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Silvia Morara
Musica

Paola Turci: tutta la bellezza in uno specchio

Al Teatro Menotti di Milano "Mi amerò lo stesso", la storia della cantante in un monologo

Prendete uno specchio e guardatevi per bene. Analizzando rughe, cicatrici e occhiaie, sicuramente riuscirete a leggere una storia: la vostra. Potreste ripercorrere quella volta in cui una delusione d'amore vi ha bloccati, ma vedrete anche quel periodo in cui tutto sembrava andare per il meglio. Il nostro volto racconta ciò che siamo.

Lo sa bene Paola Turci, una delle cantanti più apprezzate del nostro Paese. Lo sa bene lei che, nei primi anni della sua carriera, era al top delle classifiche e ogni singola sbavatura sul suo volto le sembrava un orrore, un tragico orrore. Lo sa bene lei che, in un brutto giorno d'estate (era il 15 agosto del 1993), ha rischiato la vita in un incidente sulla Salerno-Reggio Calabria. Lo sa bene lei che, da quel giorno in poi, ha dovuto farci i conti con quel viso, pieno di segni di questo avvenimento.

C'è voluto tempo perchè la Turci riuscisse a raccontare nei dettagli di quanto avvenuto. Solo due anni fa ha pubblicato la sua autobiografia "Mi amerò lo stesso" (Mondadori, 144 pagine, 18 euro), dove si è messa completamente a nudo. Raccontando sofferenze, difficoltà, speranze e momenti di serenità. Uno dei suoi più grandi sogni era (ed è) quello di fare l'attrice. Ed è per questo che si è chiesta: perchè non raccontare questa storia - la mia storia - in una forma nuova? Perchè non utilizzare un monologo per mettermi ancora una volta a nudo?

Il risultato è commovente. Fino al 30 settembre Paola Turci è al Teatro Menotti con "Mi amerò lo stesso" (realizzato con Alessandra Rucco, con la regia di Emilio Russo). Un affondo sul concetto di bellezza ("Non sei bella ma normale!", le veniva detto spesso) è il pretesto per raccontare alcune fasi della sua vita. Sia chiaro: il monologo non è semplicemente lo strumento con il quale la Turci ha voluto raccontare del suo incidente e di come la sua vita sia cambiata da allora. È molto di più. Si tratta di un momento di condivisione intimo ma allo stesso tempo pubblico. Si tratta di un dialogo schietto e sincero con il proprio io. 

Un regalo, insomma. La storia segna ognuno di noi. Ad alcuni la vita ha chiesto tante sofferenze, ad altri meno. È così: c'è poco da fare.

Ma se qualcuno ha trasformato la propria sofferenza in strumento di crescita allora sì che la condivisione diventa un regalo. Uno spettacolo di bellezza di cui godere, trattenendo tutto il bene possibile. 

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Per tutte le informazioni sullo spettacolo, visitate il sito del Teatro Menotti.

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Giovanni Ferrari