Storia di una giornata speciale e SLAnciata

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Gianluca Vialli

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Mi sono lasciato andare, lo ammetto. Il derby benefico organizzato per raccogliere fondi nella lotta alla SLA è stato un mix di sensazioni difficili da gestire. Sono letteralmente ruzzolato in una Narnja di ricordi blucerchiati, una notte unica nel suo genere che chissà quando (e se mai) ricapiterà. Vedere tutti i protagonisti del nostro scudetto è stata magia pura, parlare con alcuni di loro ancor di più. Impossibile trattenere un sorriso quasi ebete nato dal profumo di anni ’90 e notti magiche, le nostre. Il campo recita un verdetto che si attiene al copione storico, vince la Samp e il Genoa perde. Bonetti mostra ad Estigarribia come si tiene la fascia destra del Ferraris, Attilio è sempre spinto dal vento, Pagliuca para sul serio e Toninho mi ricorda cosa vuol dire incitare la Sud con gli occhi e il cuore di chi la ama davvero. Poi ci sono loro due, i gemelli del gol. Da piccolo stravedevo per il nostro dieci, avevo mille poster di Roberto. Luca era però quello che mi faceva esaltare, altro che Mark Lenders, la sua maglia con il 9 troneggia ancora sopra il mio letto. Già nel pomeriggio l’ho incontrato all’hotel Sheraton poche ora prima del match. Via ogni possibile approccio professionale, appena l’ho visto ho riso. “Belin, è Luca Vialli”. Lui e il suo sorriso inconfondibile e contagioso, quello del “Ho firmato. Per chi? Per noi!” e dei 141 gol in blucerchiato. In teoria le domande andrebbero fatte sull’evento e sulla fondazione creata insieme a Massimo Mauro ma la missione è ardua, distrarsi è facile. Spuntano personaggi da ogni parte, il mio livello di attenzione è pari a quello di un bimbo di tre anni a Disneyland. La mia intervista necessiterebbe di sole tre domande: “Luca ma quanto sei grande?”, “Che mito sei?” e “Ci facciamo una foto?”. Resisto. La voce di Giovanni del famoso trio mi si fa spazio in testa. “Siamo qui per un altro motivo”. Lo so. “Ecco, visto che lo sai siamo qui per un altro motivo”. Amici e doriani della gradinata mi distraggono via sms: “Matte, sei li? Come è?”. È Vialli, è Cerezo, è la Samp dello scudetto. Metto da parte la mia euforia da groopie, mi concentro. Quando vengono annunciate le formazioni al Ferraris è difficile non viaggiare con i pensieri a quegli anni, quando ne avevo dieci e mio padre già da tempo mi ammalava di Samp . Un giorno era riuscito a farmi prendere in braccio da Lombardo e Mannini, Attilio mi aveva detto: “pesi meno di un trofeo”. Lo rivedo negli spogliatoi, gli anni sono passati ma lui è sempre lo stesso numero 7.

Ci sono tutti, l’euforia viene notata anche da chi di solito lavora con me, alcuni storcono il naso. L’appeal giornalistico svanisce del tutto, mi passa a fianco Victor. Ha rischiato il gol del secolo con un gran destro dal limite, lo abbraccio senza pensarci un attimo. Poi Toninho Cerezo, sorride sempre, altro che beline miliardarie che ti fanno pesare anche il fatto di avvicinarti. Anni ’90, anni di vittorie, altra Italia, altre persone e contesti. Nel delirio generale spunta il “bello” Bellucci, abbraccio anche lui, bentornato Claudio. Guardo dentro lo spogliatoio, mancano in pochi, i gemelli ci sono ancora. Mancio ha la sciarpetta, non ha rilasciato interviste tutta la giornata, non lo farà di certo ora. Borsa in spalla, pronto ad andare a casa e poi a guadagnarsi “qualche obolo” in un nuovo top club. “Bobby…” Sorride anche, mi va di lusso. Quasi a volerlo fare apposta l’ultimo è lui, Luca Vialli. Non ha neanche i capelli da asciugare eppure ci ha messo più di tutti. Borsa in spalla e odore di spogliatoio, fuori dalla porta sono il primo. “Gianlu…Gianlu…”. Un abbraccio e uno scatto. Ci spostiamo in zona mista, saluta tutti, sorride contento, abbraccia Fausto Pari e vecchi amici della Samp. Il derby è andato bene, io sono tornato bambino oltraggiando ogni presunta responsabilità professionale. Però non è colpa mia: fatemi intervistare Obama, Di Caprio o Steven Tyler. Sulla Samp del ’90 però non garantisco nulla, da un giornalista di dieci anni non si può pretendere troppo.

 

 

 

 

 

attilio21-150x150.jpgToninho CerezoMancini21-150x150.jpgVictor MunozTZ1_1946-150x150.jpgBellucci2-150x150.jpg

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Matteo Politanò