Twitter, la spunta blu a pagamento è fine del social gratuito
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Twitter, la spunta blu a pagamento è fine del social gratuito

Musk deve trovare ricavi alternativi alla pubblicità rompendo un muro che sembrava indistruttibile. Ma bastano solo 8 dollari

Cento ne pensa e cento ne fa, o almeno punta a farne. Star dietro alle idee di Elon Musk è alquanto complicato, come sanno bene i dipendenti di Tesla e stanno scoprendo ora quelli di Twitter. L'uomo più ricco del mondo è al centro del dibattito da giorni dopo l'acquisizione di Twitter e sta utilizzando la piattaforma (e il suo account seguito da oltre 113 milioni di utenti) per suggerire cosa ha in mente di fare per cambiare la direzione del social media. Nel frattempo il nuovo proprietario sta proseguendo con l'opera di pulizia interna pianificata per essere da solo al comando. Dopo aver licenziato i top manager della compagnia, il passo successivo è stato sciogliere il consiglio di amministrazione, giusto per confermare l'intenzione di tagliare completamente i fili col passato. La decisione dovrebbe essere temporanea, con nuovi consiglieri scelti dallo stesso Musk nell'arco delle prossime settimane, ma le certezze non fanno quasi mai rima con una mente così imprevedibile.

Sul piano pratico Musk ha una priorità chiara, che è ridurre la dipendenza di Twitter dalla pubblicità (da cui ottiene il 92% degli introiti). La soluzione al problema, che il social media si porta dietro da anni, è ottenere entrate dagli abbonamenti, step da compiere con la trasformazione di Twitter Blue. Che al momento costa 4,99 dollari al mese (è disponibile per ora solo in Usa, Canada, Australia e Nuova Zelanda) e consente di leggere articoli privi di pubblicità, personalizzare la barra di navigazione e modificare o annullare i tweet già pubblicati. Già ieri, però, la possibilità di ottenere articoli senza annunci è stata rimossa, anche perché tra le mire di Musk c'è la volontà di chiudere accordi con gli editori per fornire un servizio esclusivo agli abbonati di Twitter Blue.

"L'attuale sistema per avere la spunta blu al profilo è una stronzata. Potere al popolo! 8 dollari al mese per Twitter Blue", ha scritto Musk in uno dei suoi tweet più gettonati delle ultime ore. La cifra è scaturita dopo un botta e risposta con Stephen King, sbigottito dalla precedente proposta di Musk di far pagare 20 dollari al mese l'abbonamento al servizio. "Sono loro che dovrebbero pagare me", ha tagliato corto lo scrittore, costringendo il nuovo patron della piattaforma ad abbassare le pretese, con una risposta tra il serio e il faceto: "Dobbiamo pagare le bollette in qualche modo! Twitter non può basarsi soltanto sulla pubblicità. Che ne dici di 8 dollari?".

Musk ha poi specificato quali saranno i vantaggi inclusi nell'abbonamento a Twitter Blue, che per una cifra "adeguata al potere d'acquisto di ogni paese" consentirà di avere priorità nelle risposte, nelle menzioni e nelle ricerche, la possibilità di pubblicare video e audio di lunga durata (non è stato specificato per quanto tempo), dimezzare gli annunci pubblicitari e accedere ai contenuti concordati con gli editori disposti a collaborare con Twitter.

Al di là del discorso sulla spunta blu, che ha acceso immediate polemiche per l'eventuale complessità di intercettare fake news e tentativi di disinformazione teoricamente garantiti dalla verifica del profilo, Bloomberg ha raccontato che nei piani di Musk c'è anche la rinascita di Vine. Acquistata da Twitter nel 2012 e subito molto popolare, l'app per video di 6 secondi acquistata è stata a detta del fondatore Jack Dorsey il "più grande rimpianto di Twitter". In anni in cui la mania dei video su Instagram e TikTok doveva ancora esplodere, grazie a Vine su Twitter erano arrivati comici, attori e artisti che hanno attirato un ampio seguito tra le fasce più giovani. Quel potenziale è andato però perso per l'incapacità di capitalizzare il vantaggio, mancando ad esempio di supportare i creativi, presto fuggiti verso altre piattaforme più redditizie.

Per quanto gli ingegneri di Twitter siano propensi a riportare in auge Vine, il processo è complicato dalla necessità di riscrivere da zero il codice e dagli alti costi dell'hosting video, variabile quest'ultima non in linea con la cura dimagrante inseguita da Musk, che sembrerebbe pronto a licenziare un quarto dei circa 7.500 dipendenti di Twitter. Lo stesso fondatore di Tesla, tuttavia, ha specificato come uno degli obiettivi dell'incremento di prezzo di Twitter Blue sia quello di destinare parte dei ricavi a chi crea contenuti più gettonati.

Altro tema caldo riguarda il ritorno su Twitter dei profili bannati in precedenza, come quello di Donald Trump. A specifica richiesta, Musk ha spiegato che "tutti gli account sospesi non saranno attivi prima delle elezioni di Midterm", poiché serviranno settimane prima del loro eventuale ripristino. Sotto pressione per l'ipotesi di abbandono di diverse star dello spettacolo e le richieste circa la sicurezza e i controlli sui contenuti di 50 associazioni Usa per i diritti civili (incontrate nei giorni scorsi), Musk ha assicurato che "il consiglio per la moderazione dei contenuti di Twitter includerà rappresentanti con opinioni ampiamente divergenti", al fine di trovare un punto di equilibrio tra libertà di espressione e necessità di evitare derive e abusi.

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Alessio Caprodossi