"Ragazze, veline sì ma con classe"
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"Ragazze, veline sì ma con classe"

Ana Laura Ribas sfoglia l'album dei ricordi. "Se potessi, tornerei a Striscia anche oggi". E parla del suo momento di rinascita

Ana Laura Ribas è un fiume in piena. Velina nei primi anni ’90, quando sul bancone di Striscia la notizia dominavano le maggiorate stile Drive In, brasiliana atipica (“non soffro di saudade”), ironia contagiosa. Ha ventitré anni di carriera alle spalle e ancora tanti progetti da realizzare, tra cui due format scritti da lei. Sfoglia l’album dei ricordi e racconta a Panorama.it la sua voglia di ricominciare dopo un periodo difficile.

Che ricordo hai della stagione '91-'92 a Striscia?

Fu un’edizione strana, perché ogni mese cambiavano i conduttori. Ci furono Claudio Bisio, Gianni Fantoni, la signora Coriandoli-Maurizio Ferrini e Sergio Vastano. Fu la prima volta delle veline microfonate: io parlavo, intervenivo…ecco perché poi, per un bel pezzo, tolsero i microfoni (ride).

Perché Ricci ti scelse?

Avevo fatto due edizioni di Paperissima, poi il Tg delle vacanze dove Ricci fece esordire il Gabibbo. Quando una delle veline dell’epoca rimase incita mi chiamarono per sostituirla. La cosa buffa è che gente pensa che abbia fatto la velina per anni, invece ci sono stata solo per cinque mesi.

Sei rimasta in contatto con le altre veline?

No, ma è stato divertente ritrovarsi tutte assieme per la copertina di Sorrisi in occasione dei 20 anni di Striscia: alcune erano irriconoscibili, altre uguali. Antonio mi ha detto: “Ribas, sei meglio adesso di allora”. Devo ancora capire se è un complimento (ride).

Dopo ventiquattro anni fare la velina è ancora un’aspirazione per molte ragazze.

Nel frattempo è tutto cambiato. Noi eravamo inconsapevoli, non c’era  ancora il “fenomeno” veline. Oggi sanno che è la svolta della vita. Striscia è sempre un contesto importante e Ricci è un maestro, molto esigente, tra l’altro.

Rispondi di getto: le veline sono davvero l’emblema della donna-oggetto in tivù?

Sono un pezzo di storia della televisione italiana. Le polemiche sulla mercificazione del corpo della donna mi fanno sorridere. Nel ’92 m’intervistavano già su questo tema perché una ministra disse: “Basta le donne oche in tivù. Più cervello meno tette”. Erano chiacchiere inutili allora e lo sono ancora oggi.

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C’è chi è convinto che l’uso del corpo femminile sia strumentale e danneggi le donne.

Macché. Le veline sono una ventata d'ironia, fanno sorridere. Se la tivù fosse fatta solo di giornaliste colte e impegnate sarebbe di una tristezza infinita.

Come vorresti che fossero le prossime veline?

Più spontanee e spensierate. Molte vanno ai provini e pensano solo alla celebrità. Striscia ti dà molta popolarità ma non il successo: quello te lo devi costruire dopo.

Il binomio velina-calciatore è ancora vincente?

Stando a Federica e Costanza direi che continua a funzionare. Si parla sempre della Canalis e Vieri, ma la prima ad aprire le danze con i calciatori è stata la Laura Freddi (con Fabio Galante, ndr).

A proposito di coppie. Dimmi la tua coppia preferita di veline.

Marina Graziani e Roberta Lanfranchi. Le più simpatiche.

La più chic?

Quelle uscenti. Belle ed eleganti. Ho una grande simpatia per Costanza Caracciolo: ha un portamento aristocratico.

Quella meno glamour?

Non saprei. Forse Lucia Galeone e Vera Atyushkina sono rimaste meno nell’immaginario del pubblico.

La velina da rivalutare?

(scoppia a ridere) Ti dico un nome che non ricorda nessuno: Annalisa Gambi, la più buffa di tutte. Era bellissima, assomigliava a Ornella Muti, ma era un disastro: cadeva sempre, sbagliava le battute, tanto che a un certo punto l’hanno sostituita.

Al netto dei fidanzamenti, la velina che ha fatto più carriera?

Risposta difficile. Direi Roberta Lanfranchi. E’ l’unica che è emersa davvero, ha condotto programmi e fatto teatro.

La Canalis no?

La Canalis è stata abile a cavalcare la popolarità. E’ diverso.

Tu sei in tivù da 23 anni.

Ho fatto molte cose e lavorato tanto, ma sempre a un livello medio. Tra le veline non c’è una Ilary Blasy, che da letterina ha fatto un bellissimo percorso e ora è un personaggio. Io, rispetto alle altre, ho avuto però la fortuna di lavorare con grandi professionisti come Mike Bongiorno, Sandra e Raimondo Vianello, Ricci e Simona Ventura.

Dal passato al presente. Hai trascorso due anni molto duri Ana Laura. Oggi come ti stai?

Sono carica di energia positiva! E’ il mio mantra. Oltre che il mio hastag su Twitter. Sono stata ferma due anni e ora sto riprendendo in mano la mia vita. Ho vissuto dei momenti difficili a causa della malattia ma adesso le cose vanno bene. Sono consapevole di essere stata fortunata.

C’è chi dice che la malattia cambi i caratteri, trasformi le persone.

Io non sono cambiata. Davo valore alla vita prima e glie ne do ancora di più adesso. Ho avuto molto affetto e mi sono sentita una persona speciale. Gli amici veri si sono riconfermati tali.

Nel frattempo hai scritto due format per la tivù.

Li voglio proporre a un po’ reti, anche a Sky. Ho mille progetti in testa ma bisogna trovare chi mi aiuta a realizzarli: la crisi si sente anche nello spettacolo. Lavorano in cinquanta, gli altri vivono d’immagine. Mi piacerebbe anche tornare a fare radio. I quattro anni a Rtl 102.5 sono stati bellissimi.

Per finire. Se tornassi indietro, rifaresti la velina?

Farei la velina anche oggi! Certo, forse potrei fare la velina vestita (ride di gusto). Non ho più 25 anni ma fisicamente sono in gran forma. In questo l’amore del mio Marchito (Marco Uzzo, ndr) mi aiuta. Essere innamorata fa stare bene.

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Francesco Canino