guerra droni
(Northrop Grumman)
Difesa e Aerospazio

Le guerra dei droni, guidati da un uomo solo

Li chiamano sciami di droni ma sono ormai pattuglie di centinaia di elementi, volanti e terrestri, in grado di scegliere da soli “l'elemento giusto” per ogni operazione, nelle mani di un solo soldato

Li chiamano sciami di droni ma sono ormai pattuglie di centinaia di elementi, volanti e terrestri, in grado di scegliere da soli “l'elemento giusto” per ogni operazione. Distinguono i bersagli dal contesto e se occorre colpiscono. Comandati da un solo soldato.

Un solo soldato messo a capo di uno sciame di centinaia di droni, anche armati, che li può condurre fino al bersaglio con efficacia all'interno di uno scenario di guerra urbano. E se prima fosse necessario esplorare l'interno di un edificio, a scegliere se sorvolarlo oppure entrarci sarebbe lo sciame stesso, che incaricherebbe autonomamente scegliendo il più adatto tra un mezzo su ruote e cingoli, oppure dotato di eliche. Già così sembra un incubo uscito da film degli anni '80, come i ragni velenosi di Runaway oppure l'intelligenza artificiale di Terminator, invece è quanto hanno dimostrato Raytheon Technologies e Northrop Grumman con l'esperimento più atteso del programma Offset (OFFensive Swarm-Enabled Tactics) dell'agenzia militare per l'innovazione tecnologica degli Usa, la Darpa. Il progetto prevede di riunire sotto un unico comando umano gruppi di piccoli mezzi senza pilota volanti ma anche terrestri che possano compiere il lavoro più pericoloso che normalmente svolge la fanteria, ovvero le operazioni che normalmente causano più perdite tra i soldati.

La notizia è che presto queste tecnologie potrebbero finire nelle mani dei contractors (i moderni mercenari), per il collaudo sul campo di battaglia. Il primo esperimento su larga scala di Raytheon era stato effettuato nel novembre scorso presso il poligono della base militare di Fort Campbell (tra Kentucky e Tennessee), dove un singolo operatore aveva controllato efficacemente uno sciame di 130 droni fisici e 30 simulati. Nella stessa occasione la Northrop aveva invece dimostrato che un solo militare poteva controllare uno stormo formato da 174 piattaforme. In quella occasione Erin Cherry, responsabile per lo sviluppo delle nuove armi di Northrop, aveva spiegato: “La possibilità di utilizzare contestualmente armi di aria e terra consente di effettuare ricognizioni e pattugliamento dell'area, quindi di colpire. Siamo anche stati in grado di sostenere queste operazioni per un massimo di tre ore e mezza, durante le quali il nostro sistema Offset ha scovato e identificato 600 oggetti artefatti distinguendoli dall'ambiente circostante in soli venti minuti.”

La squadra di tecnici della Raytheon utilizzava una combinazione di hardware e software reperibili in commercio e in seguito modificati per quella che viene definita “tecnologia brulicante”. Il soldato a capo dello sciame indossava uno casco dotato di visori per la realtà virtuale con i quali poteva dirigere i droni e raccogliere le informazioni trasmesse dalle videocamere di cui sono dotati. Shane Clark, capo dei ricercatori del programma Offset per Raytheon, in un'intervista alla testata Defence News, ha affermato che l'intero sciame viene governato attraverso un normale sistema operativo Android: “Abbiamo creato questa interfaccia che utilizza hardware pronto all'uso per fornire a una singola persona una visione flessibile dell'ambiente che provenga da tutti i droni che operano in quel contesto, in modo che possa gestire uno sciame sempre più grande, oppure più ridotto, secondo le esigenze tattiche della missione. La differenza con il sistema di Northrop è che il nostro è composto anche da elementi autonomi. Per esempio se un soldato ha incaricato uno sciame di indagare e mappare l'interno di un un edificio, il sistema sceglie automaticamente la risorsa terrestre e comunque la più adatta, come l'aerea migliore, per impegnare il teatro operativo senza ulteriori comandi da parte dell'umano. Entrambe le società intendono ora presentare i loro sistemi alla Army Expeditionary Warrior Experiment che si terrà a marzo a Fort Benning (Georgia), dimostrandone l'efficacia e la semplicità di utilizzo nominando sul campo degli operatori scelti tra le forze in servizio e non addestrate appositamente. In quel contesto potrebbe essere autorizzato l'uso da parte di contractors attivi negli scenari caldi dell'Africa, portando questa tecnologia sul campo.

Un solo soldato messo a capo di uno sciame di centinaia di droni, anche armati, che li può condurre fino al bersaglio con efficacia all'interno di uno scenario di guerra urbano. E se prima fosse necessario esplorare l'interno di un edificio, a scegliere se sorvolarlo oppure entrarci sarebbe lo sciame stesso, che incaricherebbe autonomamente scegliendo il più adatto tra un mezzo su ruote e cingoli, oppure dotato di eliche. Già così sembra un incubo uscito da film degli anni '80, come i ragni velenosi di Runaway oppure l'intelligenza artificiale di Terminator, invece è quanto hanno dimostrato Raytheon Technologies e Northrop Grumman con l'esperimento più atteso del programma Offset (OFFensive Swarm-Enabled Tactics) dell'agenzia militare per l'innovazione tecnologica degli Usa, la Darpa. Il progetto prevede di riunire sotto un unico comando umano gruppi di piccoli mezzi senza pilota volanti ma anche terrestri che possano compiere il lavoro più pericoloso che normalmente svolge la fanteria, ovvero le operazioni che normalmente causano più perdite tra i soldati.

La notizia è che presto queste tecnologie potrebbero finire nelle mani dei contractors (i moderni mercenari), per il collaudo sul campo di battaglia. Il primo esperimento su larga scala di Raytheon era stato effettuato nel novembre scorso presso il poligono della base militare di Fort Campbell (tra Kentucky e Tennessee), dove un singolo operatore aveva controllato efficacemente uno sciame di 130 droni fisici e 30 simulati. Nella stessa occasione la Northrop aveva invece dimostrato che un solo militare poteva controllare uno stormo formato da 174 piattaforme. In quella occasione Erin Cherry, responsabile per lo sviluppo delle nuove armi di Northrop, aveva spiegato: “La possibilità di utilizzare contestualmente armi di aria e terra consente di effettuare ricognizioni e pattugliamento dell'area, quindi di colpire. Siamo anche stati in grado di sostenere queste operazioni per un massimo di tre ore e mezza, durante le quali il nostro sistema Offset ha scovato e identificato 600 oggetti artefatti distinguendoli dall'ambiente circostante in soli venti minuti.”

La squadra di tecnici della Raytheon utilizzava una combinazione di hardware e software reperibili in commercio e in seguito modificati per quella che viene definita “tecnologia brulicante”. Il soldato a capo dello sciame indossava uno casco dotato di visori per la realtà virtuale con i quali poteva dirigere i droni e raccogliere le informazioni trasmesse dalle videocamere di cui sono dotati. Shane Clark, capo dei ricercatori del programma Offset per Raytheon, in un'intervista alla testata Defence News, ha affermato che l'intero sciame viene governato attraverso un normale sistema operativo Android: “Abbiamo creato questa interfaccia che utilizza hardware pronto all'uso per fornire a una singola persona una visione flessibile dell'ambiente che provenga da tutti i droni che operano in quel contesto, in modo che possa gestire uno sciame sempre più grande, oppure più ridotto, secondo le esigenze tattiche della missione. La differenza con il sistema di Northrop è che il nostro è composto anche da elementi autonomi. Per esempio se un soldato ha incaricato uno sciame di indagare e mappare l'interno di un un edificio, il sistema sceglie automaticamente la risorsa terrestre e comunque la più adatta, come l'aerea migliore, per impegnare il teatro operativo senza ulteriori comandi da parte dell'umano. Entrambe le società intendono ora presentare i loro sistemi alla Army Expeditionary Warrior Experiment che si terrà a marzo a Fort Benning (Georgia), dimostrandone l'efficacia e la semplicità di utilizzo nominando sul campo degli operatori scelti tra le forze in servizio e non addestrate appositamente. In quel contesto potrebbe essere autorizzato l'uso da parte di contractors attivi negli scenari caldi dell'Africa, portando questa tecnologia sul campo.

Un solo soldato messo a capo di uno sciame di centinaia di droni, anche armati, che li può condurre fino al bersaglio con efficacia all'interno di uno scenario di guerra urbano. E se prima fosse necessario esplorare l'interno di un edificio, a scegliere se sorvolarlo oppure entrarci sarebbe lo sciame stesso, che incaricherebbe autonomamente scegliendo il più adatto tra un mezzo su ruote e cingoli, oppure dotato di eliche. Già così sembra un incubo uscito da film degli anni '80, come i ragni velenosi di Runaway oppure l'intelligenza artificiale di Terminator, invece è quanto hanno dimostrato Raytheon Technologies e Northrop Grumman con l'esperimento più atteso del programma Offset (OFFensive Swarm-Enabled Tactics) dell'agenzia militare per l'innovazione tecnologica degli Usa, la Darpa. Il progetto prevede di riunire sotto un unico comando umano gruppi di piccoli mezzi senza pilota volanti ma anche terrestri che possano compiere il lavoro più pericoloso che normalmente svolge la fanteria, ovvero le operazioni che normalmente causano più perdite tra i soldati.

La notizia è che presto queste tecnologie potrebbero finire nelle mani dei contractors (i moderni mercenari), per il collaudo sul campo di battaglia. Il primo esperimento su larga scala di Raytheon era stato effettuato nel novembre scorso presso il poligono della base militare di Fort Campbell (tra Kentucky e Tennessee), dove un singolo operatore aveva controllato efficacemente uno sciame di 130 droni fisici e 30 simulati. Nella stessa occasione la Northrop aveva invece dimostrato che un solo militare poteva controllare uno stormo formato da 174 piattaforme. In quella occasione Erin Cherry, responsabile per lo sviluppo delle nuove armi di Northrop, aveva spiegato: “La possibilità di utilizzare contestualmente armi di aria e terra consente di effettuare ricognizioni e pattugliamento dell'area, quindi di colpire. Siamo anche stati in grado di sostenere queste operazioni per un massimo di tre ore e mezza, durante le quali il nostro sistema Offset ha scovato e identificato 600 oggetti artefatti distinguendoli dall'ambiente circostante in soli venti minuti.”

La squadra di tecnici della Raytheon utilizzava una combinazione di hardware e software reperibili in commercio e in seguito modificati per quella che viene definita “tecnologia brulicante”. Il soldato a capo dello sciame indossava uno casco dotato di visori per la realtà virtuale con i quali poteva dirigere i droni e raccogliere le informazioni trasmesse dalle videocamere di cui sono dotati. Shane Clark, capo dei ricercatori del programma Offset per Raytheon, in un'intervista alla testata Defence News, ha affermato che l'intero sciame viene governato attraverso un normale sistema operativo Android: “Abbiamo creato questa interfaccia che utilizza hardware pronto all'uso per fornire a una singola persona una visione flessibile dell'ambiente che provenga da tutti i droni che operano in quel contesto, in modo che possa gestire uno sciame sempre più grande, oppure più ridotto, secondo le esigenze tattiche della missione. La differenza con il sistema di Northrop è che il nostro è composto anche da elementi autonomi. Per esempio se un soldato ha incaricato uno sciame di indagare e mappare l'interno di un un edificio, il sistema sceglie automaticamente la risorsa terrestre e comunque la più adatta, come l'aerea migliore, per impegnare il teatro operativo senza ulteriori comandi da parte dell'umano. Entrambe le società intendono ora presentare i loro sistemi alla Army Expeditionary Warrior Experiment che si terrà a marzo a Fort Benning (Georgia), dimostrandone l'efficacia e la semplicità di utilizzo nominando sul campo degli operatori scelti tra le forze in servizio e non addestrate appositamente. In quel contesto potrebbe essere autorizzato l'uso da parte di contractors attivi negli scenari caldi dell'Africa, portando questa tecnologia sul campo.

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Andrea Soglio