Arte, spontaneità e consapevolezza nel vestire contemporaneo
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Arte, spontaneità e consapevolezza nel vestire contemporaneo

Il Castello di Rivoli, vicino a Torino, fa da cornice alla presentazione in digitale della collezione Tod’s ideata da Walter Chiapponi, un luogo che valorizza l’arte contemporanea italiana in un contesto di architettura storica.

Parte da questo concetto l’ispirazione del guardaroba maschile del marchio, fatto di una creatività che affonda le sue radici in quelle della tradizione manifatturiera, con richiami all’arte e alla genialità italiana, come nelle opere di Michelangelo Pistoletto ospitate nel Castello.

Fra i pezzi chiave, la Shirt Jacket si conferma elemento versatile per la quotidianità e il viaggio, il bomber di lana, il parka dai volumi ampi e tutta la serie di maglieria, persino il cashmere usato nel gymwear e nei pantaloni modello tuta.

In inverno anche le calzature pensano alla funzionalità, aumentando l’altezza delle suole che si fanno più decise e i gommini molto più grandi.

La nuova sneaker rappresenta la massima espressione della sperimentazione tecnica, sempre assemblata con sapienza artigianale.

Il mondo dell’arte affascina e influenza profondamente il percorso di Missoni e questa stagione, in particolare, l’astrattismo informale, movimento sviluppatosi in Italia durante gli anni 40 sulla spinta di artisti come Giulio Turcato, imitato nelle grafiche e nelle palette dei colori.

Ci veste con stile e con spontaneità, perché l’attitudine dinamica non esclude il comfort, soprattutto nella maglieria artistica, bella da ammirare e da volere appoggiata addosso.

C’è la speciale collezione di «The Cardigan», una capsule che si rinnova ogni stagione e dà il meglio in fatto di iconografia manifatturiera.

Per rendere più facile creare un total look, arrivano i primi abiti firmati Missoni e cresce l’offerta dei capi outwear portati su pantaloni in maglia o tessuto in chiave urban-sport.

Altra novità di stagione, la capsule Mountain Calling seleziona maglie, felpe e T-shirt dall’appeal nordico firmate dal logo mountain che ricorda il Monte Rosa.

Etro AI22

Il viaggio nordico e siderale si prosegue anche da Etro, pronti a partire per andare in montagna o al mare d’inverno, riscaldati da pullover e maglioni con le stelle polari o le ancore, lupi e rose stilizzati.

Il loro autore, Kean Etro, vuole silhouette atletiche e morbide modulate con garbo dalla predominanza monocromatica: sfumature ghiacciate di grigio e blu, toni intensi di viola, verde bosco e arancio, punte accese di rosso e giallo senape.

Per ripararsi dal freddo si aggiungono i maxi cappotti, il piumino e altri pezzi specifici per l’outwear.

Marras AI22

L’avventura poetica di Antonio Marras e suo figlio Efisio Rocco Marras vira verso il nord ovest del Mediterraneo dove si narra ci fosse un’Isola, una pianura placida e un lago, il lago di Baratz che mantiene per magia sempre la stessa profondità. In mezzo alla sua lussureggiante pineta e le alte dune di sabbia alternate a spazi con palme nane, orchidee, mirto, ginestra, more e rosmarino, aleggia il mistero di una città fatata scomparsa fra le sue acque, viva vorticosa e tutta colorata con una palette che ricorda i tetti di Roma o i mattoni di Siena. Si racconta che i suoi abitanti erano specializzati nella tessitura di stoffe preziose come pizzi e nei maglioni filati con tutti i colori.

Le stesse lavorazioni e i ricami immaginati a Baratz sono applicati nei pezzi più formali della collezione che richiamano la tradizione sarda e l’aspetto più primitivo e rurale, mentre si discosta un poco, pur mantenendo la patina romantica e poetica, la capsule sportiva di matrice contemporanea.

Ardusse AI22

Il racconto autobiografico è il modo in cui Gaetano Colucci cresce il suo progetto moda Ardusse, alla sua quarta stagione che comporta una consapevolezza più concreta del giovanile romanticismo. Concorre alla spinta in avanti, anche in questo caso, il ricordo di un viaggio in Islanda, terra piena di natura selvaggia e di istinti primordiali che si associano alla riscoperta del corpo e della sua sexiness.

Il designer spiega: «Per me questa collezione è stata un bagno nella realtà concreta e così il ragazzo gentile di Ardusse che viveva in un spazio idilliaco comincia la sua maturazione e la scelta di un abbigliamento più da grande. Ho voluto che il brand riflettesse la mia personale maturazione, cresce con me e io stesso mi provo tutti i pezzi della collezione per testare se mi sento confidente veramente in ogni tipo di abito».

Le rouche predilette ricoprono le camicie romantiche alternate ad un seducente pizzo fatto di decoro e trasparenze. Gli anni Settanta, momento storico di rottura e presa di coscienza, danno nuova forma all’abito in stile David Bowie, con blazer corto e rever accentuati, e portano mazzi di fiori sui morbidi maglioni e nelle felpe urbane.

JW Anderson AI22

Estroso ed eccentrico all’estremo, l’approccio di JW Anderson esplora le barriere di genere e di gusto, facendo condividere il medesimo guardaroba a ragazzi e ragazze, lasciando sempre mancante un elemento perbenista dello stile a far discutere.

Bordi sregolati, capi accorciati, scolli accentuati, stravaganti decori e ritagli, come in un party ludico di cui si è protagonisti.

Vestirsi o svestirsi, mescolando i pezzi e gli abbinamenti caleidoscopici dei colori.

Justin Gall AI22

Quasi abituati a una realtà odierna che sembra fantascienza, il designer americano Justin Gall combina i suoi studi di fisiologia umana, arte e design grafico e design per creare un suo mondo futurista anche nello stile del vestire dei nuovi guerrieri umani.

Total look modulari e high tech, protettivi come morbide armature da difesa, in parte rimovibili e personalizzabili. Costruiti per il comfort, la protezione dagli elementi, forse anche umani, per la resistenza ad oltranza.

Dhruv Kapoor AI22

Un altro marchio contemporaneo, l’indiano Dhruv Kapoor, fondato a Nuova Delhi dal designer omonimo, celebra la molteplicità e la pluralità della società contemporanea. Il dna del progetto è costruito sulle stampe e sui tessuti personalizzati creati da ricamatori indiani e artigiani tessili, con un'enfasi sulla sartorialità e sul loro uso eclettico.

Jurgen Canaku AI22

I dettagli sono anche il punto di partenza di Jurgen Canaku, stilista albanese, soprattutto quelli che non si vedono. Il focus è su strappi, tagli, polsi e colli, fodere e cinte, per una rilettura del sartoriale in chiave contemporanea.

Abiti, giacche doppiopetto e monopetto, così come pantaloni e camicie, subiscono il fascino dello stile italiano con un poco di influenza delle uniformi dei Balcani, in una versione più fluida e rivolta agli anni Settanta.

La palestra da boxe e il ring sono la scenografia dell’allenamento alla vita, per essere sempre pronti a quello che accade domani.

Magliano AI22

La sceneggiatura ideata da Michele Rizzo presso l’ARCI Bellezza di Milano è ispirata alle scene di pugilato di Rocco e i suoi fratelli del maestro Luchino Visconti, uno dei padri del neorealismo italiano, per raccontare i capi della collezione di Magliano.

Accanto a un letto in ferro, si manifestano i pigiami, lo smoking, i capi luccicanti e quelli invece prodotti con materiali grezzi, il feltro, la lana shetland e le altre spesse che isolano e proteggono.

In questo luogo interiore o sociale di vagabondaggio, di lenzuola e coperte vecchie, si immaginano le mise da indossare per un nuovo incontro.

PT Torino AI22

In controtendenza, guardano agli anni Novanta gli abiti di PT Torino e Slowear, anch’essi però contaminati dalla dicotomia glamour e streetwear.

Il primo brand si affida al mix & match tipico dell’universo grunge, delle divise college e dello spirito rock and roll, in una rivisitazione dei classici che elimina la suddivisione del maschile e del femminile e crea uniformi indossabili da tutti.

Slowear AI22

Sotto il marchio Slowear si raggruppano Incotex per i pantaloni, Montedoro per i capospalla, Zanone nella maglieria e Glanshirt per quanto riguarda le camicie, uniti a coro in questa nuova collezione che concorda sulle origini sartoriali dei quattro brand.

Si pensa in termini di durata, di gusto e di qualità, nei pantaloni ispirati agli anni Cinquanta e alle divise militari, così per i doppiopetti e peacoat marinari.

La parte knitwear e la camiceria prestano sempre maggiore attenzione alla sostenibilità e alle sue certificazioni, mantenendo l'inconfondibile sapore vintage e il loro fit impeccabile.

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Barbara Tassara