Inizia con un “Hey Mike” la lettera aperta inviata dalla blogger XXL Jes Baker all’attenzione di Mike Jeffries, CEO di Abercrombie & Fitch reo di aver dichiarato ufficialmente che il brand da lui diretto punta ad un target giovane e snello e che, quindi, non produce abiti adatti a signore che indossano taglie superiori alla 44 (cioè il 64% della popolazione americana).
“In ogni scuola ci sono i ragazzi fighi e popolari – aveva di recente dichiarato – e poi ci sono quelli non così cool. Noi ci occupiamo dei ragazzi fighi, quei ragazzi che hanno un certo tipo di atteggiamento e con un sacco di amici. Molte persone non entrano nei nostri vestiti. Questa non è discriminazione.”
Ovviamente la sua presa di posizione aveva fatto molto clamore suscitando reazioni indignate da parte del mondo “non cool” che ha rivendicato a gran voce il diritto di essere della taglia che si è. Se ne era parlato per settimane e anche i media a stelle e strisce si erano occupati del caso.
Jes Baker, però, ha fatto di più. Si è recata in un negozio Abercrombie & Fitch ha comprato una maglia della taglia più grande, ci si è stretta dentro, ha chiamato una fotografa, Liora K, e un fotomodello professionista e ha risposto per le rime a Mr. Jeffries prestando le sue giunoniche rotondità ad un servizio modaiolo per dimostrare che anche una donna grassa può essere sensuale e bella.
Ha preso, quindi, le foto, le ha messe sul suo seguitissimo blog, The Militant Baker , e ha corredato il tutto da una lunga lettera aperta nella quale spiegava le ragioni del gesto: “Il tuo commento – dichiara – non è offensiovo. In realtà milioni di persone la pensano allo stesso modo. La cosa che mi rammarica è che ancora una volta passi il concetto secondo il quale una donna grassa è un fallimento sociale, indesiderabile e senza valore”.
“Grazie a quello che tu hai detto – continua – è arrivata una grande opportunità di cambiamento sociale. Di solito viene socialmente accettato che i belli stiano con i belli e i brutti con i brutti. Per questo ho voluto posare con un fotomodello per dimostrare che non è necessariamente vero. La giustapposizione di corpi insolitamente accoppiati è visivamente stridente, e, anche se vorrei che non sia così, provoca negli spettatori la sensazione di sentirsi a disagio. Questo è in gran parte attribuite a società come la vostra che perpetuano il pensiero che le donne grasse non siano belle”.
E conclude: “Una nota: non ho fatto queste foto per dimostrare che il modello mi ha trovato interessante, o che il fotografo mi ha trovato fotogenica, o per dimostrare che sei un cazzone. Piuttosto, ho colto l’occasione per dimostrare che io mi sento sicura nella mia pelle e di mostrarlo utilizzando proprio il tuo marchio. Ps. Se mi volessi offrire una buona quantità di denaro per smettere di indossare le tue maglie sarei felice di accettarlo.”