5 cose che non sapete su Snowden e il Datagate
Tecnologia

5 cose che non sapete su Snowden e il Datagate

Rivelate al New York Times da Laura Poitras, la regista candidata all’Oscar che ha contribuito a svelare l’inghippo della NSA

Molte delle persone che hanno seguito le vicende legate al Datagate e a Edward Snowden non sanno nemmeno chi è. Eppure Laura Poitras è una degli artefici delle informazioni rilasciate dal giovane informatico statunitense lo scorso giugno. Se non fosse stato per lei, Edward Snowden non avrebbe mai potuto condividere con il mondo intero le migliaia di documenti classificati e resi noti poi dal giornalista Gleen Greenwald attraverso il sito del Guardian. In una storia lunga e dettagliata, pubblicata sul New York Times , viene documentato il rapporto dello speciale “trio” che ha scatenato il putiferio su Obama e l’Agenzia di Sicurezza Nazionale USA (NSA).

Buona parte dell’articolo si concentra proprio su Laura Poitras, indubbiamente la figura rimasta più sottotraccia nell'intera vicenda Datagate. Si tratta di una donna famosa all'interno della comunità cinematografica, ha vinto un Peabody Award ed è stata nominata all’Oscar per il documentario “My Country, My Country” sulla guerra in Iraq. Adesso, come Snowden, si ritrova a non poter rientrare in patria per paura di ritorsioni contro se stessa e il suo team. Ecco alcuni punti chiave su come Poitras ha aiutato Edward Snowden nello svelare il funzionamento di PRISM e delle altre tecniche di spionaggio della NSA.

Snowden ha rivelato a lei il suo segreto

A gennaio di quest’anno Poitras ha ricevuto un messaggio via internet da parte di uno sconosciuto che chiedeva di avere una chiave per inviarle una mail criptata in modo da poterle mandare informazioni classificate. Inizialmente la donna era preoccupata che potesse trattarsi di un agente del governo che cercava di ingannarla ed ottenere informazioni su Julian Assange e WikiLeaks su cui stava realizzando un documentario. Beh, quella persona era proprio Edward Snowden ed è allora che Poitras ha contattato il giornalista del Guardian.

Gleen Greenwald ignorò Snowden

Un mese prima del contatto con Laura Poitras, Edward Snowden cercò di raggiungere Greenwald affermando di avere documenti criptati “interessanti”. Purtroppo proprio la crittografia rappresentava un muro per il giornalista che vive in una remota area di Rio de Janeiro e che non poteva decriptarli visto che si tratta di procedure “fastidiose e complicate”.

Laura Poitras adocchiata dal governo

Durante una sua missione di lavoro in Iraq, Poitras era stata avvistata su un tetto poco prima di un attacco da parte di truppe statunitensi. Alcuni soldati hanno teorizzato che lei potesse essere a conoscenza dell'attacco in anticipo e che si era preparata per filmarlo. Senza alcuna prova, il comandante del battaglione di riferimento ha comunque presentato un rapporto ai suoi superiori. Da allora Laura Poitras è stata arrestata più di 40 volte dalla sicurezza aeroportuale.

Privacy prima di tutto

Greenwald ha ricordato il suo incontro con la donna nella hall di un hotel in un sobborgo di New York. "Ha insistito sul fatto che non usassi il mio cellulare – dice al New York Times - per evitare intercettazioni del telefonino, anche spento, da parte del Governo". Poitras, che aveva intervistato diverse persone di alto livello all'interno dell'intelligence americana, non volle correre rischi. Smise di usare il suo cellulare per evitare che si capisse che stava chiamando e quando, ma anche la posizione. Per questo ha iniziato ad utilizzare strumenti di crittografia e computer diversi per i vari lavori che svolgeva.

L’incontro al ristorante di Hong Kong

Per il loro primo incontro, Snowden disse a Poitras e Greenwald di cercare un uomo che aveva con sé un cubo di Rubik fuori da un ristorante nel distretto di Kowloon a Hong Kong. Si chiusero in una camera d'albergo e, secondo il New York Times Magazine, misero subito le batterie dei cellulari in frigorifero, i cuscini sotto l’uscio della porta per proteggerli dalle intercettazioni e la telecamera sul tavolo per cominciare le riprese. 

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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