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ANSA/GIORGIO ONORATI
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Dopo le comunali: perché Renzi è in difficoltà

Il leader del Pd parla di aprire a Pisapia e al suo movimento. Forse l'unica strada per contrastare il centrodestra e un M5S tutt'altro che fallito

Centrodestra, centrosinistra, Movimento5Stelle. Non c'è una delle tre forze politiche che sia uscita senza scosse dall'ultima tornata delle comunali che hanno raccontato un sentiment locale degli italiani tutt'altro che scontato.

Gli elettori hanno messo in panchina i candidati 5 Stelle e hanno schierato nella maggioranza dei casi in posizione di vantaggio i candidati del centrodestra lasciando in rincorsa quelli del Pd.

Tuttavia sarebbe sbagliato pensare che i grillini siano dei perdenti (le comunali non sono le politiche), che il centrodestra abbia le carte per tornare a governare (la distanza tra Salvini e Berlusconi è molto ampia) e che il centrosinistra sia costretto al secondo posto per forza.

Una cosa però, sembra abbastanza evidente: Matteo Renzi, segretario del Pd, non passa giorni tranquilli ed è il difficoltà.

Il Partito Democratico

E lo ha dimostrato lui stesso. Le dichiarazioni sono da "duro": "Il Pd - ha detto - ha eletto più sindaci al primo turno ed è il partito che manda più candidati al ballottaggio. Non fate vedere i dati a Grillo e Salvini sennò ci restano male". Ma poi lavora per aprire il dialogo a Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, fondatore del movimento "Campo Progressista" e finora guardato con distacco. La prima, timida, apertura di Renzi a un dialogo inglobante è qualcosa a cui non eravamo abituati. Il segretario Pd è un accentratore, un isolazionista, un leader che ha fatto del sé l'unica arma (spuntata) di battaglia. 

Il risultato del primo turno delle comunali (i ballottaggi si terranno il giorno 25 giugno) non è certo paragonabile a un'elezione politica ma è a quelle che guarda Renzi. E da solo ha (forse) capito che la strada è lunga e tortuosa. Tanto che ha dichiarato: "Siamo tutti molto tranquilli sul fatto che si vota a scadenza naturale. Su questo non c'è più discussione". Prende tempo.

Ecco quindi che aprire a Pisapia significa dare un messaggio diverso agli elettori smarriti (e anche un po' arrabbiati) del centrosinistra. Sperando da una parte di recuperare qualche voto in area cinque stelle per i ballottaggi (al primo turno era dietro al centrodestra a Genova, Riccione, Piacenza, Parma) e dall'altra di stendere un dialogo per la definizione della prossima, dibattuta, legge elettorale.

Il Centrodestra

Dall'altra parte della barricata, intanto, è evidente che dove Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia si sono presentati insieme, hanno vinto, o comunque ottenuto posizioni di vantaggio.

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Ma mentre il leader della Lega Salvini sostiene che le prove di coalizione vedano la Lega "tirare", il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi sostiene di poter essere l'unico vero leader del centrodestra in nome di un pensiero liberale e moderato, l'unico valido per governare il Paese. E continua a tenere alta la bandiera di una legge elettorale con metodo proporzionale per le prossime elezioni.

Sottolinea come "Forza Italia si confermi primo partito del Centrodestra". Per ora la linea è chiara: fino al 25 giugno si naviga insieme, poi dopo ognuno prenderà la sua rotta. Per ora le strade sono ancora lontane.

Il Movimento 5 Stelle

Nessun comune vinto al primo turno sui 160 al voto e solo 9 candidati portati al ballottaggio rispetto ai 20 delle elezioni amministrative del 2016 (su 143 al voto). Ma attenzione a dichiararlo vinto. Il Movimento 5 Stelle ha preso un bello schiaffo dalle comunali ma l'opinione di politici e politologi è comune: i grillini sono molto radicati e sarebbe sbagliato parlare di un flop.

Certo la mancata capacità organizzativa sul territorio, la mancanza di candidati forti e con esperienza, la presenza più in rete che in sedi di partito li penalizza quando a votare sono cittadini di realtà piccole e medie. Ma sul piano nazionale è diverso: grandi i temi, ancora forte lo scontento e la disillusione della gente verso i partiti tradizionali.

Una cosa è certa: il voto delle Comunali ha spaccato (ancora di più) il Movimento tra chi segue il potenziale candidato premier (per ora) Luigi di Maio e chi invece lo accusa di aver "ammorbidito" la stategia politica negli ultimi mesi facendo perdere quell'identità di "antipolitica" propria dei grillini e di iniziare ad assumere più il volto del movimento di palazzo in cerca anche di compromessi politici: come sulla legge elettorale (nella prima fase dell'accordo con il Pd poi tradito), come in materia di vaccini, come in materia di testamento biologico.

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Redazione