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Tecnologia

Pimax 8K con Vaqso è la realtà virtuale che si odora

Arriva il visore con integrato un modulo che emette odori per rendere più vero il mondo in tre dimensioni

Finora la realtà virtuale ha replicato, con un certo successo, gli ambienti, i suoni e, in qualche caso, la sensibilità nel toccare persone e oggetti. Tramite l’utilizzo di un paio di controller, come quelli dell’HTC Vive, ci si può immedesimare in uno scalatore in montagna oppure in un eroe stermina-zombie, con feedback tattili di buona fattura.

Ma la realtà virtuale ha un limite: non riesce a farci sentire i profumi che circondano il nostro avatar. Sino ad oggi.

Pimax 8K + Vaqso VR

La giapponese Pimax ha annunciato un modulo interessante per il suo 8K, visore VR già anticipato nei mesi scorsi. Si tratta di un accessorio della compagnia Vaqso, che si attacca al bordo inferiore degli occhialini, proprio all’altezza del naso. Il motivo? Come una classica stampante, sul fondo di Vaqso VR ci sono una serie di cartucce che contengono odori peculiari, emessi in maniera automatica durante l’esperienza virtuale. Il gadget nasce per essere installato anche su altri device, tra cui gli Oculus, ma è Pimax che ha creduto di più altri sulle sue potenzialità.

Di cosa si tratta

Nella plancia del Vaqso, di default, troviamo cinque cartucce all’odore di: pesce, ramen, bruciato, profumo di donna, giardino. Ognuno di questi si attiva in momenti speciali della visita 3D, che si tratti di una scorrazzata tra lande deserte (del tipo Elder Scrolls o Zelda) oppure di una passeggiata tra le rive di un lago, in una sessione demo creata ad-hoc per una dimostrazione. L’olfatto, quarto senso dei precedenti già descritti (vista, udito, tatto) è servito. Ora non resta che completare il quinto, decisamente più difficoltoso da ottenere, il gusto.

Oggetto versatile

Stando ai creatori di Vaqso, le cartucce predefinite sono intercambiabili e a scelta, a seconda delle preferenze. Così l’odore di ramen si potrà modificare in qualcos'altro, magari kekab se stiamo camminando tra le strade di una tipica città mitteleuropea o, peggio, un forte sentore di olio meccanico se abbiamo tra le mani cacciaviti e bulloni.

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I dubbi sul prezzo

Intorno a Vaqso VR ci sono almeno un paio di dubbi. Il primo riguarda il prezzo, non tanto dell’accessorio in sé quanto delle cartucce. Un conto è spendere decine di euro per dotarsi di ricariche per la stampante che, seppur in via di estinzione, ha una certa percentuale di utilizzo nelle famiglie che ne posseggono un esemplare. Per Vaqso invece la questione è diversa visto che potrei usare oggi l’emulatore e poi tra un mese, sperimentando comunque una concreta perdita di essenza (per via del materiale utilizzato, il packaging, l’umidità, ecc.).

Proprio sotto le narici

L’altro dubbio è invece più serio e si riferisce all’incolumità fisica degli utenti. Non siamo a conoscenza di prototipi del Vaqso VR e visto che una versione definitiva era già attesa questo gennaio, ci saremmo aspettati almeno di leggere test di vario genere effettuati sulle persone. Che effetto avranno gli odori sul visto? Bisogna ricordare che lo spruzzo è posizionato direttamente sotto il naso, dunque un certo effetto di rimbalzo si avrà.

C’è un certo ottimismo sul fatto che gli odori non daranno fastidio alle nostre narici ma, prima di provarlo, sarebbe meglio aspettare un necessario periodo di convalida che in alcuni mercati, come quelli dell’Unione Europea, è un obbligo di legge e non un vezzo.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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