Bob Dylan: “Like a rolling stone” festeggia 50 anni – 5 cose da sapere
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Musica

Bob Dylan: “Like a rolling stone” festeggia 50 anni – 5 cose da sapere

La leggendaria canzone è stata pubblicata il 20 luglio del 1965

Il brano era stato pensato originariamente per il romanzo "Tarantula"

Bob Dylan, con 74 primavere sulle spalle,  non ha più la voce ammaliante degli anni Sessanta, ma conserva un carisma e un’intensità interpretativa che non ha eguali nella musica contemporanea. Non sono stati né la voce, né il virtuosismo strumentale, né le strutture musicali piuttosto semplici a rendere Dylan una leggenda, ma un aspetto a cui purtroppo oggi si presta sempre meno attenzione: la parola. In un periodo, l’inizio degli anni Sessanta, nel quale i testi erano poco più che un pretesto, Robert Zimmerman, imbracciando la sua chitarra e la sua armonica con austera fierezza, ha dichiarato al mondo che la poesia non era solo quella che si leggeva nei libri, ma anche quella che giungeva attraverso la radio. Le sue canzoni erano evocative, ricche di metafore e di figure retoriche, spesso oscure, indubbiamente di grande fascino. Dylan a ha più volte dichiarato che la sua canzone migliore è Like a rolling stone, d’accordo con buona parte della critica musicale. Vediamo insieme, cliccando le frecce laterali, le 5 cose da sapere su Like a Rolling Stones, pubblicata il 20 luglio del 1965 dalla Columbia.

1) Il testo e la struttura

Quattro strofe, un ritornello riproposto quattro volte, un tempo in 4/4 per un totale di 6 minuti e 6 secondi. E’ questo lo straordinario risultato finale di un testo in realtà molto più lungo, circa venti pagine, originariamente destinato al romanzo Tarantula. Una vera e propria invettiva, di raro cinismo, nei confronti di una “lei” caduta in disgrazia dopo anni di agi e di lussi. Emblematico, in questo senso, il ritornello: “Come ci si sente/Come ci si sente/ ad essere sola?/Senza un posto dove andare?/Come una completa sconosciuta/Come una pietra che rotola?”. Ciò che rende unico il brano è che gli strumenti seguono il cantato e non viceversa, come accade di solito nel rock.

2) I personaggi

Già la prima strofa, con l’iniziale “Once upon a time” (“C’era una volta”) mette subito in chiaro che ci troviamo di fronte a una favola, senza lieto fine, ma pur sempre una favola. Alcuni ritengono che la protagonista della canzone, la “pietra rotolante", sia la splendida attrice warholiana Edie Sedgwick, che però il cantautore non conobbe mai di persona. Come ogni buona favola, i personaggi sono strani, inquietanti e chiaramente metaforici: pagliacci, giocolieri, Miss Lonely, un Vagabondo misterioso, un Diplomatico col gatto siamese appollaiato sulla spalla, Qualcuno con addosso gli stracci alla Napoleone e una Principessa sulla guglia. A Dylan tutto si può dire, tranne che sia privo di fantasia.

3) La registrazione e la band

Like a rolling stone, prodotta da Tom Wilson,  è stata incisa tra il 15 e il 16 giugno del 1965 negli studi della Columbia sulla Settima Strada di New York da una superband formata da Michael Bloomfield alla chitarra, Al Kooper all’organo, Paul Griffin al piano, Joe Macho jr.al basso, Bobby Gregg alla batteria e Bruce Langhorne al tamburello. Il 15 giugno la canzone fu provata cinque volte, anche in una curiosa versione valzer in 3/4.  Il 16 giugno furono ben 15 le registrazioni, fino ad arrivare alla versione che tutti conosciamo in 4/4 con la chitarra elettrica.

4) L'influenza della canzone

Dylan ha raccolto l’ideale testimone dai suoi idoli giovanili Woody Guthrie e Pete Seeger e l’ha passato ad almeno due generazioni di cantautori, in primis a Bruce Springsteen. A proposito della canzone, il Boss ha dichiarato : “La prima volta che ho ascoltato Like A Rolling Stone avevo 15 anni, ero in macchina con mia madre e stavo ascoltando WMCA, quando ad un tratto partì quel colpo di rullante che suonava come se qualcuno stesse aprendo a calci la porta della mia mente”.

5) Le cover

Like A Rolling Stone è stata coverizzata da numerosi artisti: Young Rascals, Turtles, Bob Marley, Bon Jovi, Rolling Stones, Jimi Hendrix, John Mellencamp, Seal, Michael Bolton, Cher, Johnny Winter e David Gilmour. La cover migliore, a nostro parere, resta quella dei Rolling Stones. Nessuno, però, è mai riuscito a ripetere la magia della versione di Dylan. Una pietra che rotola da cinquant’anni, senza fermarsi mai.

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Gabriele Antonucci