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Tecnologia

Samsung Galaxy Note9, ora le app hanno il telecomando

Il pennino del nuovo smartphone permette, grazie al Bluetooth, di scattare foto e attivare funzioni a distanza

da New York

Quando svelò il primo iPhone al mondo, Steve Jobs spese molti secondi per denigrare le penne digitali con una smorfia di disgusto: per interagire con lo schermo del telefono non servivano oggetti puntuti, nulla sarebbe stato più efficace delle dita. La sua tesi era il tentativo di una controrivoluzione, un attacco doppio: alla tastiera fisica sotto i display e a quei tanti palmari che poggiavano il loro successo proprio su una matita elettronica. Rivali fastidiosi da spazzare via a colpi di polpastrelli.

La visione del fondatore della Apple si è avverata solo a metà: se il touch (salvo la strenua, marginale resistenza di BlackBerry) ha pensionato i tasti sui cellulari e invaso persino i pc, il pennino non è tramontato. Anzi, sta vivendo una seconda età dell’oro: è protagonista sui computer di leader di mercato come Lenovo o sui Surface di Microsoft; ha trovato terreno fertile tra i tablet, incluso l’iPad della mela morsicata. E secondo voci ricorrenti, dovrebbe essere compatibile con il prossimo iPhone in arrivo a settembre, finendo di smontare il vaticinio di Jobs.      

La ragione è intuibile: quando si tratta di disegnare, colorare, sottolineare, scrivere su uno schermo portatile (che ormai si presta benissimo allo scopo, viste le dimensioni generose dei principali modelli), le dita sono approssimative, grossolane e pasticcione. Consapevolezza antica, che oggi si sposa con un nuovo livello di sofisticazione dello strumento introdotto a New York da Samsung con lo smartphone Galaxy Note9, in arrivo in Italia in questi giorni.

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La sua penna estraibile nascosta nella scocca, la S Pen, ha a bordo una connettività Bluetooth che ne aumenta la versatilità, rende il dispositivo accessibile fino a 10 metri: premendo all’occorrenza una o due volte il piccolo tasto scavato a metà della sua superficie, si catturano foto e selfie, senza lanciarsi in pericolosi equilibrismi con il telefono per tenerlo il più lontano possibile dal viso; si passa al brano successivo in una playlist musicale, si mette in pausa o si fa ripartire un video su YouTube, si va avanti e indietro in una presentazione, si scorre in una galleria d’immagini, si torna a una pagina web consultata in precedenza sul browser. Il tutto a distanza dall’oggetto, stravaccati in poltrona o in piedi davanti a una platea, senza ingobbirsi sul cellulare per attivarne le funzioni essenziali. È la perdita di rilevanza del solito touch sul vetro, una sua evoluzione per sottrazione e sostituzione.

Gli usi sono vari e molti ancora da esplorare, gli sviluppatori potranno sbizzarrirsi a integrare comandi assortiti nelle loro app. Intanto, guadagnando confidenza con quelli già operativi, il pennino-telecomando è piacevolmente utile. Così come lo è prendere appunti sul display, post-it viaggiante sempre disponibile. È una revisione di vecchie abitudini, più che una rivoluzione. L’ennesima riprova che la tecnologia non procede solo a strappi scavalcando il suo passato, ma, proteggendolo, sa migliorarlo.   

Questo articolo è stato pubblicato su Panorama numero 36 del 23 agosto 2018 con il titolo “Il pennino è il nuovo telecomando”.


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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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