Navi militari, il futuro sono i pentamarani senza equipaggio
(courtesy BMT)
Tecnologia

Navi militari, il futuro sono i pentamarani senza equipaggio

Ecco come sarà la nave del futuro, nemmeno troppo lontano

Il gruppo inglese BMT ha svelato i dettagli di un nuovo tipo di nave autonoma, ossia senza equipaggio a bordo – in sigla Usv - la cui configurazione è basata su una forma di scafo pentamarano, ovvero composta da cinque sottili gavoni posizionati in modo scalato verso l'esterno dell'imbarcazione. Con circa 1.500 professionisti situati in 47 uffici in America, Asia, Australia ed Europa, Bmt è una multinazionale di consulenza ingegneristica che opera nei settori dell'energia, della difesa, nella gestione del rischio e nel trasporto marittimo. The Pentamaran, questo il nome del programma, è stato sviluppato utilizzando capitale privato per proporre imbarcazioni che possano svolgere diversi ruoli di difesa tra i quali la guerra antisommergibile, sorveglianza ai fini dell'intelligence, il pattugliamento e il rilievo idrografico.

L'idea della configurazione pentamarano dello scafo è il risultato di un lavoro iniziato diversi anni fa per calcolare una forma ottimale per il trasporto marittimo veloce in qualsiasi condizione di mare. Dopo aver esaminato le opzioni di monoscafo, catamarano e trimarano – quest'ultima è la formula usata per le imbarcazioni a vela da regata con prestazioni estreme - Bmt ha deciso che il trimarano offriva la minima resistenza idrodinamica ma tendeva a rollare bruscamente e ampiamente da un lato all'altro in caso di mare agitato. Il pentamarano invece, presentando uno scafo centrale molto più sottile a parità di lunghezza e due scafi più piccoli ai lati completati da sponson – appendici simili ad altri scafi che rifuggono l'onda – e posizionati gli uni dietro gli altri, consente di migliorare ulteriormente le prestazioni in acqua. Quando la nave opera in acque piatte gli sponson esterni non vengono immersi, ma nel momento in cui cresce l'altezza dell'onda limitano il rollio dando stabilità all'imbarcazione frenandola in minima parte. Rispetto a un trimarano vi è quindi meno volume immerso permanentemente e quindi meno resistenza. Inoltre le accelerazioni laterali risultano inferiori riducendo quindi le forze che si scaricano sulla struttura di coperta e che si ripercuotono sugli equipaggiamenti presenti sulla parte superiore della nave, come le antenne, i sensori, il radar e i sistemi di comando e controllo. BMT aveva presentato un concept di fregata veloce con scafo pentamarano già nel 2003, ma ci sono voluti 17 anni perché le conoscenze acquisite dalla sperimentazione di questo progetto potessero essere utilizzate nel settore delle navi cosiddette Unmanned. Secondo Rob Teasdale, direttore dello sviluppo tecnologico di Bmt, la società ha già completato un ampio lavoro, inclusi i test sulla resistenza dei serbatoi del carburante, e dispone oggi di sufficienti dati che dimostrano la maggiore efficienza del pentamarano rispetto agli scafi di forma convenzionale.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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