X Factor 7: l'intervista al vincitore Michele Bravi
(Ufficio Stampa)
Televisione

X Factor 7: l'intervista al vincitore Michele Bravi

"Non me l'aspettavo di vincere: pensavo di 'cadere' dal punto di vista psicologico" svela il vincitore

“Se non festeggio ora quando festeggio?”. Ancora provato dall’after party dopo la diretta dal Forum di Assago - è andato a dormire alle 7 e 30 – il “tesorino” Michele Bravi oggi si è gustato il suo primo live con relativo bagno di folla allo Spazio Enel a Milano: prima però il vincitore di X Factor 7 ha raccontato un po’ di sé e del mega mix di emozioni vissute in queste ultime ventiquattro ore, nell’incontro con i giornalisti. Un 19enne piuttosto strutturato questo Michele, che rivela notevole personalità, sfoggia garbo e ironia, e affronta le interviste con la naturalezza di chi lo fa da sempre.

Michele, notte insonne a parte, hai elaborato la vittoria?

Sono contentissimo perché è andata molto bene. Non mi chiedere perché ho vinto perché davvero non lo so: sembra retorica ma non me l'aspettavo e sinceramente pensavo di "cadere" dal punto di vista psicologico molto prima.

Avevi la sensazione di essere uno dei favoriti già da diverse puntate?

No, dal loft non si ha la percezione di ciò che accade fuori. Però durante la terza puntata qualcosa è cambiato: quando Morgan mi ha assegnato Cieli neri, un brano dei Bluvertigo, ho capito che era una sfida importante e l'ho cantata con l'attenzione che ci voleva.

A proposito di Morgan, è stato un rapporto tra alti e bassi il vostro.

Morgan è stato fondamentale e proponendo sempre cose nuove ha tirato fuori tante parti diverse di me. Certo, non sempre ho recepito le sue provocazioni musicali: ad esempio quando mi ha fatto cantare Little Wing di Jimi Endrix c’è stato un attimo di buio totale: mi sembrava che ad un passo dalla finale Forum avrebbe spostato l'attenzione del pubblico dall'inedito. Morgan ha osato e la "capocciata" è servita perché poi il risultato è stato buono.

Credi che La vita e la felicità, l’inedito scritto per te da Tiziano Ferro abbia tirato la volata verso la tua vittoria?

È stato sicuramente una spinta importante. Ho avuto un sacco di dubbi prima di inciderlo perché ha uno stile molto definito ma un regalo così, scritto apposta per me, meritava di essere fatto. Dopo le perplessità ho detto “masticazzi, facciamolo!”. Ieri all’after party Tiziano è venuto a salutarmi ed era molto molto contento di com'è andata.

All'orizzonte si staglia il tuo primo album. Come te lo immagini?

Con un suono mio. Quando pensi a Janis Joplin o alla Winehouse, pensi a un suono: io ancora non so se mi considero pop o altro, ma vorrei che il mio disco avesse una riconoscibilità. Quanto ai testi, ne ho scritti di miei ma mi manca un po' di equilibrio: sto muovendo i primi passi e ho bisogno di un aiuto per camminare dritto. Per questo spero in una collaborazione.

Ora rispondi di getto. C'era competizione tra di voi?

In generale no. C'è stata per arrivare all'inedito più che alla finale, tanto che quello di ieri per noi è stato un premio e l'abbiamo vissuto più come un concerto che uno show.

In questi giorni, si sta chiudendo il cast di Sanremo 2014. Ti piacerebbe partecipare?

Beh è il palco più importante: non ci sputerei sopra ma non ci andrei allo sbaraglio. Ci vuole prima un progetto musicale potente.

Chi dei concorrenti meritava la finale e non l'ha potuta vivere?

Andrea. Mi è dispiaciuto molto per la sua eliminazione e non solo perché avevamo legato: penso che il suo inedito, molto ironico, per essere capito e apprezzato vada ascoltato più volte.

Tesorino, il soprannome che ti ha affibbiato la Ventura ti tormenterà a lungo.

(ride) È una definizione carina, da mamma del loft... è divertente e spero che mi porti bene.

Il tuo difetto più grande?

Sono prepotente, quello che mio è mio. E poi, nonostante abbia solo 19 anni, sono abbastanza disilluso: anche grazie all'educazione di mio Nonno, ho capito presto che per avere qualcosa e raggiungere l'obiettivo, me lo devo sudare.

A proposito di tuo Nonno, su Twitter è diventato un mito.

Beh ma Nonno Luigi è una caricatura vivente, avrebbe potuto reggere da solo il programma.

Come lo vedi il tuo futuro?

In realtà non so nemmeno che cosa mi aspetti dopo la vittoria (ride): spero di conservare un margine di libertà e di potermi esprime con la musica che è la mia unica vera passione. Ma voglio anche iscrivermi all’Università e studiare Filosofia: la ricerca e lo studio per me sono fondamentali. 

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Francesco Canino