Cuoio di Toscana, a Lineapelle riflettori puntati sulla sostenibilità
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Cuoio di Toscana, a Lineapelle riflettori puntati sulla sostenibilità

Intervista al presidente del Consorzio Antonio Quirici: «La suola verde è il nostro simbolo: dalla natura per la natura».

Lineapelle - la più grande rassegna internazionale dedicata alla filiera della pelle - ha chiuso la sua 101esima edizione con numeri in forte crescita e la speranza di «far fiorire il domani».

Con 1.161 espositori (544 concerie, 403 accessori/componenti, 164 tessuti e sintetici, 50 aziende di altri settori) e oltre 24.000 buyer e addetti ai lavori (il 55% in più rispetto alla scorsa edizione), Lineapelle è stata un’edizione di ritorno all’internazionalità pre-pandemica. Nel suo complesso, l’industria conciaria italiana ha registrato un aumento di fatturato pari all’8.8% a fronte di un lievissimo calo (-0.5%) nei volumi di produzione. L’export continua a rivestire un ruolo fondamentale, con un’incidenza superiore al 70% del fatturato complessivo del settore, con una crescita del 9.3% rispetto all’anno precedente.

La sfida stilistica per il comparto nei prossimi anni sarà sicuramente quella di appropriarsi delle tecnologie più evolute e della tecnica a favore dell’uomo e all’interno della natura. La sostenibilità, insomma, è ancora una volta al centro del dibattito con Lineapelle che conferma e ribadisce la sua visione green anche attraverso eventi e seminari.

Da sempre protagonista nell’approccio a una produzione più sostenibile, Cuoio di Toscana è tornato sotto i riflettori di Lineapelle. «La sostenibilità per Cuoio di Toscana non è un racconto ma un impegno» ha spiegato in occasione della fiera il presidente Antonio Quirici. «La suola verde è il nostro simbolo: dalla natura per la natura».

Antonio Quirici

Cuoio di Toscana è protagonista di Lineapelle. Come si è evoluta la fiera negli ultimi anni?

Trovo che Lineapelle, al pari delle altre fiere milanesi, sia tornata in gran forma dopo il biennio Covid e abbia avuto un unico, grande obiettivo, quello di attirare più buyer possibili. L’ultima edizione della manifestazione, poi, ha confermato il suo ruolo centrale nel panorama internazionale forte degli oltre suoi 1.100 espositori provenienti da più di 42 Paesi al mondo, ponendosi una volta di più come punto di incontro privilegiato tra aziende e compratori internazionali.

Inoltre, dal punto di vista produttivo, a fronte del calo dei volumi dell’industria conciaria registrato nel 2020-21, Lineapelle ha mandato un messaggio forte a tutto il comparto rassicurando sull’inversione di tendenza di cui si hanno già i primi segnali.

Il Consorzio ha oggi raggiunto un traguardo importante, i 200 milioni di fatturato. Quali sono le ragioni dietro questa successo?

Le ragioni del successo di Cuoio di Toscana sono da ricercare nella cultura del cuoio che abbiamo costruito mettendo al centro un materiale naturale, plastic free e riciclabile ma, soprattutto derivante da uno scarto dell’industria alimentare e che abbiamo trasformato in prodotto pregiato.

Tutto ciò è stato possibile solo grazie all’apporto delle aziende virtuose del distretto che lavorano secondo criteri ecosostenibili regolati da norme stringenti – di cui fanno ugualmente parte il benessere degli animali come la depurazione delle acque, il riciclo dei residui solidi e l’utilizzo di energia rinnovabile - e che hanno reso il cuoio un simbolo di qualità, di tracciabilità e di alto artigianato Made in Italy che ha conquistato tutto il mondo.

La sostenibilità è parte del dna di Cuoio di Toscana. Quali sono i progetti futuri per il brand?

Cuoio di Toscana non esisterebbe senza la sostenibilità e questa è sicuramente la ragione principale che ci spinge a supportare continuamente progetti legati a questa tematica legandoci ad altri marchi che hanno la nostra stessa visione per amplificarne il messaggio. Una visione, peraltro, che ci ha portato a dare vita al progetto Cuoio di Toscana Prize, che ha come obiettivo quello di supportare i giovani creativi e i progetti ecosostenibili per dare un segnale forte e chiaro al settore e, soprattutto, fortemente puntato sul domani.

Qual è il rapporto tra lusso e sostenibilità?

Lusso e sostenibilità, oggi più che mai, sono indissolubilmente legati, oltre che essere due aspetti che costituiscono da sempre i valori principali di Cuoio di Toscana. Uno non esiste senza l’altra e la ragione è da ricercare soprattutto nell’anima naturalmente sostenibile del cuoio, dai noi amplificata grazie alle lavorazioni di una filiera interamente sostenibile che caratterizza le aziende del Consorzio e che permette di esprimere l’eccellenza di un cuoio da suola unico, ottenuto con una concia lenta al vegetale, che diventa il canovaccio perfetto e imprescindibile per dare vita a prodotti di lusso

Qual è il valore aggiunto del made in Italy?

Made in Italy è sinonimo di quella eccellenza - produttiva, qualitativa, creativa, artigianale - che è diventata sempre più una discriminante per avere un prodotto di livello. Un driver che fa la differenza perché crea un qualche cosa la cui anima è realizzata con materie prime di altissima qualità, frutto di un processo produttivo che affonda le sue radici nel tempo e che è garanzia di valore e, soprattutto, di unicità per il fatto di essere stato creato singolarmente. Un valore non solo aggiunto ma imprescindibile, oggi come sempre.

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Mariella Baroli