Powerwall, la batteria che porta Tesla in casa
Elon Musk svela un sistema di alimentazione che immagazzina l'energia quando costa meno e la restituisce nei momenti in cui è più cara
Il presidio è completo, l’invasione totale. Dopo le strade, lo spazio, il trasporto pubblico e privato, Elon Musk aggiunge l’ultimo tassello: vuole mettere un piedone nelle nostre case aiutandoci, a pagamento s’intende, a gestire in modo più razionale la corrente elettrica. La novità, ampiamente anticipata dagli spifferi della vigilia, si chiama Powerwall: una batteria che si installa al muro, in garage o dove più ci piace, dal design accattivante e le virtù molteplici.
Permette di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso da un impianto fotovoltaico, per restituirla quando il sole tramonta o se non splende a sufficienza. Oppure si ricarica attingendo alla rete tradizionale quando la corrente costa meno, consentendo un risparmio negli orari di picco. Il tutto a fronte di un investimento iniziale che parte da 3 mila dollari (circa 2.700 euro) per 7 kWh ed è modulabile in base alle proprie esigenze. Si possono infatti installare più batterie una a fianco all’altra. In grandi quantità o dalla maggiore capienza se a usarle è un ufficio.
Sul sito ufficiale di Tesla, dove è già possibile ordinare Powerwall con le prime consegne stimate per l’estate, è un attimo fare i conti. È indicato quanto consumano un computer portatile, uno schermo piatto, una lavastoviglie e una lampadina. Decisamente meno energivore di quanto potrebbe essere un’auto elettrica che aspetta di recuperare la sua autonomia in garage.
Durante la presentazione, organizzata in California, il direttore tecnico di Tesla, JB Straubel ha elencato perché queste batterie fanno la differenza. Prima di tutto perché i gestori comprano l’energia prodotta in eccesso dai pannelli solari a prezzo d’ingrosso e invece, quando siamo noi ad avere bisogno di elettricità, la fanno pagare a un prezzo più alto. Quindi tenere l’eccesso per sé, in un deposito come Powerwall, ha molto senso. Inoltre, come detto, il sistema può ricaricarsi quando la corrente costa meno, dunque i vantaggi in bolletta sono presto visibili. E l'investimento iniziale si ammortizza col tempo.
Tutto il mercato delle batterie domestiche ha un grande potenziale. Secondo la società IHS Cambridge Energy Research Associates, lo riporta il sito americano Cnet, il comparto valeva 200 milioni di dollari nel 2012, destinati a salire fino a 19 miliardi entro due anni. Una torta ghiottissima di cui Elon Musk vuole ingurgitare grandi fette dopo avere dimostrato una buona dose di lungimiranza.
«Il nostro obiettivo è cambiare il modo in cui il mondo usa l’energia. Sembrerà folle, ma vogliamo azzerare le emissioni di anidride carbonica. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è installare due miliardi di Powerwall per soddisfare i bisogni energetici di tutto il mondo».
Le Powerwall, infatti, usciranno presto dalla Gigafactory in costruzione in Nevada: dalla gigantesca fabbrica da 5 miliardi di dollari che, oltre alle batterie al litio per le automobili, sfornerà dunque quelle per le case. Saranno installate da tecnici specializzati in meno di un’ora e, in pieno stile dell’internet delle cose, saranno controllabili via web per sapere qual è l’autonomia residua, impostare i momenti di ricarica e affini. Quasi superfluo specificarlo, entreranno in funzione in automatico nell’evenienza di un blackout.
Il fatto che tutto si muova sotto il cappello di Tesla non è casuale: come ricorda il New York Times, i moduli sono una variazione di quelli presenti a bordo delle fortunate vetture Model S. Mentre Elon Musk, come da tradizione, ha voluto condire la sua visione con un po’ di buonismo, filosofia e un pizzico di megalomania. «Il nostro obiettivo» ha detto «è cambiare il modo in cui il mondo usa l’energia. Sembrerà folle, ma vogliamo azzerare le emissioni di anidride carbonica». Come? «Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è installare due miliardi di Powerwall per soddisfare i bisogni energetici di tutto il mondo. Le comunità più povere saranno quelle a ottenerne i maggiori benefici».
Rimane innegabile che dietro questi proclami da buon samaritano si agitino interessi economici (la borsa, di recente, ha avuto qualche mal di pancia nei suoi confronti). Ma a Musk va riconosciuta la capacità di continuare a innovare, di intuire e tentare nuove direzioni. Così, se resta vero che i viaggi commerciali su Marte sono un suo pallino, è sulla Terra, dentro le case, che mister Tesla ha deciso di scrivere il suo futuro.