All'Agenzia delle entrate funzionari in aspettativa assunti come dirigenti
Ansa/Claudio Peri
Economia

All'Agenzia delle entrate funzionari in aspettativa assunti come dirigenti

Denuncia alla Corte dei Conti del deputato Rizzetto, che ipotizza un danno erariale. Mai fatti concorsi per assegnare le funzioni

Sarà la Corte dei Conti a stabilire se i contestati sistemi di promozione dei dirigenti dell’Agenzia delle entrate sono legittimi oppure no. Alla magistratura contabile si è rivolto il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto, con un esposto presentato il 18 luglio scorso in cui si denunciano i danni erariali causati da scorrettezze in corso da anni. Su tutte, la collocazione in aspettativa di funzionari riassunti subito dopo come dirigenti dall’esterno, che appare come una forzatura clamorosa delle norme in vigore.

Tutto nasce dalla cronica allergia che l’Agenzia manifesta da sempre per i concorsi pubblici necessari a nominare un dirigente in qualunque branca dell’Amministrazione. Per i suoi dirigenti, in sedici anni di vita, non ne ha tenuto neppure uno. Gli avanzamenti di grado sono sempre avvenuti in modo discrezionale, nonostante le proteste dei sindacati interni e di diversi giuristi. La faccenda è finita di fronte alla Corte Costituzionale, che a marzo 2015 ha pronunciato la sua sentenza apparentemente inequivocabile. Le promozioni senza concorso sono state bollate come illegittime e ben 800 dirigenti sono stati dichiarati decaduti da un giorno all’altro, con i problemi pratici che si può ben immaginare. Basti dire che più di un contribuente in contenzioso con l’Erario ha contestato la legalità degli atti firmati da dirigenti dichiarati illegittimi.

Proprio per la rilevanza delle conseguenze sull’attività dell’Agenzia, la sentenza ha anche indicato la strada per rientrare nella legalità con il minore sconquasso possibile. L’Agenzia avrebbe dovuto attribuire temporaneamente le funzioni dirigenziali ai funzionari più alti in grado e nel frattempo preparare i concorsi da svolgere entro la fine del 2016. Ma pare che queste indicazioni siano rimaste lettera morta. "Neanche la sentenza della Corte Costituzionale" si legge nell’esposto di Rizzetto "ha posto fine alla deplorevole prassi di attribuire le funzioni dirigenziali attraverso procedure illecite e discrezionali".

In sostanza il vertice dell’Agenzia avrebbe di fatto mantenuto in vari modi, nello stesso ruolo di prima, molti dei dirigenti decaduti. Nella maggior parte dei casi con il conferimento discrezionale di posizioni organizzative speciali oppure "a tempo" (entrambe retribuite meno di quelle dirigenziali vere e proprie ma più di quelle dei funzionari, dunque con la creazione artificiosa di un livello intermedio) attraverso un uso scorretto di strumenti pur previsti dalla legislazione. Talvolta avrebbe ottenuto questo risultato addirittura con un triplo salto mortale logico: il collocamento in aspettativa di un funzionario (a cui è garantita così la certezza del contratto di lavoro a tempo indeterminato nella Pubblica amministrazione) per poi attribuirgli un incarico dirigenziale temporaneo da esterno.

Un caso del genere ebbe per protagonista, verso la fine del 2014, il direttore aggiunto dell’accertamento, nonché fedelissima del direttore generale Rossella Orlandi, Emiliana Bandettini e fu segnalato a novembre scorso da Panorama. Ora pare che il giro si sia allargato anche ad altri e soprattutto si sarebbe verificato un salto nel livello, in quanto si tratterebbe dell’aggiramento di una decisione già efficace della Corte Costituzionale (nel caso precedente la sentenza, pur attesa, era ancora di là da venire). Resta da dire che nel frattempo non si vedono iniziative adeguate in vista dei famosi concorsi. Si tratta di procedure molto complesse e la scadenza prescritta dalla Consulta è vicina. Come se ne uscirà se l’Agenzia non farà le promozioni nel modo dovuto entro la fine del 2016?

I più letti

avatar-icon

Stefano Caviglia