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I cambiamenti climatici: verità e mito - Foto e Video

A Ravenna per Panorama d'Italia l'incontro sull'ambiente in collaborazione con Focus tra "bombe d'acqua", tutela e riciclo

Burrasche, mareggiate, inondazioni. A Ravenna si è parlato di cambiamenti climatici con Focus nell’appuntamento dedicato alla scienza di Panorama d’Italia.

Il problema è enorme: dal 1850 fino al 2016 c’è stato un aumento costante della temperatura media terrestre e i motivi sono molteplici, spiega Jacopo Loredan direttore di Focus: il clima è un sistema complesso caratterizzato da molte componenti che interagiscono tra loro non in modo lineare.

L’effetto serra

C’è una parola ricorrente legata ai cambiamenti climatici: l’effetto serra senza il quale per altro non si potrebbe vivere sulla terra. “Il clima varia per cause naturali come le eruzioni vulcaniche o antropiche come le emissioni di gas serra - spiega Marco Doveri ricercatore idrogeologico del Cnr - dalla metà del Novecento abbiamo assistito a un repentino cambiamento” che ha comportato un incremento di CO2.

Mareggiate e inondazioni. La difesa della costa di Ravenna

Il riscaldamento non ha riguardato solo l’atmosfera, ma anche il mare: il ghiaccio dell’artico si è ridotto ed è cresciuto il livello del mare. Si moltiplicano anche gli eventi estremi che causano danni ingenti all’ambiente con alternanza di periodi di siccità a precipitazioni intense: l’anno nero è stato il 2014 con 15 episodi tra la Liguria e la Toscana che hanno visto 200 litri ogni ora di acqua versata in un metro quadrato. La generale tendenza dell’incremento di intensità si è verificato al centro e al nord Italia soprattutto in alcuni periodi dell’anno.

Le bombe d’acque non esistono

Il clima è cambiato, sta cambiando e cambierà nel futuro, dice il tenente colonnello dell’Aeronautica militare Paolo Capizzi. “Siamo in una fase di riscaldamento, non c’è dubbio. Ogni essere umano influisce sul cambiamento climatico, bisogna continuare a studiare e prenderci le nostre responsabilità”. Ma sia chiaro: non esistono bombe d’acqua, è un’invenzione giornalistica “in realtà sono rovesci”.

Fare delle previsioni sull’Italia è difficile: “il mediterraneo è un mare chiuso e ha dei gruppi montuosi che lasciano aperti dei varchi dove si formano i cicloni atlantici”, molto diversi da quelli tropicali particolarmente intensi. La zona interessata può raggiungere un’estensione di 200 chilometri e il muro d’acqua sollevato può superare i 6 metri.

Il mare di Ravenna

Ci sono luoghi in Europa dove le variazioni sono di decine di metri come in Francia nell’isola di Saint Michel. Nell'Adriatico la situazione è differente. Qui incidono la luna, i venti di scirocco e di bora. E le sesse, movimento periodico delle acque in bacini chiusi come l’Adriatico.

L’acqua, risorsa preziosa

Ecco dunque che la gestione delle risorse idriche diventa sempre più difficile con il rischio di svuotare serbatoi d’acqua importanti. In Italia gli effetti sono evidenti: le risorse idriche sotterranee del Monte Amiata, per esempio, sono diminuite del 5% pari a 1 milione di metri cubi annui.

Negli ultimi 50 anni l’utilizzo delle acque sotterranee è triplicato. “E noi nel futuro ne diventeremo sempre più dipendenti”, dice Doveri. “Le azioni previste dall’accordo di Parigi sono finalizzate a ridurre le emissioni di gas serra in atmosfera. Se attuate porteranno dei benefici in termini di mitigazione dei cambiamenti climatici. Bisogna attivare anche altre misure come la riduzione dei consumi, il riutilizzo delle acque reflue e lo stoccaggio e conservazione di acqua da attingere in caso di necessità”. Per fare tutto questo “serve più consapevolezza ad ogni livello e investimenti sulla ricerca”.

L’economia circolare

“Per fortuna ci sono organizzazioni come la nostra che si stanno occupandoua di problemi ambientali molto concretamente - sottolinea Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, il Consorzio nazionale per la raccolta e il riciclo - per garantire a tutti noi la conservazione di quello che noi usiamo tutti i giorni grazie a un circuito virtuoso. Le batterie usate, per esempio, possono diventare un’occasione enorme per il riciclo, vengono recuperate e reimmesse nel circuito produttivo. Così non si depaupera il nostro pianeta. Adesso stiamo studiando con il Cnr il modo per riciclare il litio che è presente in tanti oggetti di uso quotidiano come i telefonini”.

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Silvia Morara
Jacopo Loredan, direttore di Focus

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Chiara Raiola