Ursula: "Ecco il paradiso terrestre di Max Benassi"
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Ursula: "Ecco il paradiso terrestre di Max Benassi"

Mamma Ursula racconta l'infanzia di Max Benassi, campione di canoa, tra animali e campi di calcio

Dieci caprette gironzolano attorno alla villetta mentre il cane, steso sullo zerbino davanti al portone, guarda il pollaio vuoto. “Le galline se le sono portate via le volpi. Non  ne abbiamo più neanche una!”.

E‘un  paradiso terrestre la casa, nel cuore delle Alpi Apuane, dove è cresciuto Maximilian Benassi, campione di canoa prossimo alla partenza per le Olimpiadi di Londra.  “Non abbiamo più neppure i conigli ma laggiù ci sono i cavalli: il mio e quello di mia figlia Martina. Ogni tanto facciamo delle lunghe passeggiate nel bosco attorno alla nostra casetta”.

E’ Ursula Benassi che parla a Panorama.it, la mamma di Max. Nata e cresciuta in Germania, a Colonia, quasi 30 anni fa ha lasciato un lavoro da bancaria per trasferirsi in Italia, in mezzo alla natura e soprattutto agli animali.

“Abbiamo voluto far crescere Max e i suoi fratelli in questo modo: tra le piante, tantissimi animali, la montagna  e soprattutto l’acqua sia quella del mare che del fiume. Abbiamo scelto di donare ai nostri figli l’aria pulita e la natura il più possibile incontaminata - continua Ursula- non è stata una scelta facile ma è  quella che io e Carlo, mio marito, abbiamo fatto”

Maximilian, è il secondo di tre figli. Il fratello maggiore, Florian, ha due anni in più di lui e la sorella, Martina, quest’anno ha compiuto 21 anni. La villetta, su due piani, non è raggiungibile facilmente. E’ il padre di Maximilian, infatti, a venire a prenderci: la strada nel bosco, ripidissima non è segnata né sulla cartina e tanto meno dal navigatore ed è percorribile solo a piedi o con un fuoristrada.

Siete lontani  dalla città di Carrara, dalle scuole  ma anche dal mare. Come è riuscita a conciliare questo stile di vita con lo studio e allenamenti di Max?
Non è stato affatto semplice e poi con tre figli, tutti con esigenze e età differenti, ma per fortuna con un’unica passione: la canoa. Quando Max a 8 anni ha scoperto la canoa, tutti ci siamo convertiti a questo sport: io, mio marito e gli altri due figli. Per quattro giorni alle settimana, senza considerare ovviamente gli spostamenti per le gare, dopo la scuola partivamo per Marina di Carrara e ci allenavamo tutti. Max chiaramente era il più bravo. Poi nel week end, partivamo tutti e cinque per gareggiare.

Occhi azzurri come il mare, capelli biondi e un metro e 83 di muscoli. Ma, al di là dell’apparenza com'è  Max?      
Sembra  indipendente e forte ma in realtà ha sempre un grande bisogno di essere rassicurato, confortato e supportato dalla sua famiglia. Siamo sempre il suo punto di riferimento prima o dopo ogni gara o allenamento. Non importa in quale parte del mondo si trovi, lui trova il modo per contattarci. Ad esempio è stato per molti mesi in Australia e quasi tutti i giorni ci davamo appuntamento su skype per la nostra chiacchierata…

Perché ha bisogno di essere rassicurato?
Max accusa moltissimo la lontananza da tutti noi e dalla sua casa. Purtroppo non possiamo seguirlo e raggiungerlo in varie parti del mondo e i contatti fisici con noi ormai sono limitati a circa due mesi in un anno. Quando torna in questa casa l’espressione del suo viso cambia totalmente… Spesso proprio per la lontananza dalla famiglia ha pensato di smettere con la canoa, poi però , parlando con noi ha sempre allontanato questa sua idea. Per fortuna!

E quando torna a casa dove e  come si allena?
Ovviamente va al mare al vecchio circolo di Marina di Carrara dove ha mosso i primi passi. Lì si allena con la canoa assieme ad alcuni dei suoi vecchi amici. Quando invece decide di non andare, corre per chilometri e chilometri nei sentieri in mezzo al bosco.

E’ innamorato?
Non lo sappiamo. Adesso sembrerebbe di no…(Ursula ride) ma lui è sempre in giro! Deve cercarsi una donna che lo segua sempre in tutti i suoi spostamenti…! Una santa!

Ma la canoa non è stata la prima passione di Maximilian…
E’ vero, Max giocava a calcio o meglio ha tentato di farlo. Purtroppo  nonostante fosse bravino rimaneva spesso in panchina. Io sono una mamma tedesca e non sono mai andata dagli allenatori ad implorarli per farlo mettere in squadra. “Si vede deve andare così.  E se deve diventare un campione lo diventerà” mi dicevo ogni volta che andavo a riprenderlo dagli allenamenti o dalle partite. Ho sempre detestato quelle mammine che spingevano per far giocare a tutti i costi i loro figli, convinte che fossero dei campioni, dei Maradona.. Visto che è accaduto? Me lo lasciavano sempre in panchina con la maglia del Castagnola Calcio e adesso, invece,  il mio ragazzo parte per le Olimpiadi ed è diventato davvero un campione! Sono queste le soddisfazioni di una mamma!”

Sfiga…voi non andate a vedere Max perché avete paura di portargli sfortuna, è vero?
Beh,  durante le ultime gare che ha seguito mio marito, Max ha preso le alghe e non è riuscito ad arrivare a fine gara. Quindi abbiamo deciso che forse, visti i risultati, è meglio aspettare la telefonata di Max sul divano di casa oppure guardando la gara alla tv….!  E grideremo: "Forza Max!"
 

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Nadia Francalacci