Beppe Grillo: "Faremo il referendum per uscire dall'Euro"
ANSA/ANGELO CARCONI
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Beppe Grillo: "Faremo il referendum per uscire dall'Euro"

Il Circo Massimo porta anche la promessa di ritornare nelle piazze compattati dal leader e la determinazione ad arginare la "peste rossa" del Pd di Renzi

L'eredità politica della festa del M5S al Circo massimo in sintesi è questa:
- il referendum sull'Euro
- tornare nelle piazze lontano dal Parlamento e dalla tv
- ricompattare militanti e "politici" attorno a Beppe Grillo
- arginare "la peste rossa targata Pd.


La linea è dettata unicamente dall'ex comico genovese che, alternando i suoi interventi dal palco e tra i gazebo (o addirittura su una gru a 20 metri di altezza), si riprende il partito.

Nessun dialogo con Renzi
E indica la strada: nessun dialogo con il governo di Matteo Renzi o, come preferisce chiamare il mondo istituzionale, con "il sistema". Che, secondo l'ex comico genovese, è guidato dai "massoni": "Nulla contro di loro ma, se vogliono andare al governo, si facciano il partito della massoneria e vengano eletti, altrimenti se ne vadano a fanculo", dice.

Una peste rossa che sommerge l'Italia
Il leader pentastellato se la prende poi con il Pd: lo definisce "una peste rossa che sta sommergendo l'Italia". E non usa il termine casualmente: il fango sta sommergendo la sua Genova. Come dire che l'alluvione è colpa dei politici della sinistra.

Così invita il sindaco Marco Doria alle dimissioni ed annuncia che martedì sarà nel capoluogo ligure: "Andremo tutti a spalare - spiega - anche perché i nostri parlamentari sono già abituati a spalare merda in Parlamento".

Leadership in questione
La questione interna della leadership la liquida con una battuta: "Abbiamo creato dei mostri - scherza - Abbiamo dei ragazzi meravigliosi, Di Maio, ma anche Di Battista. Io so che fine faremo io e Casaleggio: faremo gli europarlamentari con Mastella...", urla dal palco proprio dopo che i due "enfant prodige" cinquestelle avevano terminato i loro interventi.

Il vicepresidente della Camera, applauditissimo dalla folla, mostra doti da da politico consumato. Evita il tono delle polemiche (onnipresente in tutti gli interventi di questi giorni al Circo massimo) e descrive "l'Italia a cinquestelle". "La Repubblica di Enzo Ferrari, uno che si e' dato da fare, e non di Scilipoti".

Il caso Di Maio
Illustra il programma M5S come un candidato premier. Il suo intervento è già un caso prima che Di Maio salisse sul palco: nella scaletta prima viene indicato come "Il governo a 5 stelle", poi come "La terra dei fuochi" e, infine, come "Cosa avrebbe fatto un governo a 5 Stelle". 

Disorganizzazione, certo, ma anche segno di un imbarazzo interno.

Ma l'investitura Di Maio, come qualcuno nel movimento sperava, non c'è stata, almeno ufficialmente.

Ma, sapendo leggere le parole del leader genovese, è soltanto rinviata, nella consapevolezza che per ora il M5S non può' fare a meno della presenza mediatica di Grillo.

Raccolta delle firme da novembre
Lo si capisce dalla presenza nella piazza: stracolma con Beppe, non sempre piena per senatori e deputati. D'altronde, è l'ex comico a tracciare la linea politica; ad annunciare che "i parlamentari usciranno dal Parlamento, non dimettendosi, ma ricreando il Parlamento in piazza".

A dire che a novembre inizierà la raccolta firme per il referendum sull'Euro: "Ne porteremo quattro, cinque, sei milioni. E anche se il Parlamento non è costretto per legge" a parlarne "sarà costretto dai 150 parlamentari che abbiamo".

Sull'Euro sfida Lega e Fi: "Vedremo chi ha bluffato, vedremo se la Lega manterrà la parola e vedremo anche che dira' Brunetta". Ed ha una certezza: "Finirà 70 a 30" per chi vuole uscire.

Infine, l'attacco diretto a Renzi: "L'Italia sta andando a bagno. Consigliamo a Renzi di affrettare il suo lavoro. Non abbiamo più mille giorni". (ANSA).

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