Un attacco hacker poco salutista
(IStock)
Cyber Security

Un attacco hacker poco salutista

La Rubrica - Cybersecurity Week

Il fumo fa male e su questo non si discute, di conseguenza fare pagare 10 centesimi un pacchetto di sigarette forse non è stato proprio un gesto appropriato. Non entro invece nel merito del messaggio “Fuori Alfredo dal 41bis" apparso sul display dei distributori automatici di tabacchi assortiti per protestare contro la detenzione dell’anarchico Cospito. Tuttavia, al di là delle considerazioni salutistiche e delle idee politiche, è la natura dell’attacco che mi ha colpito per alcune ragioni.

La prima è che si tratta di un tipo di aggressione “molto cyber”, termine considerato impropriamente come sinonimo di informatica. Facciamo un po’ di chiarezza. Il confisso (si dice così perché ha significato autonomo e può essere usato prima o dopo una parola) è derivato dal sostantivo inglese cybernetics, cibernetica, a sua volta ricavato dal greco “kybernetes”, il cui senso letterale è “timoniere, pilota di una nave” e per estensione “colui che guida e governa una città o uno Stato”.

Facile riconnetterlo all’idea di navigazione ormai indissolubilmente associata alle nostre attività digitali, soprattutto nel Web, ma ancora di più a quei sistemi digitale che non si limitano a processare le informazioni. Mi riferisco a tecnologie che guidano e governano oggetti nel mondo reale come appunto i distributori automatici, ormai parte integrante dell’Internet delle Cose, come peraltro altri 12 miliardi di oggetti di varia natura sparsi in tutto il mondo.

La seconda ragione è perché mi ha ricordato il mio primo romanzo in cui mi immaginavo qualcosa molto simile rivolto a un certo numero di oggetti smart, ma le conseguenze erano leggermente più apocalittiche. Il bersaglio erano delle caldaie intelligenti collocate in diverse migliaia di abitazioni e l’attacco determinava un malfunzionamento che ne causava l’esplosione simultanea. L’atto dimostrativo rivolto ai distributori di sigarette, però, ci dice che in qualche modo quello scenario che qualche anno fa molti, forse troppi, consideravano fantascientifico, oggi potrebbe essere tranquillamente parte di una drammatica “breaking news”. Mentre scrivo rilevo che l’azienda produttrice ha pubblicato sul suo sito il seguente messaggio: “In relazione all'attacco hacker subìto da una parte dei distributori della rete Laservideo nella sera di sabato 25 marzo e che comporta tuttora disservizi sul territorio nazionale, una email ufficiale con informazioni su come procedere è stata trasmessa a tutti i tabaccai possessori”.

Sembra quindi che l’aggressione abbia colpito alcuni distributori, quindi non il produttore, e sia stata anche individuata una qualche soluzione. Forse nei prossimi giorni avremo notizie più precise. Certo che se fossero state delle caldaie o qualche altro oggetto più “sensibile” qualsiasi soluzione sarebbe arrivata troppo tardi.

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Alessandro Curioni