Nucleare italiano, al via sul reattore del Garigliano, le operazioni di smontaggio
Recuperabile il 96% dei materiali
La società Sogin, che si occupa dello smantellamento delle nostre vecchie centrali nucleari, comunica che sono cominciati il 29 novembre nella centrale del Garigliano (Caserta) i lavori di rimozione delle attrezzature posizionate sopra il vessel, ovvero il contenitore d’acciaio nel quale durante l’esercizio avveniva la reazione nucleare.
L’attività, svolta insieme agli operatori della controllata Nucleco, all’interno dell’edifico reattore, si articola in quattro fasi principali. Nella prima, ora in corso, viene allagata la parte interna del vessel; nella seconda fase si aprirà la sua parte superiore denominata “testa”, permettendo la fuoriuscita dell’acqua che riempirà il canale reattore, fino a sommergere completamente lo stesso vessel posizionato al suo interno. Si procederà quindi con la rimozione delle attrezzature che si trovano sulla “testa” del vessel. Un’operazione che avverrà in modo remotizzato e sotto un battente d’acqua, che è un elemento naturale che scherma le radiazioni e consente ai tecnici di procedere in sicurezza. Al termine dell'operazione le attrezzature rimosse, per un peso complessivo di una tonnellata, saranno inserite in appositi contenitori cilindrici che verranno stoccati nei depositi temporanei del sito, in attesa del loro conferimento al Deposito nazionale, una volta che questo diverrà disponibile. Per svolgere questi lavori Sogin ha dovuto realizzare una serie di attività definibili come propedeutiche, fra cui il ripristino dei sistemi ausiliari dell’edificio reattore (impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo), e del circuito di allagamento del vessel e del canale reattore. L'intervento terminerà nel primo trimestre del 2024. A seguire la società avvierà lo smantellamento del vessel e dei sistemi e componenti dell’edificio reattore, denominati in gergo “internals”. Con questa attività si entrerà nella fase finale, la più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo, del de-commissionamento completo della centrale campana, il cui smantellamento produrrà complessivamente circa 268.000 tonnellate di materiali che nella quasi totalità delle parti, ovvero composte da metalli e calcestruzzo, saranno inviati al recupero raggiungendo un totale del 96%.