Dondolo: i sogni spezzati dell'India. Amrita protagonista di violenza di genere
Lilliana Comes
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Dondolo: i sogni spezzati dell'India. Amrita protagonista di violenza di genere

Un di-segnato racconto di quello che accade oggi alle donne in India. Una denuncia artistica e sociale realizzata da Gigliola Izzo e Lilliana Comes

Gli eventi indiani accaduti negli ultimi anni hanno rivoluzionato l'ambiente geopolitico del sub continente. Regimi che si trascinavano da decenni, apparentemente solidi, sono crollati; nuovi equilibri sono emersi nell’aerea e, fatto non secondario, la capacità d'influenza delle grandi potenze nella regione si è rilevata effimera. Dondolo: i sogni spezzati di Amrita, scritto da Gigliola Izzo, poeta e scrittrice, con le illustrazioni di Lilliana Comes, pittrice affermata, edito da Cervino edizioni, ha di certo preso coscienza (antropologica e culturale) che l’esodo della società maschile continua a riappropriarsi di saggezza divina e amore per la vita.

Il progetto editoriale, è un manifesto femminile partenopeo, un di-segnato racconto di quello che accade in una nazione come l’India, spesso identificata dalla stampa estera, matrice di violenza di genere (come accaduto recentemente, ad una bambina di sei anni, violentata con una sbarra di ferro da un addetto alla sicurezza ad Ahmedabad, capitale del Gujarat) in cui viene tolta la speranza, i sogni d’ispirazione al progetto a cui noi tutti siamo chiamati.

Le protagoniste del racconto sono due bambine Amrita e Nalini, che accompagnate da guance rosee (disegnate con matita e grafite su carta) lasciano trapelare, che a volte la vita, non è infantile e adolescenziale come sembra.

Una saga familiare del nostro secolo in cui si rispecchiano la storia e il destino di tutto il popolo indiano, spazzato via dalla violenza brutale di un gruppo di uomini lacerati dall’odio di una lunga primavera contemporanea in lingua Hindi. Un grande affresco, raccontato in poche ed efficienti parole, non politiche ma intimistiche, con accanto disegni eloquenti e magici, usciti da un quadro del pittore e regista indiano Maqbool Fida Husain (meglio conosciuto come MF Husain, vincitore del prestigioso Orso di Berlino) in cui l’amore e il mistero si mescolano alle violenze e agli orrori di un passato non utopistico.

La narrazione è semplice, (come la manifestazione sportiva realizzata pochi giorni fa, nella città indiana di Bangolare, per celebrare la femminilità multifunzionale ma non debole) espressiva, come le parole pungenti del romanzo The Obscure Logic of the Heart dell’autrice indiana Prya Basil e infine ribelle, rivolta ad una terra in cerca di rilancio, che oggi appare con Nerendra Modi, il premier che piace alla Cina, (ha recentemente dichiarato, di voler aprire degli sportelli in grado di fornire aiuto e assistenza legale e psicologica, per le donne vittime di abusi o violenza) cambiata sotto numerosi aspetti.

Amrita è protagonista di una nazione da troppi anni sofferente, divisa da una mancata e adeguata capacità di proiezione interculturale, appesa al ramo di un albero dondolante, come la protagonista del breve racconto, nei diritti umani, non in grado oggi, di risalire alla questione di genere.

Lilliana Comes e Gigliola Izzo
I miei bei capelli neri, lisci, lucidi, sono induriti dal sangue raggrumato.

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Giuseppe Giulio

Napoletano, ma residente a Fiuggi. Laureato in Scienze Politiche per la Cooperazione e lo Sviluppo. Ha pubblicato nel 2009 una prima silloge in lingua inglese dal titolo “Northern Star” edito da Altromondo. Collabora con Roma Tre e UNICEF.

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