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Oltre la zucca. I simboli di Halloween e il loro significato

Oltre la zucca. I simboli di Halloween e il loro significato

Dall’aglio al lupo mannaro: i simboli spiegati da miti e tradizioni, dagli Antichi Egizi alle credenze norrene

Durante il periodo di Halloween, la linea di demarcazione tra realtà e mistero sembra assottigliarsi, e concetti e idee assumono significati diversi, rispolverando vecchie tradizioni e antichi valori.

Ecco alcuni esempi.

A come AGLIO

Oltre a essere un ottimo alleato in cucina, l’aglio racchiude un mondo di credenze e leggende che affondano le radici oltre tremila anni fa, nell’Antico Egitto. La figura dell’aglio appare dipinto già su alcune piramidi. Veniva dato agli schiavi per mantenerli vigorosi e in salute. Il valore di questa pianta era tale che sembra ne bastassero appena sette chili per acquistare un giovane schiavo. Si racconta anche che durante la costruzione di una piramide, la mancanza di questo alimento scatenò il primo sciopero degli schiavi, mai documentato dalla storia.

L’aglio ricopre un ruolo di primo piano tra gli amuleti contro spiriti maligni e presenze oscure. Sembra inoltre che in celtico, aglio significhi proprio “uccisore di mostri”, tra cui il principe della Transilvania,  Dracula. 

Secondo una leggenda, quando Satana venne scacciato dal Paradiso, impresse sul terreno due impronte: una con il piede destro e una con il piede sinistro. Da quest’ultima nacque la pianta dell’aglio. Questa leggenda trasformò il vegetale nell’ingrediente perfetto per pozioni e filtri magici contro tutto il mondo dell’occulto.

F come FRASSINO

Oltre a scacciarlo con una collana d’aglio, Dracula poteva essere ucciso conficcando un paletto di legno nel cuore. Non un legno qualsiasi, doveva necessariamente essere di  frassino.

Il frassino simboleggia la rinascita, la forza, la saggezza e la guarigione. Era usato in antichi riti per guarire ernie, rachitismo, fratture ossee e reumatismi articolari. Chiunque avesse beneficiato di una guarigione, avrebbe dovuto scrupolosamente proteggere l’albero, pena la ricomparsa delle malattie, questa volta, in forma mortale.

Nell’accezione di forza, sembra che le lance di Achille e di Ettore fossero fatte in legno di frassino.

Una leggenda scandinava racconta questo albero (chiamato Yggdrasill)  come il supporto del mondo. l’Albero Sacro di Odino, che collega terra e cielo, i cui rami si innalzano fino alle sfere celesti e le radici (spiegate fino ai mondi infernali) tengono uniti i nove regni della mitologia norrena (la casa do Odino, , il regno degli elfi chiari, degli elfi scuri, dei giganti di fuoco, dei giganti di ghiaccio, dei giganti di roccia, la casa degli umani, il regno dei Vani e quello dei morti).

G come GATTO

La simbologia del gatto è estremamente variegata: indipendenza, mistero, eleganza, ma anche, ai tempi della folle inquisizione, stregoneria, demonio e portare di peste. 

Nell’Antico Egitto era considerata al pari di una divinità, tanto che tutte le famiglie egiziane avevano un gatto in casa. Era talmente forte il legame con questo popolo che Erodoto ci racconta che quando un gatto moriva, i componenti della famiglia si radevano le sopracciglia: “… perché la bellezza se n’era andata con lui”.

Anche nella cultura islamica il meraviglioso felino occupa un posto di prestigio: Maometto amava i gatti, e leggenda vuole chefu proprio la sua gatta Muezza, a salvarlo da un serpente. 

Grigi erano i gatti che alcuni frati avevano portato dalla Terrasanta, e che ritenevano preziosi perché allontanavano i topi dalle dispende e dai libri miniati delle Certose. Per questo, venivano chiamati certosini.

Nella scellerata follia cristiana di ricerca di streghe e peccatori, il felino diventò sinonimo di stregoneria: qualunque donna vivesse con un gatto, veniva tacciata come strega. La terrificante idea era che il gatto fosse mandato da Satana per aiutare la strega nei suoi incantesimi.

Papa Gregorio IX decretò i gatti neri stirpe di Satana e nella sua bolla papale del 1233, diede vita a un atroce sterminio.

Due tra le motivazioni che legano i gatti neri alla superstizione sono da far risalire ai tempi in cui il mezzo di trasporto principale era la carrozza. Con la scarsa illuminazione di sera i cavalli non vedevano i gatti neri, e nel caso fossero finiti sotto le ruote, si sarebbero imbizzarriti causando incidenti.

Un’altra spiegazione coinvolge addirittura i pirati turchi. Per cacciare i topi dalla stiva si serviano di gatti neri (meno visibili al buio). Quando i pirati approdavano nelle città, le saccheggiavano e le distruggevano. Vedere un gatto nero, quindi, era sinonimo di sventura. 

Fortunatamente, in Inghilterra, chiunque possieda un gatto nero, è ritenuto molto fortunato. Noi non possiamo che essere d’accordo!

L come LUPO

Da Cappuccetto Rosso, ai Tre Porcellini, al lupo cattivo di Pierino, le favole sono piene di storie dove questa meravigliosa creaturaviene relegata a protagonista negativo.

In realtà, il lupo è un animale leale con un’indole molto simile a quella umana, è un fantastico comunicatore e monogamo per natura.

Nella mitologia simboleggia l’stinto, il carattere indomito, desiderio, tentazione e seduzione pericolosa, ma aiuta anche a comprendere la vita, facendo trovare la propria strada. In Asia, si racconta che il lupo sia tra gli antenati di Gengis Khan.

Nel medioevo, moltissime persone confessarono, pur di dar fine alle torture, di essere lupi mannari, finendo su rogo.

Il lupo ha ispirato fiabe, racconti e leggende. Ne esiste una, che gli regala il meritato rispetto. È la leggenda della luna piena.

“In una chiara nottata estiva, sulla cima di un monte, una lupa ululava senza sosta: ululati lunghi, ripetuti e disperati. La luna,infastidita, le chiese il motivo di quei lamenti. La lupa spiegò che era disperata perché aveva perso il suo cucciolo. Per aiutarla, la luna si gonfiò diventando un’enorme palla luminosa in modo da rischiarare tutta la montagna e far sì che il cucciolo ritrovasse  la strada di casa. E così fu. Le fate dei boschi, commosse, decisero di fare un bellissimo regalo alla regina della notte: una volta al mese la luna sarebbe diventata una sfera di luce grande e luminosa, visibile a tutti, in modo che tutti i cuccioli del mondo potessero ammirarla in tutto il suo splendore.

Da allora, una volta al mese i lupi ululano festosi alla luna piena.

Z come ZUCCA

Il significato della zucca porta con sé un’ambivalenza positiva e negativa. Può simboleggiare la figura della madre tenera e benevola. Non è un caso, infatti, che la fata buona di Cenerentola decida di trasformare in carrozza, proprio una zucca. Può tuttavia rappresentare anche ignoranza e stupidità, come nell’Antica Roma, probabilmente perché erano frutti delle terre da loro conquistate. Con il tempo, però, anche i Romani vennero rapiti dal suo squisito sapore, tanto da erigerla, a detta di Plinio “balsamo dei guai” per l’essere umano. 

La zucca come simbolo di Halloween, invece, ha un preciso nome e un cognome: Jack O’Lantern. Secondo la leggenda celtica, Jack era un fabbro con il vizietto del bere, ma con un’astuzia decisamente sviluppata. Una sera, sulla strada per la locanda, Jack si imbatte nel diavolo, pronto a impadronirsi della sua anima. Il fabbro convince il diavolo a concedergli l’ultimo bicchiere e, non avendo soldi, a trasformarsi nella moneta con cui l’avrebbe pagato. Scaltramente, Jack ripone il diavolo, ora sotto forma di moneta, in una tasca accanto a una croce d’argento. Croce che impedisce al diavolo di riprendere le sue vere sembianze.

Una volta defunto, Jack, che oltre a essere un ubriacone, aveva collezionato una certa quantità di  vizi e peccati, viene rifiutato dal Paradiso. Nemmeno il Diavolo lo vuole con sé e lo condanna a girovagare nel limbo oscuro per l’eternità, con solo un lieve fuoco che gli rischiarasse la strada. Jack ripone il fuoco in una rapa vuota, che diventerà la sua lanterna. Una rapa, non una zucca. 

Alla zucca si arrivò dopo il 1845, quando una forte carestia porta moltissimi irlandesi a emigrare negli Stati Uniti e in Canada, dove però le rape scarseggiavano. Abbondavano invece le zucche, ed ecco svelato l’arcano. Da allora, la notte del 31 ottobre, fuori dalle abitazioni viene esposta una zucca per imprigionare gli spiriti maligni.

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