Sanremo Moda: Ornella Muti conquista anche senza re Giorgio
Maneskin (Ansa)
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Sanremo Moda: Ornella Muti conquista anche senza re Giorgio

«A Sanremo un abito non parla solo di moda, è politica». Così Nicolò Cerioni ha descritto il suo lavoro da stylist per alcuni dei più grandi artisti della musica italiana (e internazionale). A lui si devono i look di Achille Lauro che anche quest’anno ha scelto di rinnovare la sua collaborazione con Cerioni e Alessandro Michele, direttore artistico di Gucci, inaugurando la prima serata sanremese con un paio di pantaloni di pelle nera (e un auto-battesimo).

Lo stylist, attraverso le sue scelte simboliche ha accompagnato i Måneskin alla vittoria lo scorso anno, e nella 72esima edizione del Festival curerà i look di Lauro, Gianni Morandi, Donatella Rettore e Rkomi. E se il palco di Sanremo «emana una luce particolare che ha risonanza su tutto» - come dichiarato da Amadeus - tutti, dalle grandi case di moda agli stilisti emergenti, vogliono esserci.

Il maestro di cerimonie sarà accompagnato per la sua terza avventura sanremese dall’amico Gai Mattiolo che per l’occasione ha preparato 20 smoking «cuciti su misura nelle sartorie napoletane, tra i quali sceglierà poi i dieci da indossare nelle cinque serate in base all’umore del momento». La prima scelta di Amadeus è un completo nero semplice, con dettagli brillanti, ben lontano dai broccati dell’anno scorso (forse riservati per le ultime serate). Fiorello rinnova il suo sodalizio con Giorgio Armani, indossando uno smoking con rever lucido, abbinato a una camicia impreziosita da ricami brillanti tono su tono.

La dama della prima sera, Ornella Muti, ha fatto discutere per il suo “rifiuto” di indossare l’abito preparatole da Re Giorgio, porta tutta l’eleganza del grande cinema in un due vestiti firmate Francesco Scognamiglio, accompagnate da gioielli Rubeus Milano. La prima creazione in tulle e seta naturale color nude è stata arricchita di richiami di Swarowski in tutta la sua lunghezza, uniti a un’esplosione di cristalli in 3D sulle coppe della scollatura. Il secondo abito, in jersey di seta nero - rigorosamente green - è drappeggiato come fosse un peplo romano «per costruire un abito che, con il suo profondo scollo sul décolleté enfatizzato dal bustino in neoprene ricamato jet e lo spacco laterale, celebra alla perfezione la fisicità di una donna e di un’artista unica».

Noemi, che lo scorso anno aveva incantato con una serie di look firmati Dolce&Gabbana (il duo di stilisti ha deciso di non “partecipare” alla nuova edizione del Festival), colpisce con un abito nude firmato Alberta Ferretti, arricchito da gioielli Bvlgari e sandali Aquazzurra, mentre Yuman stupisce scegliendo il giovane Federico Cina.

La serata prosegue con Gianni Morandi in giacca di seta jacquard con dettagli in velluto (Giorgio Armani) e gli eclettici smoking «ironico-couture» de La Rappresentante di Lista, firmati - ça va sans dire - Moschino. Il re del «Fantasanremo» Michele Bravi definisce «opere d’arte» i completi per lui disegnati da Fausto Puglisi per Roberto Cavalli. «Ho avuto la fortuna di incontrare uno dei più grandi designer che abbiamo in Italia, un’eccellenza in tutto il mondo che ha fatto una reinterpretazione sartoriale del mio brano in una maniera incredibile. Il mio corpo è a disposizione per raccontare una creatività che parte dalla mia musica, ma è firmata da Cavalli e Puglisi e questa cosa per me è bellissima».

Massimo Ranieri punta all’eleganza con un completo total black Versace, mentre il duo più atteso - quello composto da Mahmood a Blanco - conquista vestendo rispettivamente Prada e Valentino (con gioielli Swarovski), merito della super stylist Susanna Ausioni che, proprio in concomitanza con il Festival di Sanremo, ha deciso di pubblicare un libro intitolato «L’arte dello styling».

Ana Mena sceglie il rosso brillante di Emporio Armani, mentre Rkomi sostituisce i Måneskin (ospiti speciale di Gucci) come ambassador di Etro. Dargen D’Amico sorprende in un completo rosa di Alessandro Vigilante, accompagnato dalle sneaker di Giuseppe Zanotti e Giusy Ferreri osa, grazie a un gioco di trasparenze e luccichii, firmato Philipp Plein.

Impossibile non nominare Orietta Berti con il suo «completo aragosta» di Rochart e il nuovo testimonial Boss - Matteo Berrettini - che dopo aver contribuito al sold out mondiale della felpa del marchio (protagonista di una campagna social negli scorsi giorni) conquista con uno smoking in velluto.

Menzione d’onore per le 18 musiciste e le quattro coriste del festival che per tutte le serate indossata creazioni sposa firmate Atelier Emé.

Amadeus e Fiorello (Ansa)

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Mariella Baroli