Intel ha scelto il Veneto per la fabbrica di microchip
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Tecnologia

Intel ha scelto il Veneto per la fabbrica di microchip

Investimento da 4,5 miliardi di euro che porterà fino a 5.000 posti di lavoro entro il 2027. Per ora niente annuncio, perché serve l'approvazione del nuovo governo

Intel ha scelto il Veneto per realizzare l'impianto per l'assemblaggio dei microchip, che rientra nel piano decennale da 80 miliardi di euro pianificato dalla compagnia statunitense per rilanciare le azioni dell'Europa come base produttiva di chip e ridurre così la dipendenza del mondo occidentale dai paesi asiatici. Pur se gli investimenti più corposi sono stati fissati in Germania, il nuovo corso di Intel mette sul piatto per l'Italia circa 4,5 miliardi di euro per la costruzione dello stabilimento che sorgerà a Vigasio, in provincia di Verona.

Dopo un lungo duello a due con Mirafiori a Torino (e in parte minore con Catania, dove c'è l'impianto di STMicroelectronics), la scelta finale ha premiato il Veneto, almeno stando a quanto anticipato da Reuters, che ha avuto confidenze da due persone informate sui fatti. La volontà di Intel e del governo Draghi si sarebbero incontrate su Vigasio, a 15 km di auto da Verona, per la posizione strategica in ottica collegamenti con la Germania, dove c'è il quartier generale europeo della società californiana. A metà strada tra la ferrovia del Brennero e l'autostrada, il luogo prescelto è connesso bene con Magdeburgo, la città tedesca in cui Intel creerà due grandi impianti per la produzioni dei semiconduttori.

Quello che sorgerà Italia, invece, sarà un impianto avanzato per il confezionamento e l'assemblaggio dei semiconduttori. Al momento è impossibile stabilire quando sarà attivo, perché non ci sono date sull'avvio dei lavori. Le linee tracciate da Intel prevedono, comunque, che lo stabilimento sarà operativo nel biennio tra il 2025 e il 2027. L'arrivo di una fabbrica di tale importanza andrà ovviamente a impattare sull'occupazione del luogo: secondo le stime diffuse la scorsa primavera, a Vigasio dovrebbero lavorare 1.500 operai, che saliranno a 5.000 con i 3.500 posti di lavoro generati da partner e fornitori.

Seppur tutto sia pressoché deciso non sono arrivati annunci ufficiali, perché l'intenzione condivisa dalle parti era attendere la formazione del nuovo governo. Non a caso, poiché il piano da 4,5 miliardi di euro prevede sovvenzioni del governo italiano fino al 40% della spesa totale. Una mossa che deve essere necessariamente condivisa e approvata dal prossimo governo guidato da Giorgia Meloni. Per quanto la speranza sia che tutto vada come preventivato, l'Italia si è intanto mossa per l'eventuale piano B, avviando discorsi e trattative preliminari con altre aziende per fornire un impulso alla produzione di chip nel paese. Tra le società sondate figurano la taiwanese TSMC, l'israeliana Tower Semiconductor (acquisita da Intel a inizio 2022) e l'italo-francese STMicroelectronics.

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Alessio Caprodossi