L'amico geniale
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L'amico geniale

Dopo avere conquistato i nostri smartphone, gliassistenti vocali sono entrati nelle case. Vivono dentro oggetti di design o trasformano i vecchi elettrodomestici. È l’«Ambient intelligence», la rivoluzione degli arredi

Scorrazzano tra le stanze, a caccia di macchie o di intrusi. Popolano gli ambienti, li arredano d’inconsueto, prendendo alla lettera la regola aurea del design: sono forma adeguata alla funzione. Barlumi d’incredibile che diventa reale: non hanno tasti, o giusto un paio, perché si manovrano con la voce. Si dimostrano solerti e ubbidienti, capaci di mettersi in mostra e all’occorrenza, discreti, di eclissarsi.

«Rispecchiano la nostra idea di “Ambient intelligence”: dispositivi e servizi che lavorano insieme per semplificare la vita, riducendo le distrazioni digitali, sino a quasi scomparire nell’ambiente quando non sono utilizzati» spiega a Panorama Gianmaria Visconti, country manager di Amazon Alexa. Dal suo arrivo in Italia, poco più di tre anni fa, l’assistente vocale ha registrato 10 miliardi di interazioni, la metà solo nel 2021. Una tendenza al decollo, un’attitudine compatibile con 140 mila dispositivi per gli spazi domestici (dalle lampadine alle prese elettriche) e protagonista di alcuni gingilli griffati direttamente da Amazon: cornici con dentro uno schermo ad alta risoluzione per mostrare foto e serie tv, diffusori musicali, fino al robottino Astro, per ora prerogativa del mercato statunitense. Segue il proprietario o gli porta una bevanda quando è stravaccato sul divano, fa da display per le videochiamate, ricorda di prendere le medicine o mangiare più verdure. Un amico geniale con la privacy scolpita nei chip: sorveglia gli ambienti, però non s’intrufola dove gli è vietato, per esempio in bagno o in camera da letto. A meno, certo, di volerlo con sé nei ritagli d’intimità.

HomePod mini di Apple

«Crediamo che l’Ambient intelligence abbia il potenziale per rivoluzionare la casa e il benessere delle persone nei prossimi 5-10 anni» aggiunge Visconti. Per cominciare, sono venute meno le barriere all’accesso: «Fino a qualche anno fa, domotizzare la propria abitazione significava ricorrere a installatori professionisti e prevedere ingenti investimenti economici. Alexa ha reso alla portata di tutti un ambiente più connesso, intelligente e divertente».

Lo stesso hanno fatto Google Assistant e Siri di Apple, che sono usciti dai confini degli smartphone e hanno preso a popolare televisori, altoparlanti, sveglie. Una consuetudine, oramai. Il passo successivo prevede l’ingresso in lavatrici, condizionatori e dintorni. Hanno un ciclo di vita più lungo, ma comunque non si sottrarranno a questa evoluzione: «Il controllo vocale sarà un requisito di serie degli elettrodomestici del futuro» prevede Piergiorgio Bonfiglioli, marketing director IOT - Smart Solutions di Haier Europe, tra i leader e i pionieri del settore.

Lo scopo non è stupire, far leva sull’attrattiva della stranezza, ma semplificare la complessità. Mettere in piedi un’alfabetizzazione digitale: «Stiamo provando a portare le ultime frontiere dell’innovazione ai consumatori un po’ meno a loro agio con la tecnologia. Con la voce, volutamente, non andiamo in profondità: per determinate funzioni è uno strumento agile e immediato». Alla portata di pigri, neofiti, chiunque non abbia la minima intenzione di perdersi nelle impostazioni avanzate di una app o impazzire davanti a interruttori, manopole e levette.

I benefici sono intuibili: «Quando siamo in cucina e abbiamo le mani sporche, può aver senso chiedere al forno a che punto è la cottura». Così come rendere prassi alcune pratiche in grado di far risparmiare energia, specialmente ora che i costi dell’elettricità sono alle stelle: «Presto» anticipa Bonfiglioli «si potrà dire al frigorifero di spegnersi prima della nostra partenza per le vacanze, lasciando attiva solo la parte dedicata al freezer, il cui contenuto è più difficile da smaltire. O chiedergli di riaccendersi quando stiamo per tornare, affinché sia pronto per tenere al fresco la spesa appena fatta».

La traiettoria è un inedito utilitarismo mediato dalle cose, che, con la solita dose di paradosso, finisce per sfociare nel sentimentalismo: nel 2021, per 7 milioni di volte, gli italiani hanno detto «ti voglio bene» ad Alexa. È facile affezionarsi a chi è tanto servizievole.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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