quella che abbiamo ereditato. Sono felice di citare questa frase del famoso scrittore francese Antoine de Saint Exupéry che riassume la filosofia di Avignonesi : "Non stiamo lasciando in eredità la terra, la stiamo prendendo in prestito dai nostri figli".

La nostra preoccupazione per il bene comune, il benessere di donne, uomini, animali e piante è senza dubbio la migliore garanzia della qualità e della sincerità dei nostri prodotti.

Qual'è il segreto per riuscire a fare dei vini che entrano nella storia?

Avignonesi pratica un'enologia spogliata di tutti gli interventi non necessari, nella mia mente, la viticoltura deve prevalere. Chi può affermare di produrre un vino se non ha gli stivali sporchi di fango? Certo si può fare un vino che abbia un buon sapore senza camminare in un vigneto, ma è giusto dire che è un vino vero? Ai miei occhi, il vino buono può essere fatto solo con uve buone ed è nella vigna che crescono.

Oltre alla vita la trasparenza è uno dei pilastri di Avignonesi : " La vita attraverso un bicchiere"!

Biologico e Biodinamico, ma il vino deve anche incontrare il piacere dei consumatori?

Che senso ha fare un vino "pulito" se non piace a nessuno? I nostri vini non sono progettati per soddisfare la domanda specifica del mercato. Credo che il vino debba essere determinato dalla frutta e non dal gusto del consumatore. Il principale dovere è guidare l'appassionato nel mettere i nostri prodotti nel contesto, per comprendere l'unicità e riconoscere al loro identità. Come potrebbe apprezzarli se non sa da dove vengono, come sono fatti e chi siamo? La trasparenza è quindi un fattore essenziale nella nostra comunicazione. Non abbiamo nulla da nascondere ma, inoltre, vogliamo mostrare ciò che in tutta umiltà ci rende orgogliosi. E questo per il maggior beneficio del consumatore.

Non è meglio imparare piuttosto che sbagliarsi o essere ingannati?

Avignonesi è un caso di successo da studiare…

La biodinamica è spesso precipita come un'esposizione ai rischi fitosanitari incontrollabili che possono influenzare i rendimenti e quindi i conti economici. Avignonesi è sia un uccello raro che una custodia per i libri di testo. Un uccello raro perché con 180 ha di vite siamo travolgenti. Per molti le nostre dimensioni sono incompatibili con lo spirito della biodinamica.

Questo è esattamente il motivo per cui siamo un caso da manuale perché ciò che i nostri denigratori omettono di dire è che le lezioni di Rudolf Steiner non sono mai state destinate ai piccoli produttori. L'obiettivo della biodinamica non è quello di limitarsi a modeste ambizioni, ma di espandersi e prevalere sulle pratiche agricole dannose per l'ambiente.

Avignonesi ha rappresentato per lei un progetto di vita o un sogno?

L'avidità aveva avvelenato le nostre colline al punto da renderle sterili. I terreni abbandonati erano senza vita. Animali, fiori, api avevano lasciato le viti appassite. La carne era contusa dai prodotti tossici. Donne e uomini lavoravano senza ardore per raccogliere un grappolo magro il cui vino era amaro. Ma un giorno un nuovo vento arrivò a scaldare queste colline. Il suo respiro ravvivò la gioia nei cuori delle donne e degli uomini che si misero al lavoro e raddoppiarono gli sforzi quando davanti ai loro occhi sbalorditi la terra iniziò di nuovo a respirare. Attratti dalla vita rinnovata, gli animali migrarono di nuovo lì. In questo concerto armonioso, i nostri lavoratori vanno avanti con un duro lavoro ma con dignità. E' in questa cornice idilliaca che le nostre generose viti maturano le loro uve. Penserai che tutto ciò che ti dico è un sogno; anzi è il mio sogno, ma credetemi è solo attraverso un impegno diligente e collettivo che ciò che sembra un sogno diventa realtà.

Per concludere dopo essersi immersi in questo Paradiso terrestre, in questo sogno diventato realtà, il semplice gesto di fare la spesa ogni giorno può, come capite, diventare un primo passo di una rivoluzione culturale, assumerne una valenza sociale, economica e politica perchè con un buon stile di vita quotidiano possiamo migliorare la nostra salute e quella delle generazioni future.

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Federico Minghi